
Una nuova rubrica nasce in snewsonline.com: Arcipelago Libri.
Da tempo venivano chieste ad S News recensioni, da parte degli autori o dalle stesse case editrici, a Libri che trattassero tematiche di sicurezza, ma il fatto di farlo in modo sporadico non ci convinceva.
Qualunque iniziativa, infatti, per riscuotere successo, deve avere un progetto, un programma, una vision a guidarla. Nasce così Arcipelago Libri, uno spazio specifico, strutturato, nel quale vengono presentate opere interessanti per il settore, che possano offrire spunti di riflessione, presentare approcci diversi, innovativi a tematiche relative al nostro mondo della sicurezza, vista in senso allargato, trasversale, globale, come aspetto della vita individuale e sociale.
La penna che si cimenta in Arcipelago Libri è quella di Cristhian Re, già noto per il Dazebao della Security, e che tanti consensi riscuote, grazie alla sua maestria, immediatezza, nonché profondità di visione ed analisi.
Con gioia auguriamo quindi a tutti, buona lettura, e ci sembrava calzante aprire la rubrica con un’opera dal titolo a dir poco emblematico.
di Monica Bertolo
“IL LIBRO CHE TI SALVA LA VITA. UN METODO PER TRASFORMARE IL MONDO IN UN POSTO PIÙ SICURO” DI SABATINO DE SANCTIS E DAVIDE SCOTTI
“[…] La parola «idiota» in greco antico significava «privato». Ma in una comunità coesa come quella ateniese, tutti, dai soldati, ai magistrati, agli insegnanti, svolgevano un lavoro che si rifletteva in un valore per gli altri. Poi, però, sono comparsi gli idioti che si occupavano del loro interesse esclusivo, che quindi non erano capaci di trasmettere alcunché. Da allora, il termine «idiota» è passato da significato di «privato» a quello di «incapace». Idiota, quindi, è colui che non sa dare agli altri […]”.
Alberto Meomartini
Nell’inattesa postfazione al libro Alberto Meomartini, Presidente di Saipem, oltre a regalare agli autori più di un motivo di orgoglio, offre ai lettori tutti una magnifica perla che impreziosisce l’intera opera. Egli spiega, citando un suo aneddoto dei tempi del Ginnasio, la vera ragione, quella profonda, per la quale De Sanctis e Scotti hanno scritto questa sorta di manuale dal titolo quantomai ambizioso: il desiderio di trasmettere, o meglio di dare qualcosa (di sé) agli altri. E nel fare questo Meomartini consegna, retrospettivamente, nelle mani del lettore anche la chiave di lettura del libro: il dono.
Il medico (De Sanctis) e il manager (Scotti) si pongono come obiettivo non quello di essere o apparire “idioti” compiendo, come ai più accade, un mero esercizio di stile ma quello di “diventare nostri amici”, compagni di vita (futura). Sabatino e Davide – gli amici si chiamano per nome – pedagogicamente raccontano ma, soprattutto, si raccontano in maniera autentica, quasi con spirito evangelico, perché la loro, in fondo, è una missione.
Leggendo il libro si ha come la sensazione di (ri)vedere alcune sequenze indimenticabili di Caro Diario, pellicola di Nanni Moretti. In particolare, il terzo episodio: “Medici”, dove il regista-attore racconta la sua odissea con una malattia piuttosto rara, medici sin troppo narcisi (“Sanno parlare ma non sanno ascoltare”), il dolore, la sofferenza, gli affetti, il calvario delle cure, l’amore per la vita e, fortunatamente, il ritorno alla vita.
Capitoli, infatti, quali: “La striscia positiva”, “Il miglior cartone che abbia mai mangiato”, “Una società più sicura” e “Un’altra storia” sono, come quella appunto di Nanni Moretti, storie vere, esperienze vissute (e ricucite con punti di sutura) sulla propria pelle, di grande intensità che arrivano come pugni allo stomaco.
Iniziano parlandoci del Metodo ABC (Activator Behaviour Consequence), mutuato dalla psicologia applicata, efficace strumento per l’analisi dei comportamenti. Da adoperare ogni volta che si vogliono comprendere le ragioni alla base di un determinato comportamento. Utile anche per influenzare le azioni degli altri (amici, collaboratori, familiari).
Proseguono mettendoci in guardia dall’inadeguatezza di tale metodo laddove si intenda scavare tra le radici, nella parte più interna e profonda, la sfera psicologica dalla quale scaturisce l’azione visibile. Affrontano, quindi, il tema centrale: il cambiamento ovvero la resistenza, la paura al cambiamento. Invitano a scavalcare il muro, a uscire dalla c.d. “zona di comfort”, aprirsi al nuovo. Individuano, così, la più grande barriera al cambiamento: noi stessi, per superare la quale propongono non formule ardite alla Gleicher o alla Lindkvist (sarebbe assai difficile con soggetti impenitenti alla FQCV – Faccio Quello Che Voglio), ma una ruota denominata WOW Change (Wheel Of Winning Change) – di seguito riportata per la sua semplicità, immediatezza e bellezza:
Quasi auto-esplicativa, potremmo dire: il centro della ruota è il cambiamento e per attuarlo occorre passare attraverso i suoi quattro quadranti, quattro concetti chiave:
1. Conoscenza – disporre delle informazioni giuste;
2. Motivazione – il motivo dell’azione (bisogno endogeno);
3. Pratica – formazione specifica sul campo;
4. Coraggio – il coraggio di agire, di gestire il proprio conflitto interiore, di andare al di là del muro, contro lo status quo. In sostanza, il coraggio di prendere decisioni scomode, evitando la cultura, un po’ italica, delle scorciatoie.
Non me ne vogliano gli autori se, traendo spunto dalle ispirate parole di Meomartini, si è deliberatamente privilegiato il messaggio universale dell’opera (cui è potenzialmente interessata l’intera popolazione alfabetizzata) a quello particolare di settore, certamente già noto agli addetti ai lavori.
Un testo che, se letto sino all’ultima riga, quella in cui si diventa amico degli autori e si vince inconsapevolmente la sfida con Scotti (convinto che il 90% delle persone non vada oltre il primo capitolo di un libro!), probabilmente salverà la vita in un futuro (prossimo o lontano che sia) e trasformerà il mondo più sicuro, ma che da subito consente di vedere le cose da un’altra prospettiva.
a cura di Cristhian Re