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ALTA SICUREZZA ANTINCENDIO: i contenuti del Convegno Tecnico Scientifico

Alta Sicurezza Antincendio - Contenuti

Grande ed entusiastica affermazione per ALTA SICUREZZA: Approcci e Soluzioni Innovative per la Sicurezza Antincendio, il Convegno Tecnico Scientifico svoltosi nell’Aula Magna del Polo Tecnologico dell’Università degli Studi di Catania, venerdì 16 maggio, dinanzi ad una folta platea di progettisti e professionisti della sicurezza antincendio.

Organizzato da S News, dall’Università degli Studi di Catania e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania, il Convegno ha visto l’apporto del Comando dei Vigili del Fuoco di Catania, i contributi di PASO e THERMOSTICK e il supporto di STRANO.

L’elevato standing dei relatori e i contenuti approfonditi e circostanziati da loro condivisi con i partecipanti hanno sancito il riconoscimento del format, che si staglia decisamente innovativo nell’ambito della formazione e della divulgazione della Sicurezza Antincendio.

Gli obiettivi di ALTA SICUREZZA ANTINCENDIO

ALTA SICUREZZA ANTINCENDIO nasce con un preciso obiettivo: quello di costruire sinergie, per creare interdisciplinarità tra le varie discipline e per avvicinare sempre di più la ricerca scientifico-accademica all’R&D di primarie aziende del settore, grazie all’apporto di Istituzioni come i Vigili del Fuoco e ai molti riferimenti normativi.

Solo mettendo a fattor comune i vari saperi e i vari ambiti di appartenenza, e quindi le diverse conoscenze, esperienze e abilità si possono ottenere approcci e soluzioni innovative per migliorare la sicurezza.

Nel corso delle attività seminariali del Convegno Tecnico Scientifico si sono potute apprezzare varie tipologie di apporti: dal normativo al tecnico, dallo scientifico al tecnologico, dall’accademico all’operativo in prima linea sul campo. E, all’unisono, tutti gli attori sono stati concordi sul fatto che solo grazie ad una stretta, costruttiva e indispensabile collaborazione tra le varie figure si può arrivare a soluzioni performanti e vincenti per una migliore e maggiore sicurezza antincendio per tutti.

E così, dopo i saluti istituzionali che hanno visto le Autorità Accademiche e dell’Ordine degli Ingegneri portare messaggi e spunti sul tema, il Seminario è entrato nel vivo presentando molti ed approfonditi contenuti, che qui di seguito vengono condensati in una sorta di Atti del Convegno.

Da sinistra: Prof. Ing. Natale Saccone, dott. Monica Bertolo, Prof. Ing. Natalia Trapani, Ing. Felice Iracà

I Contenuti di ALTA SICUREZZA ANTINCENDIO all’Università di Catania

La prima relazione del Seminario è stata a cura dell’ingegner Felice Iracà, Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Catania, con lo speech dal titolo: “La protezione antincendio degli edifici alti”.
Il Comandante Iracà ha aperto il suo intervento portando un case study di forte impatto, supportato anche da un video di grande effetto, realizzato dal Centro Documentazione Video del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Milano. Il case era relativo all’incendio del grattacielo “Torre dei Moro”, avvenuto a Milano il 29 agosto 2021, che ha portato alla ribalta quanto sia delicato il tema della sicurezza antincendio negli edifici alti. Partendo dalla visione del filmato, il Comandante ha esaminato l’accaduto, analizzando la dinamica dell’incendio e la strategia di intervento delle numerose squadre intervenute.
La valutazione del rischio, e le principali misure di prevenzione e protezione impiegabili dal professionista antincendio sin dalla fase di progettazione, sono stati i punti nevralgici della dissertazione del Comandante, unitamente al concetto di “human factor, ancora troppo emarginato nella cultura antincendio corrente”, come ha avuto modo di sottolineare e spiegare con dovizia di esempi il relatore.
“Nell’ottica di un proficuo contenimento del rischio – ha evidenziato l’ingegner Iracà – particolare attenzione va certamente posta alla riduzione della frequenza di accadimento, indagando, a tal fine, le più frequenti cause e fonti di innesco che danno origine agli incendi dei grattacieli: dai focolai interni che nascono nei singoli appartamenti alla combustione di cavi elettrici alloggiati in appositi cavedi, dall’innesco di materiale ubicato nelle verande a quello di combustibili adiacenti agli edifici, come rifiuti o autovetture che, per irraggiamento termico, danno il via all’incendio di facciata”.
L’attenzione si è quindi spostata sul quadro normativo vigente, richiamando alcuni capisaldi della R.T.V. V.13, in vigore dal 7 luglio 2022, che, di fatto, rappresenta un’importante evoluzione della Lettera Circolare n. 5043 del 15 aprile 2013, per tanti anni strumento essenziale per la progettazione antincendio delle facciate negli edifici civili.  

