Home » News » Attualità

“Basta spezzatino : evviva l’olismo di Cogen”

S News incontra Roberto Pagani, Presidente Cogen Spa.

Cogen è stata fondata nel 1989 e quindi pone radici in esperienze consolidate e storia pluridecennale nel settore. Cogen diventa ora Cogen Openvision. Quali gli aspetti salienti di novità ed evoluzione di Cogen Openvision?
Cogen Openvision, Opensolutions, OpenWare, Open Security Ecosystem, Openservice. Tutto ciò che Cogen fa è anticipato dal termine Open che da solo spiega moltissimo. Cogen ha una storia consolidata da system integrator di successo, ma da alcuni anni ha deciso che quel lavoro, nell’ambito della sicurezza, avrebbe avuto un lento ed inevitabile declino, se non accompagnato da forti investimenti in ricerca e sviluppo, know how di alto profilo ed una standardizzazione, semplificazione e migliore efficienza che consentissero di offrire soluzioni integrate, semplici, economiche e soprattutto olistiche.

Tra le vostre parole chiave spiccano, infatti, OPEN, OLISMO, CONVERGENZA ICT, SEMPLICITA’. Quale il valore aggiunto che la vostra realtà, che il vostro approccio, le vostre soluzioni possono apportare al settore, in che cosa Cogen si differenzia ed identifica?
Innanzitutto, la caratteristica di quei termini è legata ad una forte propensione alla creazione di vantaggi ad alto valore economico per gli utenti. Trasformare una serie di parti, tra loro separate, in un organismo che fa e quindi vale molto piú della somma delle singole parti, che é in grado di rilevare, individuare, identificare, analizzare situazioni complesse, proporre, reagire, imparare, aiutare, ed altro ancora, bene questo è un approccio olistico.
Quando si parla di sicurezza, pur con le trasformazioni relative all’impiego di tecnologie sempre in evoluzione, le aree applicative sono da sempre le stesse: antintrusione, video e controllo accessi. Queste definizioni, di fatto, sono le stesse di 30 anni fa e sono spesso autoreferenziali, protezionistiche e non, tra loro, organiche. Facciamo un passo indietro e vediamo che cosa significa affrontare la sicurezza nelle imprese. Avete presente il cartello di divieto d’accesso ai non autorizzati? Esponiamolo davanti ai varchi aziendali. Se tutti lo rispettassero, finirebbe tutto lì e non servirebbe niente altro. Ma non é cosí. Allora controlliamo, in qualche modo, che dalle porte entrino solo gli autorizzati. Però ci sono anche le finestre, i muri, le recinzioni, le uscite di sicurezza, ed allora devo controllare anche che nessuno passi di lí. Poi la situazione e le difficoltà sono totalmente differenti se l’azienda é chiusa o aperta, se è in un building per uffici o in un’area industriale. Con l’azienda aperta aumenta la complessità. Ecco, la sicurezza fisica attiva serve ad individuare ed identificare chi non rispetta quel cartello ed a gestire al meglio la situazione che viene a crearsi. Il concetto è semplice, ma le complessità sono molte e spesso spaventano, perché vengono rese ancor più complesse dai fornitori di sistemi. In un contesto così conservatore, l’offerta di PSIM, cioè di Physical Security Information Management, rappresenta una grande novità e una grande opportunità di cambiamento, ma porta con se anche un po’ di delusione.

Perché?
Quando, qualche anno fa, si è cominciato a parlare di PSIM, avevo immediatamente parlato con il presidente dell’azienda statunitense leader del settore che mi aveva detto di non essere interessato al mercato italiano perché costituito da medie e piccole aziende incapaci di sostenere gli investimenti necessari visto che, come entry point price, si posizionavano intorno ai 200.000 dollari. Poi abbiamo capito che PSIM è considerato soprattutto un sistema informativo applicato alla sicurezza con lo scopo di analizzare, per poi modificare i comportamenti e migliorare, risparmiare e non sbagliare piú. Nei sistemi gestionali, sono stati gli ERP che hanno decretato la fine delle singole applicazioni contabili e amministrative fatte da fornitori diversi. Nella sicurezza peró esiste un vastissimo e variegato “campo” fatto di sensori, contatti, lettori, telecamere, controller, dispositivi meccatronici e soprattutto c’è la gestione real time degli eventi e delle possibili reazioni. Sono richieste moltissime competenze di vario tipo e tecnologie tra loro differenti. Nessuno può, credibilmente candidarsi ad essere un global provider senza obbligare l’utenza a moltissimi compromessi e perdita di libertà. Allora ció che gli PSIM ci permettono di apprendere, come posso utilizzarlo per migliorare efficacia ed efficienza, se non controlliamo in modo bidirezionale il campo, generando nuove funzioni, automatismi, comprensione di situazioni complesse e non solo di semplici eventi? Alla maggior parte degli PSIM manca una parte, per avere un risultato olistico. Il nostro risultato atteso, sfruttando al 100% le potenzialità disponibili nei sottosistemi collegati, è addirittura di prevedere, prevenire, avvisare in anticipo.

