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Confartigianato: come sta cambiando il comparto dell’installazione

Confartigianato a Fiera Bergamo 2025

Molti i mutamenti in atto nel comparto dell’installazione e per capire gli scenari attuali e futuri ecco le risposte di Romano Mati, Presidente Nazionale Elettronici di Confartigianato Imprese.

Presidente Mati, come sta cambiando il comparto dell’installazione secondo Confartigianato?

Gli scenari possono cambiare principalmente in due modi: o in maniera sostanziale oppure a volte, come sta succedendo in questo caso nel comparto dell’installazione, i mutamenti possono sembrare lievi, quasi come se fossero soltanto integrazioni a una base già esistente.  I cambiamenti principali riguardano una platea abbastanza vasta di operatori, ovvero tutto il mondo dell’installazione vera e propria. Le mutazioni, man mano che passano gli anni sono sempre più rapide: per fare un esempio, la revisione delle norme CEI ha subito evoluzioni, integrazioni e modifiche sempre più rapide. Basti prendere in considerazione il lasso di tempo fra la settima edizione (del 2012), l’ottava (del 2021) e la nona dell’anno corrente, che lascia agli operatori un tempo di adeguamento sempre più stringente.

Diversi anni fa, il campo d’azione dell’installazione elettrica aveva un perimetro abbastanza delimitato mentre oggi è talmente vasto che vi sono figure che possono occuparsi di applicazioni, come ad esempio, di building automation, che ha poco a che vedere con le tipologie di installazione degli impianti elettrici “classici”. Questi stravolgimenti hanno portato gli operatori a doversi giustamente specializzare in un in uno o più settori per cercare di seguire quelle che sono le normative ma anche l’evoluzione tecnologica. Rispetto a pochissimi anni fa stiamo prendendo atto del modo di operare, un modo magari diverso, non migliore o peggiore ma diverso rispetto a come eravamo abituati. I cambiamenti sono piccoli ma continui e, in un arco temporale abbastanza ristretto, ci si accorge che il lavoro è molto cambiato.

Tutto questo, quindi, cosa significa e cosa comporta?

Significa che occorrono operatori sempre più qualificati e che siano in grado di seguire questo aggiornamento normativo e tecnologico continuo finalizzato a diverse aree riguardanti ad esempio edifici e infrastrutture. Non dimentichiamo che oggi gli edifici rivestono un’importanza strategica anche dal punto di vista legislativo: con l’economia green, le strutture, dovranno essere efficientate con grado e caratteristiche tecniche molto elevati. Per seguire tutte queste evoluzioni, occorrono aziende e soggetti che siano in grado di poter seguire questi cambiamenti e ciò è realmente faticoso. Sono sempre più necessari strumenti e risorse che spesso le piccole e piccolissime aziende possono non disporre nell’immediato.

Ricordiamo che il nostro sistema in Italia si fonda nella stragrande maggioranza dei casi su piccole e piccolissime aziende, le quali si trovano ad avere delle difficoltà oggettive nell’adeguarsi in materia burocratica, tecnologica, normativa a quello che per il mercato richiede attualmente. Tuttavia è necessario adeguarsi, poiché non è più possibile scegliere una strada diversa, non esiste un’opzione e, sebbene gli adeguamenti stiano comportando una rivoluzione, questo scenario presenta in parte anche benefici. Quando si verificano rivoluzioni di questo tipo (vedi rivoluzione industriale, avvento dell’informatica) il mercato spesso gode di alcuni benefici, tra cui movimenti di capitale, maggiori investimenti, innovazioni importanti e al tempo stesso anche la richiesta di una maggiore e capillare formazione, quindi persone qualificate.

Ed è sempre più problematico l’aspetto che riguarda le “nuove leve” e la manodopera in generale. Occorre considerare che le nuove generazioni rispetto alle precedenti hanno un modo di interpretare il mondo del lavoro che differisce anni luce ed è proprio su questo punto che nascono difficoltà nel coniugare le richieste del personale con innovazione tecnologica, adeguamenti normativi, burocratici, e così via. Pertanto ci sono grandi difficoltà a reperire nuove figure, ed è una difficoltà trasversale riscontrata nella stragrande maggior parte dei settori. Ad esempio, le piccolissime imprese si trovano a dover affrontare questi problemi in maggior misura oltre a fronteggiare una concorrenza spietata, mentre le strutture più organizzate possono operare in modo completamente diverso, poiché essendo strutturate hanno più facilità a reperire le nuove generazioni da formare. Tuttavia il nuovo modo di operare può incidere sulla capacità di dialogo diretto con il cliente finale.

Quale la spinta che le nuove generazioni possono dare al mondo dell’installazione, dal punto di vista di Confartigianato?