Al Comandante Iracà è seguita la Prof. Ing. Natalia Trapani, Professore Associato di Impianti Industriali Meccanici dell’Università degli Studi di Catania. Il suo intervento verteva sui “Sistemi di gestione della sicurezza antincendio”.
Attraverso un’analisi della normativa e la presentazione di esempi pratici la docente ha sottolineato l’importanza dei SGSA, non solo come adempimento normativo ma come strumento strategico, per garantire nel ciclo di vita degli assets l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione antincendio.
“La strategia antincendio – ha sottolineato la professoressa Trapani – è definita come misura organizzativa deputata a garantire un adeguato livello di sicurezza antincendio dell’attività. Infatti, nell’approccio prestazionale alla sicurezza antincendio, la progettazione è interamente basata su scelte strategiche, che si basano non solo su profili di pericolosità intrinseci ma soprattutto su decisioni organizzative e gestionali relative alla fase operativa dell’attività, che devono essere garantite per l’intero ciclo di vita, attraverso un Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio”.
Attraverso un’analisi della normativa e la presentazione di esempi pratici la docente ha presentato gli elementi essenziali di un SGSA, sottolineando l’importanza di una proficua collaborazione tra il professionista antincendio deputato alla progettazione, il responsabile dell’esercizio dell’attività e il responsabile del SGSA. La professoressa Trapani ha quindi messo in evidenza opportunità e minacce per il successo dell’implementazione di SGSA in azienda a diverso profilo di rischio.

Le attività seminariali del Convegno Tecnico Scientifico ALTA SICUREZZA ANTINCENDIO sono proseguite con il dinamico e coinvolgente intervento del Prof. Ing. Natale Saccone, Docente e Libero Professionista Esperto in SGSL Scolastici sulla “Gestione dei flussi di esodo e misure compensative per attività in edifici scolastici privi di SCIA antincendio di cui alla DNM-VVF 5264 del 18/04/2018 Case study: examples & best practise”, che si integrano a pieno titolo nell’azione educativo-culturale e nella “mission” che i professionisti antincendio attuano per la promozione della cultura della Sicurezza Antincendio a Scuola.
L’intervento ha preventivamente proposto ai partecipanti il quadro normativo di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica, spaziando dal DM 26 agosto 1992 “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” al DM 7 agosto 2017– capitolo V.7 al DM 3 agosto 2015 “Codice di prevenzione incendi” Capitoli:S4 – S5 – Attività Scolastiche, nonché ai recenti DD.MM. 01/02/03.09.2021.
Il taglio della relazione ha cercato di dare impulso alla prevenzione e alla gestione del rischio incendio a Scuola, attraverso i due concetti chiave per la sicurezza nei luoghi di lavoro scolastici, prevenzione e protezione dal rischio, tenendo conto dei diversi approcci culturali e gestionali dei modelli a cui ogni istituzione deve ispirarsi.
“Incentivare la creazione di un moderno S.G.S.L. antincendio in ogni Istituzione Scolastica – ha sottolineato con enfasi Saccone – è uno degli obiettivi primari che ci si prefigge, soprattutto negli edifici ‘attivi’ privi di S.C.I.A. (Art. 4 e 5 DPR 151/11), ove bisogna attuare le misure compensative gestionali a cura del Dirigente Scolastico, come suggerito dalla nota DNM-VVF 5264 del 18/04/2018. In questa prospettiva il S.P.P. ed, in modo particolare, le squadre degli addetti antincendio di ogni Istituzione Scolastica, giocano un ruolo predominante per le attività di controllo e sorveglianza dei luoghi di lavoro pertinenziali.
Infine è doveroso ricordare che in ogni buon sistema di gestione, la Sicurezza va sempre intesa come gioco di squadra, in quanto tutti i giocatori in campo, devono dare il loro contributo nel rispetto dei ruoli e delle regole, nell’obiettivo comune della salvaguardia della vita umana!”, ha concluso Saccone.

