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Alessandro Costa: Sicurezza delle Imprese e Rispetto dei Diritti Umani

Alessandro Costa: Sicurezza delle Imprese e Rispetto dei Diritti Umani

Alessandro Costa, che ha lavorato nella Cooperazione per lo Sviluppo Economico in molti Paesi del mondo ed in particolare in Medio Oriente e nei Paesi del Mediterraneo, ed ha condotto analisi di due diligence per il rispetto dei diritti umani da parte di grandi imprese, autore del recente libro “Le diverse” (n.d.r. L'Erudita, Settembre 2018), è tra i docenti del Master di II livello in Intelligence & Security, diretto dal professor Umberto Saccone, della Link Campus University di Roma.

Nell’articolo che segue, dall’adamantina chiarezza, Costa approfondisce un argomento quanto mai attuale: La sicurezza delle imprese e il rispetto dei diritti umani, materia di studio per i discenti del Master.

Buona lettura!

a cura di Monica Bertolo

LA SICUREZZA DELLE IMPRESE E IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Tutte le società che assicurano la difesa e la sicurezza delle Imprese nelle loro attività in tutto il mondo, da quelle industriali alle grandi infrastrutture, sanno di doversi adeguare ai Voluntary Principles on Security and Human Rights.

Dal 2008, grazie al lavoro svolto per l’ONU dal Prof. John Ruggie, il rispetto dei diritti umani è diventato una responsabilità diretta per le imprese, ovunque si trovino ad operare.

Violare i diritti umani non è però soltanto mancare a tale responsabilità, ma può comportare condanne in sede giudiziaria che comportano rilevanti danni economici per le imprese.

I tribunali di molti Paesi avanzati accettano sempre di più cause promosse per violazioni dei diritti umani, anche quando queste sono avvenute in Paesi stranieri.

I procedimenti legali sono lunghi e le grandi imprese sono difese da squadre di avvocati di grande importanza: molti gruppi internazionali pensano che la loro forza potrebbe sempre difenderli adeguatamente da tali procedimenti. Ma c’è un problema molto più grande: quello dell’immagine.
Se le associazioni dei diritti umani organizzano campagne mediatiche sulle malefatte delle imprese, contro i lavoratori, le comunità locali o la difesa dell’ambiente, il danno di immagine può essere molto più rilevante ed immediato, con conseguenze sul valore dei titoli in borsa e sull’atteggiamento delle banche che finanziano le imprese colpite.

E oggi l’immagine è forse uno degli assets più importanti per un’impresa.

Di fatto la responsabilità diretta dell’impresa per il rispetto dei diritti umani, comporta effetti importanti sul comportamento delle società che ne assicurano la sicurezza.

In primo luogo occorre capire che la sicurezza non è un elemento esterno dell’impresa, ma una sua diretta espressione. Quello che fanno gli uomini delle società di sicurezza rientra nella responsabilità delle imprese che se ne servono, la sicurezza è quindi una parte del sistema aziendale. Tutti i comportamenti degli uomini che la assicurano, sono quindi comportamenti dei quali l’impresa risponde direttamente.

E allora diventa di massima importanza non aspettare che i problemi si verifichino, ma mettere in pratica tutti i metodi di prevenzione per eliminare o attenuare i rischi di abusi dei diritti delle comunità umane circostanti.

Ogni impresa lavora e vive nelle varie comunità umane che sono intorno a lei, e questo le grandi imprese lo sanno già, perché fa parte di quella responsabilità sociale che esse da tempo conoscono e rispettano.

Per prevenire problemi non basta quindi affidarsi a società di sicurezza con grande nome ed esperienza, bisogna lavorare costantemente con loro. Uno dei più grandi problemi è spesso il rapporto con le polizie e le autorità locali, che in molti Paesi non sanno neppure cosa sono i diritti umani. Il rapporto con queste autorità è cruciale e deve sempre più far parte delle azioni delle imprese.

Inoltre la preparazione e l’atteggiamento degli uomini della sicurezza, la loro cultura, è un elemento condizionante. Gli uomini che assicurano la sicurezza sono molto più preparati a usare metodi di dissuasione, che a mantenere rapporti di fiducia e collaborazione con le comunità.

Anche una perquisizione, un controllo all’entrata di impianti, può essere svolto in modi molto diversi, e questi modi hanno un impatto diretto sulle persone controllate: possono essere considerati un aiuto alla loro sicurezza, oppure una prevaricazione, se non una violenza.

Tutte queste azioni di selezione e controllo vanno sotto il termine tecnico di due diligence, ma in realtà presuppongono un contatto costante tra l’impresa, le autorità locali e gli uomini della sicurezza, includendo la cura dell’immagine dell’impresa presso le comunità locali e i loro rappresentanti.

Può sembrare una fatica in più, un onere per le imprese, ma permette di prevenire danni e problemi, dei quali non si possono mai prevedere la dimensione e l’entità.

di Alessandro Costa

Alessandro Costa nato a Roma, ha insegnato Diritto Internazionale e Diritti Umani per 40 anni. Ha lavorato nella Cooperazione per lo Sviluppo Economico in molti Paesi del mondo ed in particolare in Medio Oriente e nei Paesi del Mediterraneo ed ha condotto analisi di due diligence per il rispetto dei diritti umani da parte di grandi imprese. Ha pubblicato molti saggi fra i quali “Banks and Human Rights: Pathways and Compliance” e recentemente il libro “Le Diverse”, dedicato alle donne di tutto il mondo.

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