Sebbene l’approccio delle nuove generazioni sia completamente diverso da quelle precedenti, può dare una spinta decisiva per disegnare un nuovo modello lavorativo, dal momento che è ancora in atto il ricambio generazionale. Come però succede spesso, vi è un rovescio della medaglia, perché è un approccio che può rappresentare anche un freno: dovendo adeguarsi con sempre meno tempo a disposizione a tutti i cambiamenti normativi e tecnologici occorre da parte delle aziende cercare di interpretare le nuove esigenze, le problematiche e l’importanza di non ignorarle. Si dovrà per forza stabilire un dialogo con tutti coloro che domani saranno il motore delle aziende, e cercare di capire nel profondo quello che sono gli approcci, le richieste e le potenzialità. Questo può rappresentare inizialmente un freno, perché richiede risorse e del tempo prezioso, ma al tempo stesso è un forte accelerante perché si è consci che le innovazioni tecnologiche possono essere meglio assimilate grazie a una generazione “nativa digitale”. In sostanza, ciò che può sembrare disruptive per l’attuale modello lavorativo è in realtà sia una preziosa risorsa che un freno, perché rimane impegnativo cercare di capire le nuove esigenze.

Quale quindi l’approccio vincente?

L’approccio migliore sarà senza dubbio il dialogo e la comprensione delle nuove esigenze e attraverso di esse cercare di indirizzare la nuova forza lavoro verso la generazione di benefici comuni, ossia secondo l’ottica del win-win:vinci tu, vinco anch’io e vinciamo tutti”. Purtroppo questo percorso non è però alla portata di tutti; ricordiamoci che PMI e micro aziende sono composte da un numero ristretto di imprenditori e collaboratori, pertanto non si sta parlando della grossa struttura che può dedicarsi alle persone, ai rapporti e alla gestione.

Ad ogni modo la capacità imprenditoriale dovrebbe, e non è scontato che sia così, saper mediare fra quello che può rappresentare l’opportunità offerta dalle nuove generazioni e tutto ciò che non è possibile cambiare e stravolgere dall’oggi al domani. Sappiamo che ogni azienda ha un’identità che si è costruita nel tempo, una filosofia, una prassi e quindi delle abitudini nel lavorare in un certo modo, quindi il cambiamento senz’altro sarà rapido ma non troppo repentino perché, con tutta probabilità, non trova le imprese del tutto pronte. In conclusione, non tenere conto di queste esigenze, molto diverse rispetto a quello che eravamo abituati a vedere, equivale a rinchiudersi in un orticello il cui perimetro diventa sempre più piccolo rispetto a quello che era ieri, rimpicciolendosi sempre più fino a diventare insufficiente per qualunque sia l’esigenza di un’azienda.

Da sottolineare poi che l’Europa ci porta a nuovi obiettivi, anche in questo specifico settore!

Esatto: non siamo solo cittadini italiani ma anche europei. È vero che l’agenda europea degli “impegni” contiene alcuni obiettivi impossibili (per ora) ma che comunque dovranno essere raggiunti in un margine di tempo ristretto. Facciamo riferimento, ad esempio, all’ambito dei veicoli elettrici e dell’efficientamento energetico degli edifici. In questo contesto abbiamo la certezza che è possibile cercare di rimandare di un poco i termini di scadenza dato che al momento non si hanno le capacità economiche e infrastrutturali necessarie. Tuttavia, per poter riuscire a raggiungere gli obiettivi in tempi ragionevoli, sarà necessario accelerare al più presto.

L’Italia ha un patrimonio edilizio importantissimo che però tendenzialmente è vecchio, non efficientato ed energeticamente dispersivo. Un discorso simile lo si può fare per quanto riguarda i veicoli elettrici e le ben note problematiche: la scarsità di infrastrutture, non soltanto per la ricarica ma anche per la produzione e distribuzione di energia sono il cardine su cui si baserà il modello di trasporto del domani (nel senso letterale della parola perché è già domani). Va anche considerato, onestamente, che le fonti rinnovabili da sole possono in qualche modo mitigare i picchi di domanda ma attualmente non sono per nulla in grado di rispondere appieno a questa esigenza. Detto ciò, è inevitabilmente necessario un lasso di tempo più lungo per adeguare le strutture, e al tempo stesso servono anche imprese che abbiano una visione e un approccio orientati verso i nuovi modelli abitativi e di trasporto.

Che cosa intende nello specifico?

Intendo dire che la vera innovazione non è utilizzare al meglio le tecnologie di ultima generazione ma utilizzarle come fondamenta su cui costruire un qualcosa che sia, come si dice adesso, “a prova di futuro”. Occorre pensare in modo che il bene singolo, che appartiene al cittadino, non rappresenta più un qualcosa a sé stante, ma un piccolo ingranaggio che fa parte di un grandissimo meccanismo collettivo. Ad esempio, l’edificio che appartiene al singolo che spende meno in termini di energia va a generare un piccolo beneficio a tutta la società, e allo stesso modo una rete bilanciata ed efficiente destinata alla ricarica dei veicoli è altrettanto importante quanto una wallbox privata, poiché la rete dovrà essere predisposta per valorizzare ogni singolo punto e su questo aspetto le V2G (vehicle to grid) sono soltanto l’inizio.

Le Giornate dell’Installatore Elettrico e EDIL 2025, fra i più importanti eventi fieristici del settore organizzati da Promoberg, che si svolgeranno presso Fiera Bergamo dal 20 al 22 Marzo (Giornate dell’installatore Elettrico) e dal 20 al 23 Marzo (EDIL 2025), rappresentano un’opportunità esclusiva per discutere e approfondire tendenze, nuove tecnologie e sfide del settore dell’installazione e dell’edilizia incontrare le associazioni di categoria, i più affermati professionisti del settore, oltre che un momento di confronto, formazione e condivisione di problematiche e tematiche cardini per il settore.

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