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Cloud computing: quali minacce?

Cloud computing: quali minacce?

Cloud computing è entrato come termine nel linguaggio aziendale nel 2006, quando Amazon Web Services (AWS) ha introdotto il suo Elastic Compute Cloud (EC2). Il Cloud Threat Report, realizzato da Unit 42, il team di threat intelligence di Palo Alto Networks, mette in evidenza che “le aziende continuano ancora ad affrontare difficoltà nella protezione delle piattaforme di cloud pubblico dopo 13 anni dal lancio di EC2. Il report include i dati principali sulle minacce cloud, basati sull’intelligence, raccolti da differenti fonti tra gennaio 2018 e giugno 2019”, come sottolineano da Palo Alto Networks.

Tra i molti aspetti presi in esame, il report evidenzia che:

• “Le lacune presenti nelle attività di patching on-premise vengono spostate nel cloud.
Unit 42 ha rilevato più di 34 milioni di vulnerabilità in differenti cloud service provider (CSP), generate dalle applicazioni implementate dai clienti all’interno dell’infrastruttura fornita. Porre rimedio a queste vulnerabilità è realmente complesso, in quanto molti strumenti per la loro gestione standalone non includono gli ambienti cloud e restano quindi sparsi su più console. Le aziende hanno bisogno di consolidare gli strumenti in modo tale da creare una visione focalizzata sul cloud”.

• “Le configurazioni di default e non sicure dei container sono dilaganti.
La ricerca di Unit 42 rivela che oltre 40.000 sistemi container operano con configurazioni di default, dato che rappresenta circa il 51% di tutti i container Docker esposti pubblicamente. Molti dei sistemi identificati consentivano accessi non autenticati ai dati contenuti. Si raccomanda di definire una policy di sicurezza adeguata per ogni container che include informazioni sensibili, o un firewall esterno che prevenga l’accesso da Internet”.

• “La complessità del cloud favorisce gli aggressori.  
Per quanto riguarda gli incidenti di sicurezza cloud noti, il 65% è stato causato da configurazioni errate. Il 56% delle aziende ha subìto almeno una esposizione online di un servizio di Remote Desktop Protocol (RDP), nonostante la possibilità offerta da tutti i principali cloud provider di limitare il traffico in entrata. È l’occasione quindi per consolidare i controlli delle reti basate su cloud con sistemi di gestione on-premise definiti”.

la Redazione

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