In tutto questo vostro processo, quanto sono importanti le partnerships , ed in base a cosa identificate i vostri “compagni di viaggio”?
Quanto detto, é possibile con OpenWare che è il nostro PSIM olistico e con OSE che è il nostro Open Security Ecosystem, fatto di integrazione con molti produttori terzi. Noi pensiamo che i protocolli standard sono anche standardizzatori di funzioni e prestazioni. Utilizzando i protocolli standard bisogna accontentarsi del minimo comune multiplo. Noi preferiamo dare ai produttori la possibilità di creare il massimo dal punto di vista funzionale, ma di darne anche, in trasparenza, la possibilità di gestirlo tramite interoperabilità. I nostri partner principali hanno questa importantissima e rassicurante caratteristica. Per esempio il controllo accessi è, spesso, la parte piú critica e complessa; il nostro team proviene anche da lì, ed ha sviluppato molti dei principali sistemi presenti in Italia e nel mondo. I sistemi di controllo accessi possono essere semplici o
complessi e quelli complessi hanno anche effettive difficoltà tecniche ad aprirsi completamente all’integrazione di terzi a causa della particolare architettura software su più livelli, ma spesso viene usata questa scusa per fidelizzare i propri clienti, che vengono così penalizzati dalla mancanza di libertà di scelta. Noi lavoriamo con tutti i produttori e con chi ci consente di avere rapporti industriali nel medio lungo periodo, perché le aziende che non pianificano sono ingestibili nei rapporti e pericolose per i clienti.

Quali quindi le soluzioni che state lanciando, quali le priorità per Cogen?
Lo PSIM olistico Openware, OSE: l’insieme di componenti e sottosistemi di terze parti resi interoperanti da Openware, OPENSERVICE l’organizzazione capillare di servizio multibrand in grado di intervenire localmente o da remoto, su tutti i livelli di sistema dai dispositivi di campo alla infrastruttura ICT. Tutto questo fa di Cogen un’azienda rara che puó impegnarsi sia in piccole realtà sia in progetti Enterprise o Mission Critical. Si può iniziare a lavorare con Cogen per la realizzazione di un impianto antintrusione, per un servizio di assistenza e manutenzione, per un sistema video o di controllo accessi/presenze, e si avrà il grande vantaggio di non inserire semplicemente una fornitura nello “spezzatino” ma all’interno di un progetto evolutivo ed olistico, che conserva l’esistente spesso rinvigorendolo, e che, un passo per volta, raggiungerà il traguardo di una soluzione completa, organica e aperta. Tutto ciò probabilmente senza spendere un euro in più. Credo che meglio di così non si possa fare per dare vantaggi e valore ai propri clienti. La meccatronica, la video analisi, la biometria e molto altro, consentiranno sviluppi enormi e rivoluzionari in questo settore e Cogen si candida ad esserne l’attore primario nei prossimi anni. Openware, diventerà anche embedded in gestori di campo appliance per la multifunzione del field, semplificando la soluzione di architetture molto distribuite, perché Cogen ha anche una connotazione di produttore/assemblatore hardware , là dove manca l’offerta, ma non creerà dipendenza ai clienti, non invadendo il campo dei terzi.
La semplicità e l’economia consentiranno alle aziende tipiche del mercato italiano di poter far entrare la sicurezza nella gestione e nelle infrastrutture ICT che già sono organizzate con una struttura tecnica, tecnologica e di system administration.

E’ quindi questa la chiave di volta del vostro olismo?
Certo, perché solo se si offrono vantaggi e si crea valore, oggi si puó stare sul mercato. La creazione del valore proviene dai vantaggi, e le soluzioni olistiche ne creano di nuovi. Ecco perché noi diciamo, basta spezzatino, evviva l’olismo, di Cogen, naturalmente.

a cura di Monica Bertolo

 

Condividi questo articolo su:

RIVISTA

Scarica l’ultimo numero in versione PDF.



Fiere ed eventi

S NewsLetter

Rimani sempre aggiornato sulle ultime novità della sicurezza.

Ho letto e compreso la vostra privacy policy.