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Axel: strategia Made in Italy per il comparto della Security

Axel: strategia Made in Italy  per il comparto della Security

Axel, che celebra quest’anno i 25 anni dalla sua fondazione, ha sempre dimostrato di avere idee chiare sul mondo della sicurezza e sulla sua evoluzione. Sul tema S News incontra Patrizio Bosello, Presidente Axel.

Signor Bosello, lei che è un attento osservatore, come legge l’attuale momento storico, relativamente al nostro comparto della security?
Senza alcun dubbio stiamo assistendo da quasi due anni ad uno dei passaggi probabilmente più difficoltosi della storia recente, a livello mondiale.
La pandemia ha fatto e sta facendo la sua parte, beninteso, ma è stata ed è tuttora un “elemento” molto rilevante nel senso che ha funto anche da catalizzatore scatenante di una serie di situazioni concomitanti, che hanno fatto emergere debolezze strutturali e strategiche, per troppo tempo trascurate e sottovalutate. Tante abitudini, utilizzi e pronta reperibilità di materiali e di tecnologia, ormai da anni dati per scontati, si sono dimostrati labili e aleatori di fronte a rallentamenti di trasporti, scarsa o nulla mobilità delle persone, difficoltà di spostamento e di azioni di tipo diretto, sia nella prestazione di servizi che nella produzione di sistemi e di materiali in genere. Tale situazione coinvolge aree geografiche, continenti interi a partire dal nostro, dove si è preferito delocalizzare e non investire pesantemente nel comparto elettronico, perché sembrava che la globalizzazione potesse portare produzioni tecnologiche di altissimo livello altrove, senza alcuna conseguenza. Oggi la dilatazione, oltre ogni limite conosciuto, di tempi di consegna dei semiconduttori in genere e dei microprocessori ed elementi complessi, soprattutto quelli basati sul silicio da 5nmt, ha visto e sta vedendo lead time di 55-65 settimane da ordine.
Questo ha mandato in crisi le produzioni di elettronica mondiale, a partire dai grandi comparti, come l’automotive e gli audiovisivi in genere, ma non ha certo tenuto indenni tutti gli altri comparti elettronici, letteralmente impediti o ostacolati nella produzione lineare e programmata anche di chi opera, come chi produce per il comparto security, a lotti ricorrenti e non a commessa.
Aumenti sensibili e importanti dei prezzi sono una logica conseguenza della carenza mondiale di materiali. Non è questa la sede per una disamina puntuale sulle cause concomitanti, alquanto complesse e interessanti non certo solo il nostro Paese, ma per l’economia mondiale di comparto, che hanno portato a questo fenomeno. Sufficiente dire che in 45 anni di mia attività in questo settore di momenti di shortage e di difficoltà di approvvigionamento ne ho visti parecchi, ma un fenomeno così esteso, trasversale, che interessa tutti, ma proprio tutti, i produttori di semiconduttori e di componentistica per l’elettronica, non l’ho mai visto.

Quale la vostra posizione come Axel?
Axel non ha mai battuto la strada della delocalizzazione, per una cosciente convinzione strategica. La parte più evidente di quanto espresso qui sopra riguarda eminentemente problematiche di produzione dell’hardware, ma il delocalizzare ha visto, nella storia recente del comparto security, spostamenti di risorse di produttori anche nel software e, soprattutto, nel firmware.
In questo noi di Axel ci sentiamo, mai come in questo momento, forti e premiati dalle strategie perseguite.

