Nella nostra società gli stimoli visivi (foto, video, cartelloni pubblicitari, etc.) sono imperanti e onnipresenti perché arrivano molto rapidamente al nostro cervello, impattando – nel bene e nel male – su pensieri ed emozioni. Spesso scegliamo i libri dall’immagine di copertina, leggiamo un articolo perché la foto ci colpisce, compriamo qualcosa perché la vediamo in una pubblicità.
Pensate a Harry Potter e a tutto il suo mondo, per fare un esempio conosciuto ai più: chi si immagina il maghetto diversamente da come è stato presentato nei film? Se leggiamo un libro prima di vederne il film, creiamo un film nella nostra testa, che poi si modifica in maniera consistente quando entra a contatto con quanto il regista ci propone.
Le storie di vita, così come le favole, che un tempo erano raccontate a voce, ora sono sostituite da video, che ci fanno entrare in diretto contatto con colori e suoni.
Non ha senso dire che “prima era meglio”, rimpiangendo una società meno “visiva” oppure esaltare il presente dimenticandosi del passato; oggi è semplicemente differente e i nostri canali di percezione sfruttano altre potenzialità. Possiamo però chiederci se può essere utile far riferimento solo a immagini fornite dall’esterno, che non lasciano spazio a immaginare altro, perché in esse è già presente tutto, oppure se a volte può aiutarci nella vita quotidiana anche tornare a creazioni visive assolutamente personali generate all’interno della mente.
L’immaginazione interiore ha a che fare con ciò che riguarda noi e le nostre esperienze uniche. Per questo le immagini esterne possono essere utili, divertenti, eccitanti, rilassanti o istruttive, ma niente sarà più efficace delle immagini che creiamo noi stessi, perché sono proprio quelle adatte a noi! A partire da questa constatazione, l’invito è quello di tornare a immaginare senza appigli esterni, specialmente se vogliamo apprendere qualcosa di nuovo o se vogliamo sostenere il nostro benessere psicofisico. Foto e video creati da altri, sulle loro personali caratteristiche, ci possono essere di ispirazione, ma negli occhi della nostra mente sono già contenuti tutti gli elementi che ci servono e che forse abbiamo dimenticato di avere.
Il processo di auto-ipnosi
Se vogliamo rilassarci possiamo guardare la foto di un tramonto o vedere un video con cascate che si gettano in un lago di acqua cristallina, ma possiamo più efficacemente usare lo sguardo interiore per tornare a un nostro ricordo piacevole o per creare qualcosa che non abbiamo mai visto davvero. In gergo tecnico questo uso dell’immaginazione corrisponde a un processo di auto-ipnosi, attraverso il quale si accede alle proprie risorse interiori, profonde, a volte inconsce. Sviluppare questa competenza accresce la creatività e la capacità di risolvere problemi e di agire verso un obiettivo e regolare meglio le emozioni, sostiene la motivazione nel fare qualcosa, migliora la leadership e riduce lo stress.
Non c’è nulla di più potente che un’immagine (esteriore e ancora di più interiore) per influenzare il nostro sguardo sul mondo e il nostro agire.
Usare l’immaginazione
Prova allora a giocare con le immagini, o meglio a riprendere a usare l’immaginazione come quando eravamo bambini. Da piccoli dobbiamo imparare moltissime cose per stare al mondo, risolvere problemi, affrontare difficoltà, perseverare (per poter andare in bici, imparare le addizioni, capire come arrampicarsi su un albero alto, coordinarci con gli altri nei giochi di gruppo, etc.) e l’uso dell’immaginazione ci sostiene in tutto questo.
Puoi creare immagini per rilassarti e verificare direttamente se il tuo corpo e la tua mente si sentono meglio. Solitamente poi queste immaginazioni sono meglio dei film, perché non solo vediamo, ma possiamo immaginare rumori, percepire profumi e gusti.
Un esempio di immaginazione per ridurre lo stress lavorativo è quello riportato nel box (che alcune ricerche hanno mostrato portare a un miglior benessere che durava più giorni). Puoi crearne di simili, con percezioni che ti appartengono di più. E puoi immaginare per darti forza di fronte alle fatiche, per mantenerti calmo davanti agli imprevisti e così via.
Esempi di immagini per ridurre lo stress
Percepisci in quali parti del corpo lo stress lavorativo si accumula. Puoi immaginare questi luoghi del corpo dove lo stress si addensa come degli accumuli di terra secca, come una terra deserta senza acqua, una terra spaccata e arida dove continua a battere il sole senza sosta, notte e giorno, una terra che non ha un momento di freschezza e di pace, ma che non aspetta altro che una goccia d’acqua per sentirsi meno rigida, più morbida e fertile.
Ora puoi cercare nel tuo corpo una zona o un organo da cui sgorga una sorgente d’acqua e puoi sentire l’acqua che zampilla da questa sorgente: un’acqua limpida, fresca, energica, cristallina, purificatrice, dissetante… E pian piano da questa sorgente l’acqua si spande lentamente, inondando di energia tutto il tuo corpo, scorre in tutte le zone del tuo corpo, anche le più lontane, allentando tutte le tensioni, irrigando tutto, fino ad arrivare alle tue zone aride. E allora puoi vedere l’acqua che scorre nelle spaccature della tua terra, che dolcemente, ma senza fermarsi entra nel terreno arido e pian piano senti che quella terra secca torna a essere morbida, nutritiva, fertile pronta a generare nuova vita, a rifiorire, a mostrare la sua bellezza e la sua potenza.
Per ridurre lo stress lavorativo è molto utile anche cogliere il supporto che il team di lavoro può dare. Puoi così immaginare che il tuo gruppo di lavoro forma con te una grande rete, siete tutti uniti da fili colorati che vi consentono di sostenervi, alcuni saranno più vicini a te e ti sosterranno di più, altri più lontani, e a volte sarai tu a sostenere gli altri. Questa rete di fili forte, colorata, è in grado di sostenere le cadute di ciascuno. Puoi sentirti proprio in mezzo a questa rete e sai che davanti a te, dietro a te, di lato, ci sono fili che ti lasciano la libertà di muoverti, ma che nello stesso tempo sono pronti ad accogliere le tue cadute mentre ti muovi. E tu sei un punto importante di questa rete.