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Cyberwarfare: State e Trends Report 2022-2023

Cyberwarfare State e Trends Report 2022-2023

Cyberwarfare: quale l’opinione di professionisti IT e Security a livello globale? Lo State of Cyberwarfare and Trends Report 2022-2023 di Armis, evidenzia il sentiment dei professionisti IT e sicurezza di tutto il mondo riguardo alla cyberwarfare. Lo studio riporta le opinioni di più di 6.000 esperti da tutto il mondo, attivi in molteplici settori, tra cui sanità, infrastrutture critiche, retail, supply chain e logistica.

L’analisi sul Cyberwarfare

“L’invasione russa dell’Ucraina – sottolineano gli analisti di Armis – non solo ha tragicamente sconvolto la vita di innumerevoli persone in uno stato sovrano, ma sta anche provocando onde d’urto geopolitiche di cyberwarfare che si riverbereranno nel prossimo futuro. Gli obiettivi odierni vanno ben oltre i livelli più alti dei governi di opposizione; qualsiasi organizzazione è una potenziale vittima, con le infrastrutture critiche e le entità di alto valore in cima alla lista.

“La guerra informatica – evidenzia Nadir Izrael, CTO e co-fondatore di Armis – è il futuro del terrorismo con gli steroidi, in quanto fornisce un metodo di attacco asimmetrico ed efficace dal punto di vista dei costi, che richiede una vigilanza e una spesa costanti per difendersi. La guerra informatica clandestina sta rapidamente diventando un ricordo del passato. Oggi assistiamo ad audaci attacchi informatici da parte di Stati nazionali, spesso con l’intento di raccogliere informazioni, interrompere le operazioni o distruggere completamente i dati. Sulla base di queste tendenze, tutte le organizzazioni dovrebbero considerarsi possibili obiettivi di attacchi di una guerra informatica e dovrebbero proteggere di conseguenza le proprie risorse”.

  • Un terzo (33%) delle organizzazioni globali non considerano la cyberwarfare come una seria minaccia, identificandosi come indifferenti o non preoccupati dall’impatto della guerra informatica sulla loro organizzazione nel suo complesso, lasciando spazio a carenze in termini di sicurezza.
  • Circa un quarto delle organizzazioni (24%) si sente impreparato ad affrontare una guerra informatica. Infatti, l’aspetto meno valorizzato in ambito di sicurezza agli occhi dei professionisti IT è la prevenzione degli attacchi da parte degli Stati nazionali (22%).
  • Oltre 3 professionisti IT e della sicurezza su 5 (64%) intervistati concordano con l’affermazione “La guerra in Ucraina ha creato una maggiore minaccia di guerra informatica”.
  • Più della metà (54%) dei professionisti che sono gli unici responsabili della sicurezza informatica, ha dichiarato di aver riscontrato nei sei mesi (maggio-ottobre 2022) un maggior numero di minacce sulla propria rete rispetto ai sei mesi precedenti.
  • Oltre la metà (55%) dei professionisti IT intervistati concorda con l’affermazione: “La mia organizzazione ha rimandato o bloccato i progetti di trasformazione digitale a causa della minaccia di guerra informatica”. Questa percentuale è ancora più alta in alcuni Paesi, come Australia (79%), Stati Uniti (67%), Singapore (63%), Regno Unito (57%) e Danimarca (56%).
  • Alla domanda su quale sia la politica della loro organizzazione in merito al pagamento di riscatti in caso di attacco ransomware, i professionisti IT a livello globale hanno rispondo in maniera discorde. Il 24% degli intervistati ha dichiarato che la propria organizzazione paga sempre il riscatto, il 31% che paga solo quando i dati dei clienti sono a rischio, il 26% che non paga mai e il 19% che dipende.
  • Poco più di tre quarti (76%) dei rispondenti concordano sul fatto che i consigli di amministrazione stiano cambiando la cultura della loro organizzazione verso la cybersecurity in risposta alla minaccia di guerra informatica.
  • Quasi 4 professionisti IT su 5 (78%) hanno dichiarato che, pensando ai recenti eventi globali imprevisti (come la pandemia, la guerra in Ucraina etc.) è probabile che la loro azienda investa una parte maggiore del proprio budget nella cybersecurity, con quasi 2 su 5 (37%) che lo ritengono molto probabile.

Ulteriori dati

“I dati di proprietà di Armis Asset Intelligence and Security Platform, raccolti dal 1° giugno 2022 al 30 novembre 2022 – specificano dall’azienda – hanno confermato che le criticità sopracitate non hanno rallentato, ma sono peggiorate. Le potenziali minacce contro la clientela globale di Armis sono aumentate del 15% da settembre a novembre rispetto ai tre mesi precedenti. Inoltre, Armis ha identificato la percentuale maggiore di minacce contro le organizzazioni di infrastrutture critiche, mentre le organizzazioni sanitare sono al secondo posto tra i settori più presi di mira”.

Oltre ai principali risultati globali emersi dal report e ai dati proprietari complementari della piattaforma Armis, sono stati approfonditi i trends regionali con un’analisi unica Paese per Paese, i cui dati sono stati raccolti in report specifici per US, UK, Francia, DACH (Austria, Germania, Svizzera), Penisola Iberica, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e APJ (Australia, Giappone e Singapore).

Armis ha intervistato 6.021 professionisti IT e responsabili della sicurezza in aziende con più di un centinaio di dipendenti negli USA, UK, Francia, DACH (Austria, Germania, Svizzera), Penisola Iberica, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e APJ (Australia, Giappone, Singapore). Questi risultati sono stati raccolti tra il 22 settembre 2022 e il 5 ottobre 2022, e descrivono lo stato della guerra informatica a livello globale in varie regioni e settori.

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