Nel precedente approfondimento I colori della sicurezza, prima parte abbiamo introdotto la conoscenza di come i colori influenzino le persone in maniera non razionale, profonda e immediata.
Nel processo di percezione del colore entrano in gioco contemporaneamente fattori fisici ed emotivi. Concretamente, la luce attiva messaggi elettrici che giungono all’ipotalamo, che insieme all’ipofisi controlla per esempio il metabolismo, l’appetito, il sonno, il sistema nervoso, il sistema riproduttivo. Il colore non è quindi solo uno stimolo visivo, ma crea cambiamenti fisiologici dentro il corpo e, in termini psicologici, suscita esperienze emotive. L’effetto profondo del colore si basa in primo luogo su una risposta immediata e istintiva al “mi piace quel colore?” o “non mi piace?”.
Pensiamo al colore degli alimenti: i colori si associano ai cibi fin dall’infanzia e hanno una base nell’evoluzione umana (un burro troppo giallo segnala che è rancido e può far male). È possibile quindi influenzare il sapore di un cibo utilizzando il colore, ed associarlo istintivamente al senso di sicurezza. Nell’ambito alimentare i coloranti vengono utilizzati proprio per far sembrare un cibo più sano e appetibile, ma anche per farlo percepire più o meno dolce, salato, acido e amaro. Una bibita colorata di giallo fa percepire meno il dolce, rispetto al rosso (pur se la quantità di zuccheri è oggettivamente la stessa). Lo stesso vale per tutti gli ambiti in cui ci muoviamo. Per esempio è stato dimostrato che se un atleta indossa una tuta rossa ha più probabilità di vincere rispetto ad indossarne una di altri colori, in confronto a concorrenti di pari abilità, perché il rosso è legato a un comportamento dominante, perfino minaccioso.
Vediamo ora brevemente il senso che alcuni colori hanno assunto nel corso dell’evoluzione umana e che ancora oggi hanno un impatto su tutti noi a livello emotivo.
Il senso dei colori
Partiamo dal BLU, che è statisticamente il colore che piace di più alle persone ed è considerato il colore delle origini: l’uomo primitivo dalla sua grotta al sicuro con i propri cari vedeva il cielo scuro stellato blu; era il momento del riposo, del pensare e del non agire, della tranquillità e della fiducia, perché erano tutti al sicuro.
Il blu è la “madre” che accoglie nella difficoltà: quiete, calma, riposo, ricarica, meditazione, ricezione, ascolto, amore fiducioso e incondizionato, intimità dolce e mistica, ascolto dell’altro a cui si risponde con gioia. Provate a far caso come chi lavora in banca, vende case o oggetti preziosi spesso si veste di blu e così siamo più facilmente portati a dargli fiducia e a sentirci sereni. Il blu è il colore della persona o della situazione disponibile e affidabile. Chi ama il blu solitamente è un buon ascoltatore, tranquillo e riflessivo; per questo è definito un colore “ricettivo”: permette di accogliere, ricevere. Solitamente la tranquillità del blu porta a un miglior utilizzo delle capacità cognitive e a un’ampiezza di vedute.
Il VERDE, che è il più diffuso in natura, è un colore “difensivo” e corrisponde al coraggio di difendere ciò che si ama. È certezza e sicurezza, assertività, capacità di difesa. Forza di volontà, senso di responsabilità, autonomia, autoaffermazione e costanza. Non a caso il verde nasce dall’unione tra blu e giallo: il blu è l’affidarsi, l’abbandonandosi, il giallo è la possibilità di esplorare, di essere esposti e di comunicare.
Pensiamo sempre ai nostri antenati che, uscendo dalle loro grotte durante il giorno, camminavano nei prati e nelle foreste: dovevano stare all’erta per evitare pericoli e spiacevoli sorprese da cui difendersi e mantenere i punti di riferimento per non perdere l’orientamento. Non è un caso che le tute militari contengano il verde, che i tavoli da gioco e i campi da calcio siano verdi: bisogna stare attenti nel proprio agire, difendersi dai pericoli, controllare per mantenere la propria direzione. I banchi di scuola sono solitamente verdi e questo aiuta a mantenere l’attenzione, così come i camici dei medici in sala operatoria: è un essere vigili, non agitati, tranquilli ma pronti all’azione. Quando abbiamo bisogno di avere un’attenzione rilassata possiamo passeggiare tra i boschi, guardare la natura.
Il ROSSO richiama, a livello della storia evolutiva dell’uomo, il colore del sangue, un sangue che sgorga dagli animali che vengono uccisi per nutrirsi. È il colore dell’aggressività, della capacità di fare e conquistare. Il rosso è il coraggio dell’intraprendenza, della forza e anche della prevaricazione, è il gioire per un’impresa portata a successo.
Il GIALLO è la luce solare: l’uomo primitivo che, oltre a cacciare e prevaricare sugli altri con la legge del più forte, può uscire “alla luce del sole” e barattare e condividere con gli altri, scambiare oggetti rispettando le volontà reciproche, dialogare e trattare. Il giallo è socievolezza, rispetto dei ruoli e delle scelte degli altri, è capacità di stare nel gruppo e di lavorare a vantaggio del gruppo stesso, è ottimismo, curiosità verso le usanze dell’altro, comunicazione, scambio. È un colore che lavora sulla fiducia in sé e negli altri e sul rispetto ed è tipico di chi ama lavorare in gruppo.
Il NERO è la notte, il buio, è l’assenza di colore. Quando una persona è arrabbiata solitamente dice “Sono nero! Lasciami stare ora!”: è un momento di protesta, di distacco. Il nero può aiutare ad affrontare gli ostacoli, ma quando è troppo rischia di far girare a vuoto una persona, presa solo dalla sua rabbia. Il nero è anche il colore che vediamo nei vestiti eleganti, negli abiti talari, nella cintura dei maestri di arti marziali perché indica distacco: ti ascolto, ti guido, mi relaziono con te, ma continuo a seguire la mia strada, non entro in amicizia.
Il GRIGIO è la fusione del nero e del bianco, è un colore “imparziale”, è il colore di chi non esprime la sua posizione né per una parte né per l’altra, di chi non prede decisioni perché c’è bisogno di mantenere la tranquillità, di chi sa ascoltare l’altro rispettando il turno e non lo prevarica, perché non vuole farsi notare troppo. Il grigio fa sentire freddo al corpo, che così si ritira, mentre stare in stanze con le pareti di colori come arancio o fucsia aumenta la temperatura corporea. È solitamente associato all’ansia, all’insicurezza, ma nella sua influenza positiva porta a trovare la via di mezzo nelle questioni, l’equilibrio.
Il BIANCO è la somma di tutti i colori. Pensare al bianco fa venire in mente la purezza e la pulizia, la saggezza, l’immensità, l’essere elevati. Il bianco in associazione ad altri colori sostiene la sicurezza dell’equilibrio emotivo; per questo quando siamo esposti troppo al colore senza bianco il mentale e l’emotivo si sovraccaricano, quando invece c’è troppo bianco si si sente inibiti, dispersi e senza confini di protezione.
Una curiosità importante da sapere: anche solo immaginare un colore ha lo stesso effetto del vederlo. Pubblicizzare un prodotto o un’idea evocando un colore solo con le parole o un’immagine con certi colori (per esempio, parlare del mare, dell’alba, del cielo notturno, di un prato in primavera…) influenza il cervello e il corpo come se quel colore fosse effettivamente visto.
Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta, psicoanalista, è curatrice della rubrica Ben-Essere al lavoro, ed è parte del Comitato Scientifico di S News.