Aipsa, Chittaro: la forte Evoluzione in atto e l’Aipsa Dream
Aipsa ha tenuto di recente la sua Assemblea Annuale.
S News incontra Andrea Chittaro, Presidente dell’Associazione.
Importante Assemblea, Presidente, quella tenutasi martedì 25 giugno a Milano, che ha visto anche la modifica dello statuto, dovuta all'evoluzione dei tempi, delle Associazioni e di Aipsa nello specifico?
Aipsa nel 2020 compirà 30 anni ed è naturale che lo strumento statutario richiedesse un momento di verifica. Da un lato, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 3 luglio 2017 nr. 117 il così detto “Codice del terzo settore”, ma dall’altro anche per adeguare la “Carta Costituzionale” dell’Associazione a quelli che sono stati i cambiamenti intervenuti nel profilo stesso del “professionista della security” e nel più generale contesto degli assetti organizzativi e della “mission” delle strutture di Security Aziendale.
Ci risulta che stiate crescendo anche a livello dei soci. Corretto?
Diciamo che in questo ultimo anno il numero dei nostri associati è percentualmente salito di oltre il 30%. Lo riteniamo un dato particolarmente significativo, anche considerando che l’Associazione si pone come punto di riferimento dei professionisti che operano, a diverso titolo, all’interno di strutture organizzative di sicurezza aziendale. Ma è proprio la crescente complessità di queste Direzioni che ricorrono ad un sempre più ampio spettro di professionalità che ha fatto sì che oggi la potenziale platea dei nostri associati si sia esponenzialmente allargata.
Una nota particolare meritano gli oltre quaranta soci della nostra “next generation”, ragazzi e ragazze al di sotto dei 30 anni, che si sono affacciati alla professione da relativamente poco tempo e sono alla ricerca di un loro percorso di crescita e maturità.
Loro sono il futuro e l’evoluzione naturale di un ruolo che andrà via via sdoganandosi da background prettamente istituzionali per allargarsi, invece, a diverse formazioni accademiche funzionali a porre, a disposizione delle aziende, un set di competenze sempre più “business oriented”.
Davvero molte le attività da voi organizzate o co-organizzate in questo anno di mandato. Quali le più significative e quali i riscontri?
È stato un anno davvero impegnativo per Aipsa con oltre 40 eventi tra quelli organizzati da noi e quelli a cui abbiamo offerto un contributo in termini di partecipazione attiva. Se ne dovessi citare uno direi “Women in Security” dedicato al tema della diversity che con innovazione, inclusione e next generation è uno dei quattro “pilastri” sui quali abbiamo fondato il nostro programma.
Ma anche il ciclo “aperitivo con il CSO” pensato per i più giovani, creando un momento di confronto diretto tra loro e i vertici delle strutture di sicurezza è stato davvero partecipato e stimolante.
I riscontri sono nei numeri dei nuovi associati, nell’interesse rilevato sui canali socials, nelle tante attestazioni di apprezzamento che abbiamo ricevuto.
Come sta cambiando il ruolo del Security Manager, e come ne vede l'evoluzione a breve/medio periodo?
L’evoluzione dovrà, necessariamente, puntare più sulla valorizzazione delle qualità manageriali da parte di professionisti capaci di adeguare il proprio operato e le proprie strategie alla crescente complessità delle sfide che attendono le aziende in un contesto economico e di mercato certamente non semplice.
Le aziende, dal canto loro, devono studiare e comprendere il valore di un approccio integrato ai temi della sicurezza, che in uno scenario sempre più connotato da asimmetria e rapida evoluzione morfologica della minaccia, non può più essere affrontato in modo parcellizzato, senza una chiara governance ed un committment del più alto livello.
Parlando invece dei vostri programmi come Aipsa, quali le prossime attività e quale l'Aipsa Dream?
I nostri obiettivi non cambiano e resteranno focalizzati esclusivamente sulla promozione della cultura, tecnica e scientifica della Security 4.0 nonché sulla valorizzazione del ruolo dei professionisti che a questa cultura si ispirano.
Il sogno nel cassetto rimane sempre quello: un riconoscimento formale, oltre che sostanziale, di questo ruolo non tanto e non solo all’interno delle aziende dove i progressi si sono potuti apprezzare, ma piuttosto sul fronte normativo dove a scapito di anni di dibattiti e buoni propositi ancora non si intravede un’iniziativa legislativa coerente con le aspettative di una categoria che potrebbe costituire un valore aggiunto tangibile per il sistema Paese.
a cura di Monica Bertolo