S News incontra Alex Bellini, avventuriero e coach-mentale.
Quale il ruolo strategico della resilienza nel settore della security?
Può sembrare un paradosso: io che mi avventuro in condizioni spesso non sicure, sono qui a parlare di sicurezza.
In realtà le mie esperienze nella vita mi hanno portato a riflettere molto sul ruolo del caos, sul ruolo del caso e su come, solo nel momento in cui riusciamo a gestire questi eventi, che sembrano dettati semplicemente dal caos o dal caso, ci rendiamo conto che, in realtà possono nascondere delle informazioni che ci possono aiutare a leggere con più attenzione eventi simili in futuro. Dedico la mia vita, oggi, all’avventura e tutte le avventure che ho vissuto nella mia vita sono state contraddistinte da complessità, da elementi che si modificano in tempi molto rapidi.
La capacità dell’avventuriero è quella di riuscire a rispondere in una maniera flessibile, in tempi molto veloci a questi nuovi stimoli che possono, nel qual caso non si riescano a gestire, definire la differenza tra la vita e la morte.
Ricordo due esempi nei quali a causa di mancanza di rapidità nel leggere un’informazione o in una non capacità di aver pianificato adeguatamente la situazione, hanno provocato dei danni seri che potevano mettere anche a repentaglio la mia vita: ricordo il giorno del naufragio nel 2004 quando tentai di attraversare l’oceano Atlantico, in barca a remi, ricordo cinque giorni a digiuno in mezzo all’Atlantico poiché mancava il cibo in cambusa.
Dopo queste esperienze, quale il messaggio principale che si sente di dare?
Dopo queste esperienze, che non dimenticherò mai, mi sono reso conto che il caso è il nemico numero uno nelle mie avventure, e solo nel momento in cui riusciamo a gestire con strumenti, con metodo, con attenzione le nostre avventure, abbiamo la possibilità Non solo di risolvere i problemi, ma di essere anche rapidi nel risolvere e nel trovare la soluzione.
Questo, però, dipende anche tanto dallo stato d’animo con il quale si vive in quel preciso momento: è ovvio che uno stato d’animo positivo attiva delle risposte, mentre uno stato d’animo negativo, di emergenza, crisi, ansia e angoscia ne attiva delle altre.
Anche qui la qualità delle decisioni che prendiamo è fortemente condizionata dall’atteggiamento, dallo stato emotivo di quel momento.
Spesso in una condizione di pericolo, di paura e di angoscia, si ha la tendenza a proiettare verso il futuro o a rimanere ancorati nel passato, quando invece l’unica cosa giusta da fare è concentrarsi sul momento presente che è, in definitiva, anche l’unico momento in cui prendiamo le decisioni.
È fondamentale, quindi, concentrarsi esclusivamente nel processo e nell’attivare delle risposte utili a risolvere il problema.
a cura di Linda R. Spiller