Ben-Essere al lavoro: Questione di Cervello?
Ben-Essere al lavoro, la Rubrica di S News a cura di Giulia Cavalli, presenta l’approfondimento “Questione di Cervello”, che, partendo da esempi che si riferiscono alla tesi di Baron-Cohen propone, come sempre, validi consigli.
Buona lettura!
QUESTIONE DI CERVELLO?
Provate a rispondere a queste domande, indicando se ciò che riporta la frase è nel vostro caso vero (V) o falso (F).
1) Capisco subito se qualcuno desidera unirsi alla conversazione.
2) Mi metto facilmente nei panni degli altri.
3) Mi lascio coinvolgere nei problemi di un amico.
4) Non so mai bene come comportarmi nelle situazioni sociali.
5) Riesco a prendere decisioni senza farmi influenzare dai sentimenti e dalle opinioni altrui.
6) Di solito, quando vedo un film, sono distaccato.
Con molta probabilità (ma non preoccupatevi se non è così) se avete risposto vero alle prime tre domande e falso alle ultime tre siete donne.
Ora provate a rispondere a queste domande.
a) Se compro un’auto, voglio conoscere bene tutte le caratteristiche del motore.
b) Mi è chiaro come funzionano le quotazioni nelle scommesse.
c) Se a casa mia ci fossero problemi con l’impianto elettrico, riuscirei a riparare il guasto da solo.
d) Leggo raramente articoli sulle nuove tecnologie.
e) Quando studio un evento storico non mi curo delle date.
f) Faccio fatica a orientarmi in una città nuova.
Se avete risposto vero alle prime tre e falso alle ultime tre molto probabilmente (ma non è detto che sia così) siete uomini.
Questi sono solo esempi¹ che ci introducono alla tesi di Baron-Cohen, che ha individuato delle differenze nei cervelli maschili e femminili.
Non tutti gli uomini hanno quello che lui definisce il cervello maschile e non tutte le donne hanno il cervello chiamato femminile. Sono chiamati cervelli “maschili” solo perché in media gli uomini possiedono di più le caratteristiche tipiche di questo cervello, lo stesso dicasi per i cervelli “femminili” posseduti in misura maggiore da donne.
Tutti noi in realtà abbiamo caratteristiche di entrambi i cervelli, in misura differente.
Il cervello cosiddetto “femminile” sembra programmato per l’empatia, mentre quello “maschile” per la sistematizzazione. L’empatia è la capacità di riconoscere pensieri e sentimenti degli altri e reagire in modo opportuno a questi. È una competenza relazionale fondamentale per mantenere vicinanza all’altro. La sistematizzazione è la tendenza ad analizzare ed elaborare sistemi, ad organizzare e orientarsi.
L’empatia porta a partecipare ai sentimenti altrui per comprenderli, la sistematizzazione richiede invece distacco per analizzare i dati. Quando, per esempio, parliamo con gli amici, probabilmente useremo le nostre doti di empatia per comprendere il loro stato d’animo e, di certo, se un amico piange proviamo a confortarlo.
Quando, invece, dobbiamo capire il funzionamento di un sistema di sicurezza per farlo funzionare correttamente, faremo uso delle capacità di sistematizzazione.
Tutti in misura maggiore o minore possediamo queste due caratteristiche, che fanno riferimento a regioni cerebrali distinte.
A livello evolutivo probabilmente, avere un certo tipo di cervello per gli uomini e per le donne, ha permesso la sopravvivenza e l’evoluzione della specie. Ciò non significa che un cervello sia migliore di un altro, che essere capaci di progettare o installare un sistema di sicurezza sia meglio o sia peggio che essere in grado di prendere in considerazione pensieri e sentimenti del cliente o del collega. Semplicemente ciascuno di noi ha capacità diverse che si riflettono poi nelle nostre scelte lavorative, negli hobby e nelle relazioni. E per fortuna è così!
Questa diversità tra cervelli nell’affrontare le situazioni costituisce sicuramente una ricchezza per l’umanità, lo dimostra anche il fatto che l’evoluzione nel tempo non ha annullato queste differenze, perché sono risultate vincenti.
Il problema, soprattutto in ambito lavorativo, si ha quando si cerca di imporre a se stessi un funzionamento che non ci appartiene o, all’opposto, quando ci si barrica dietro al “sono fatto così”. La natura ci ha dotato di competenze “maschili” e “femminili”: sta a ciascuno di noi entrarvi in contatto e saperle utilizzare per svolgere al meglio il proprio lavoro.
di Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta, psicoanalista
e Comitato Scientifico S News
¹ Puoi trovare il test completo di Simon Baron-Cohen anche in italiano nel sito dello studioso esperto di autismo (patologia in cui la componente del cervello “maschile” sembra accentuata all’estremo), a questo link http://www.autismresearchcentre.com/arc_tests