Da sinistra: Per. Ind. Daniel Frazzica, Ing. Dario Nolli, dott. Monica Bertolo, Ing. Roberto Megazzini

È stata quindi la volta dell’ingegner Dario Nolli, Consulente di Rivelazione Automatica d’Incendio e Coordinatore UNI GL4 del CT34. Titolo dell’intervento “Una fotografia sulla rivelazione automatica d’incendio alla luce delle nuove normative pubblicate”.
Il relatore si è specificatamente focalizzato sul mondo della rivelazione automatica d’incendio prendendo in esame tutto il comparto, ad esclusione delle segnalazioni vocali (EVAC), essendo queste argomento di approfondimento del relatore successivo, ovvero dell’ingegner Megazzini. L’ingegner Nolli ha presentato indicazioni relative alle norme UNI vigenti e alle norme CEI per quanto riguarda la parte elettrica installativa ed i relativi cavi, soprattutto in funzione della pubblicazione recentissima della CEI 20-105 V3 e della CEI 64-8.
Ha quindi preso in esame i punti principali di modifica della nuova UNI 9795 del 2021 rispetto alla precedente edizione datata 2013, evidenziando l’inserimento del TR 11607 relativo alle segnalazioni acustiche ed ottiche e del TR 11694 relativo ai rivelatori ad aspirazione all’interno della UNI 9795 e il loro relativo ritiro avvenuto nel 2022.Si è poi soffermato sull’aggiunta nella norma di nuove Appendici indicanti l’elenco delle nuove norme armonizzate e sulla tabella contenente le altezze massime di posizionamento e i raggi di copertura dei differenti rivelatori.Il relatore ha proseguito con una breve indicazione sulla UNI 11744 pubblicata nell’aprile del 2019, relativa ai toni codificati che le segnalazioni acustiche debbono avere nella condizione di preallarme e allarme, facendo poi un esame dei due punti principali di cambiamento della UNI 11224 del settembre 2019, riguardante il controllo iniziale ed il controllo periodico da effettuare sugli impianti di rivelazione,  relativamente alle operazioni da compiere durante il controllo periodico in funzione dell’anzianità dell’impianto e ancor più riguardo alle operazioni da compiere sugli impianti aventi vetustà superiore ai 12 anni.
Relativamente a tale punto, Nolli ha indicato le tre differenti operazioni che dovranno essere scelte per i rivelatori puntiformi di fumo, lineari di fumo, rivelatori ad aspirazione e rivelatori di fiamma.
Infine il relatore ha presentato il TR 11924 (rapporto tecnico) pubblicato il settembre del 2023 che si occupa di classificare le interfacce di comando dei sistemi fissi ed automatici di rivelazione incendio, verso i sistemi di protezione antincendio.
L’intervento si è concluso indicando i lavori in corso a livello UNI, a livello europeo (TC 72) e mondiale (ISO).