In che senso?
Axel è una fabbrica italiana, a capitale italiano, localizzata in Italia, a Padova, e interamente autonoma e non dipendente da questo o quel consulente o operatore, situato magari dall’altra parte del mondo, che ha miriadi di altri tasks paralleli da portare avanti. No, la progettazione di Axel è interamente in Italia, in autonomia e indipendenza totale dal punto di vista di hardware, firmware e software. In Axel nascono i progetti, ne vengono gestite le varianti e le personalizzazioni, se e dove richieste.
La vicinanza territoriale e la nostra presenza nella geografia del nostro mercato di riferimento sono elementi che oggi si rivelano vincenti e premianti. E lo sono anche le nostre soluzioni per ambiti complessi e ad alto rischio dove la nostra conoscenza del mercato italiano della security, delle sue specificità e unicità, contribuisce a dare valore aggiunto, a partire dalle situazioni di tipo bancario, industriale e commerciale, fino al comparto residenziale di livello, che di security vera hanno necessità come non mai.
Il core business di Axel è il mercato italiano, con poche eccezioni di cooperazione con aziende estere mirate, e sul mercato italiano noi siamo concentrati. Riteniamo che ci sia ancora moltissimo da fare nel nostro territorio, dove si assiste da qualche anno ad una invasione di prodotti e pseudo sistemi di livello medio basso, orientati al mercato M2C (Manufacturer to Consumer) che, soprattutto nel comparto residenziale, ma non solo, vedono nel basso costo e nella letterale autoinstallabilità il loro motivo di essere. Questo fenomeno sta salendo di livello e viene preso in esame, e valutato, anche in situazioni dove la sicurezza dovrebbe essere trattata come tale, in ogni suo aspetto.

Intende dire che si sta creando confusione?
Esatto. Grande confusione, a partire dalla terminologia: si parla di impianti di allarme, che è una definizione che non vale nulla, perché un allarme è anche il cicalino del forno che suona quando la torta è cotta… Nel giocare sui termini, chi propone questi prodotti astutamente si tiene ben fuori dagli obblighi normativi, che esistono e sono ben definiti, ma si riferiscono a “sistemi di rilevazione intrusione”. Questo aspetto può sfuggire alla Signora Maria di turno, ma non certamente a chi si occupa per professione di security.
A partire dalla valutazione del rischio del sito, alla conoscenza delle tecnologie e delle tecniche di funzionalità e affidabilità degli apparati, alla conformità alle norme in vigore, alla scelta, oltre che dei materiali, di aziende strutturate, certificate e dalla comprovata solidità aziendale e capacità tecnica di installazione e manutenzione: questi sono elementi alla base di un corretto, efficace e funzionale progetto di sicurezza intrusione, in linea con i tempi e con le necessità di contrasto alle capacità tecniche molto affinatesi nell’ultimo decennio da parte della delinquenza.
Le linee di centrali Axel, dalla Axò alla gamma Axtra, danno soluzioni per protezioni che vanno dalle 4 alle 520 zone, con caratteristiche di programmabilità e di adattabilità alle più varie situazioni, decisamente interessanti ed avanzate. Le centrali sono filari, a singolo, doppio e triplo bilanciamento, ma possono avere a complemento le estensioni wireless, laddove serva, sviluppate con il protocollo bidirezionale ad alta sicurezza DSSS (Direct Sequence Spread Spectrum) del sistema radio Axeta® sviluppato interamente da Axel, per il quale abbiamo ottenuto il brevetto industriale N°102015000032129. Dalla gamma Axtra sono state sviluppate anche centrali speciali, destinate alle gare a destinazione specifica, come il mondo bancario, dotate di protocollo CEI-ABI embedded che dialogano direttamente con i centri che gestiscono questo protocollo speciale, di alto livello, e tipicamente utilizzato nelle situazioni ad alto rischio in Italia.

E quale il rapporto di Axel con i Security Managers?
Per queste soluzioni Axel è sempre disponibile ad affiancare i Security Managers per una definizione delle specifiche di progetto, per le esposizioni dei plus che Axel può offrire, per eventuali richieste specifiche che la committenza di questo livello potrebbe richiedere. Completano l’offerta corsi di formazione per installatori specifici e la possibilità di supporto diretto qui in Italia, che permette di arrivare per i casi particolari fino all’interagire con l’ufficio progetti. 
In poche parole Axel, azienda italiana presente sul territorio, è un produttore specializzato in security che vuole essere partner attivo ed efficiente di chi, anche solo per una prima curiosità o approfondimento, desidera avvalersi dell’esperienza di chi ha seguito da parecchi decenni l’evolversi costante del comparto Security nel nostro Paese.

a cura di Monica Bertolo

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