ASSIV, UNIV, Assvigilanza e ANIVP su D.M. n. 269/2010 e decreto emendativo
L’Italia rischia di incorrere in una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea per non aver proceduto, nei tempi dovuti, a introdurre modifiche al decreto ministeriale n. 269 del 2010 che riguarda l’attività degli istituti di vigilanza privata.
Questo è quanto denunciano le associazioni del settore, ASSIV, UNIV, Assvigilanza e ANIVP, che hanno scritto al ministro dell’Interno Alfano e al viceministro Bubbico, perché sollecitino gli uffici competenti a dare il via libera al decreto di modifica e scongiurare la procedura di infrazione, come sottolinea una nota dell'ASSIV.
Le modifiche richieste dalla Ue riguardano in particolare alcune norme che, nel testo in vigore, impongono alle imprese di vigilanza un capitale sociale minimo e una garanzia finanziaria di importo ritenuto spropositato.
La Commissione europea ha giudicato queste norme restrittive del diritto di libera prestazione dei servizi di vigilanza e ne ha chiesto la modifica. “E’ con incredibile dispiacere – dicono ora le associazioni delle imprese di vigilanza – che riscontriamo come le modifiche al DM 269/2010, già approvate in sede di Commissione Consultiva, non abbiano ancora trovato emanazione”.
Fanno presente che già una volta la procedura di infrazione è stata interrotta sull’impegno del governo italiano di procedere quanto prima con le modifiche richieste, ma all’approvazione delle correzioni da parte dell’apposita Commissione consultiva “è passato praticamente un anno senza che tali modifiche si siano tradotte in norma”.
Ora quindi diventa concreto il rischio che la Commissione europea, sollecitata “con estremo rammarico” dalle associazioni del settore, avvii la procedura d’infrazione.
Qui gli allegati:
– Lettera delle associazioni datoriali – Sollecito firma modifiche D.M. n. 269
– D.M. n. 269 Emendamenti comparazione testi
la Redazione