Dopo l’ingegner Nolli è intervenuto l’ingegner Roberto Megazzini, Direzione Tecnico Commerciale di PASO S.p.A. e Membro UNI con “Amplifica la tua sicurezza: evoluzione tecnico normativa nei sistemi di evacuazione vocale (UNI ISO 7240-19, UNI CEN/TS 54-32, UNI EN 54-16 e UNI EN 54-24)”.
“Nell’ambito dei sistemi di sicurezza antincendio hanno assunto un ruolo di primaria importanza i sistemi di segnalazione allarme vocale per la diffusione dei messaggi per scopi di emergenza (EVAC, Emergency Voice Alarm Communication) – ha evidenziato, con il suo consueto brio Megazzini. – I sistemi di evacuazione vocale sono una parte cruciale della sicurezza degli edifici. Sirene, allarmi acustici e campane non comunicano in modo chiaro la natura dell’emergenza!”
Gli EVAC sono particolarmente indicati, ha spiegato il relatore,  nelle attività complesse, destinate ad ospitare molti occupanti che spesso non conoscono i luoghi (centri sportivi, grandi centri commerciali, metropolitane, locali di pubblico spettacolo, ecc.) e servono per poter correttamente indirizzare le persone in condizioni di emergenza, guidando l’esodo attraverso messaggi vocali opportunamente diffusi e formulati, al fine di ridurre il tempo di esodo.
I sistemi EVAC possono essere progettati in differenti configurazioni: diffusione generale degli allarmi, diffusione in aree acustiche differenti, possibilità di intervenire con una o più postazioni microfoniche per diffondere istruzioni ‘live’ per la migliore riuscita dell’emergenza in atto. “Queste configurazioni – ha puntualizzato Megazzini – si riflettono nelle quattro categorie degli EVAC, la cui selezione è sempre frutto della valutazione del rischio incendio e, soprattutto, dal livello di gestione della sicurezza antincendio (GSA) previsto per l’attività cui si rivolge il sistema di diffusione vocale degli allarmi in condizioni di emergenza.
Solo a valle della definizione dello scopo e degli obiettivi di sicurezza dell’attività, passando per la valutazione del rischio incendio e del piano di gestione delle emergenze, sarà possibile definire l’architettura ottimale dell’EVAC da progettare”.
GSA minimali richiedono EVAC in configurazioni semplici non andando oltre la categoria 1, livelli di GSA dove è previsto personale dedicato alla gestione delle emergenze ben si configurano per sistemi versatili, come quelli di categoria 4.
“Selezionata la configurazione, il progettista può utilizzare le norme tecniche di riferimento considerate dal Codice di Prevenzione Incendi, soluzioni conformi (UNI ISO 7240-19 oppure UNI CEN/TS 54-32) mentre i componenti dovranno essere conformi alle prescrizioni delle norme di prodotto (UNI EN 54-16 apparecchi, UNI EN 54-24 diffusori, UNI EN 54-4 alimentazione secondaria)”, ha specificato Megazzini.

Le attività seminariali di ALTA SICUREZZA ANTINCENDIO si sono concluse con i contenuti di Daniel Frazzica, Responsabile Ufficio Tecnico di Thermostick Elettrotecnica S.r.l. e Membro UNI, che ha approfondito il tema relativo ai “Sistemi di rivelazione fumo ad aspirazione e campionamento, rivelatori ottici lineari di fumo (UNI 9795:2021, UNI EN 54-20, UNI EN 54-12)”.
I sistemi di rivelazione fumo ad aspirazione (ASD) e campionamento, ha esordito il relatore, sono largamente utilizzati nella protezione attiva degli incendi e grazie alla loro peculiarità risultano essere particolarmente indicati per svariate applicazioni. La conoscenza di tali tipologie di dispositivi è necessaria per una corretta progettazione e ottenimento di un sistema sicuro e funzionale.
“I rivelatori fumo ad aspirazione certificati EN54-20 – ha sottolineato Frazzica – sono ampliamente descritti nella norma UNI 9795, nella quale vengono argomentate con chiarezza la metodologia di progettazione, l’installazione e la messa in servizio dei sistemi in questione. Grazie all’alta sensibilità di cui dispongono trovano spazio in diverse applicazioni ove è richiesta maggiore velocità d’intervento oppure dove il fumo risulta essere particolarmente difficile da rilevare per la segnalazione di allarme incendio. Conoscere l’architettura e la composizione di un sistema ASD (tubazioni, accessori, sistemi di pulizia, ecc) è importante così da affrontare progettualmente qualsiasi ambiente e garantire la corretta funzionalità e affidabilità nel tempo”.
Il relatore ha proseguito soffermandosi sui concetti chiave di bilanciamento, tempo di trasporto e sensibilità, che rappresentano i cardini di un sistema ASD e ha illustrato le procedure base per effettuare un calcolo flussometrico idoneo.
“La manutenzione è un altro argomento fondamentale per garantire il funzionamento costante nel corso del tempo”, ha evidenziato il relatore che ha parlato della UNI 11224 in relazione ai sistemi ASD.
I rivelatori ottici lineari di fumo certificati EN54-12 a barriera sono largamente diffusi nelle più svariate applicazioni grazie alla loro capacità di proteggere grandi ambienti e facilità di manutenzione, ha proseguito sottolineando come la progettazione e la conseguente installazione siano strettamente legate alla tipologia e altezza del soffitto, e a tal riguardo è necessario conoscere la norma UNI 9795.

Nella foto in alto, da sinistra: Ing. Felice Iracà, Prof. Ing. Natale Saccone, dott. Monica Bertolo, Prof. Ing. Natalia Trapani

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