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Aumenta la percezione di rischio criminalità in Italia

Aumenta la percezione di rischio criminalità in Italia

Roma. Torna a crescere nel Paese il timore di un incremento della criminalità: questo emerge dai dati dell’indagine Istat su criminalità e sicurezza, rielaborati dall’Osservatorio sulla sicurezza sussidiaria e complementare dell’Assiv-Confindustria (Associazione Italiana Vigilanza e Servizi Fiduciari).
Nel 2013 sono aumentate di 4,6 punti le famiglie che avvertono rischi di criminalità nella loro zona di residenza: la percezione di insicurezza nel 2013 è salita al 31% rispetto al 26,4% del 2012, quando invece si era registrato un pur lieve calo rispetto al 26,6% del 2011.

A livello territoriale la regione italiana che si sente meno sicura è il Lazio, dove le famiglie che dichiarano presenza di rischio criminalità nella propria zona sono circa 41 su 100, con una crescita di quasi 8 punti che fanno salire di un gradino la regione nella classifica e le fanno guadagnare il primato negativo dell’insicurezza che nel 2013 era detenuto dalla Campania. Il timore dei laziali sembrerebbe ingiustificato se si considera che nella graduatoria dei furti in casa denunciati, nel 2013 il Lazio è sceso dal settimo al nono posto con 371 furti ogni 100 mila abitanti, meno della media nazionale attestata a 398 furti.
Tornando alla percezione di insicurezza, sale dal quinto al secondo posto la Lombardia, dove l’insicurezza è percepita da 36,9 famiglie su 100, con un aumento di circa 8 punti rispetto al 2012. Al terzo posto, l’Umbria dove sono 36,8 su cento le famiglie che sentono il rischio criminalità, con un aumento del +4,1% rispetto al 2012. Al quarto posto si colloca la Campania con 36,1 famiglie su cento che lamentano una percezione di insicurezza decrescente (-2,6%) permettendo alla regione di perdere il primato della classifica. Al quinto posto della percezione di insicurezza si colloca la Puglia con il 33,3 delle famiglie su cento (+7,6%).

Le regioni dove invece la percezione di insicurezza è più bassa sono guidate dal Molise, che registra 9,4 famiglie su cento che dichiarano la presenza di rischio criminalità (- 4,4%). Il secondo posto è del Trentino Alto Adige, con 9,6 famiglie su cento (+1%), seguito dalla Valle d’Aosta con 12,5 per cento delle famiglie (-0,6%) e dalla Sardegna, dove diminuisce la sensazione di insicurezza di 1 punto percentuale.
Se si passa dalla percezione di insicurezza alla realtà dei reati subiti, come i furti nelle abitazioni rilevati dalle forze di polizia, nel 2013 si riscontra un aumento del 15,5%, da 345 a 398 furti ogni 100 mila abitanti. Al primo posto c’è il Piemonte con 560 furti per 100 mila abitanti, seguito da altre sei regioni collocati sopra la media nazionale: l’Emilia Romagna con 540 furti, la Toscana con 532, la Lombardia con 527, la Liguria con 458, l’Umbria con 444, il Veneto con 415.

Per difendersi dai ladri vengono messe in atto diverse strategie, con prevalenza di quelle tradizionali: circa 40 famiglie su 100 mila chiedono ai vicini di controllare e 24 famiglie lasciano le luci accese. Ancora limitato invece (4,7 famiglie su 100 mila) il collegamento dell’abitazione con la vigilanza privata.

la Redazione
 

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