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Disaster Recovery: 73% delle PMI italiane ne è sprovvisto

Disaster recovery PMI italiane

Il Disaster Recovery è considerato sempre più come una componente basilare di cui tenere conto in fase di progettazione, e non come un piano B. Tuttavia, in Italia il 73% delle PMI non dispone di un piano di Disaster Recovery, come evidenzia un’indagine commissionata da Aruba SpA a BVA Doxa sul tema della conservazione e sicurezza dei dati e, in dettaglio, sulla disponibilità di piani di Disaster Recovery nelle PMI italiane, in occasione dell’European Cyber Security Month.

“Ripristinare l’accesso e la funzionalità dell’infrastruttura IT a causa di attacchi informatici, interruzioni e guasti – sottolineano da Aruba – rappresenta per le aziende la soluzione “as a service” più importante da implementare per garantire la propria business continuity”: infatti, non è sempre possibile prevenire un cyberattacco oppure un evento disastroso in ambito IT, ma gli eventuali danni possono essere limitati.

I dati relativi alla disponibilità di piani di Disaster Recovery

L’indagine ha sottolineato che:

  • poco più di un’azienda su 4 è dotata di un piano di Disaster Recovery, con un’incidenza leggermente più elevata tra le medie imprese (31%). Gli esercizi pubblici (come alberghi, ristoranti e bar) intervistati dispongono di un piano di Disaster Recovery nel 49% dei casi.
  • Il 68% delle PMI non è interessato a introdurre piani per il ripristino dei dati neanche nel lungo periodo. Inoltre, l’80% delle piccole e il 53% delle medie imprese non pianifica l’adozione di un sistema di Disaster Recovery neanche nel prossimo futuro.
  • Come già reso noto in una recente survey di BVA Doxa-Aruba, 7 aziende su 100 hanno sperimentato una perdita di dati nel corso degli ultimi anni, subendo in media un downtime di quasi 2 giorni e con danni economici non quantificabili per il 43% degli intervistati. 
  • Secondo la stessa indagine, una PMI su 4 dichiara di non disporre neanche di una soluzione di backup. Le aziende dotate di un backup in cloud sono risultate essere il 57%.

“Backup e Disaster Recovery – evidenzia Lorenzo Giuntini, CTO di Aruba – hanno due scopi profondamente diversi, ma al contempo complementari. Il primo mira a salvaguardare il dato in seguito a cancellazioni, errori umani o, in generale, perdita dati. Il secondo protegge il sistema nel suo complesso, compreso il sito di erogazione, garantendo una ripartenza in tempi certi ed in qualunque circostanza, anche a seguito di disastri ambientali o catastrofici, andando quindi oltre il concetto di dato ed includendo invece tutto quello che gli orbita intorno.

Visti i pericoli, anche potenzialmente disastrosi, a cui si espone un’azienda priva di questi servizi, la strategia più corretta per la sua tutela è quella di implementare entrambe le soluzioni. Per farlo non esiste un’unica via: la scelta delle soluzioni e delle modalità più adatte passa attraverso un’attenta analisi dei rischi, la classificazione dei dati e la definizione del perimetro di protezione. Solo in questo modo è possibile costruire l’infrastruttura più adeguata a garantire e ad assicurare la continuità operativa aziendale in ogni condizione”. 

Metodologia

BVA Doxa ha realizzato 300 interviste in modalità CATI (interviste telefoniche) con questionario strutturato, in modo da raccogliere il punto di vista dei responsabili che si occupano dell’infrastruttura informatica all’interno delle aziende coinvolte, con un panel rappresentativo composto per il 51% da Founder e Amministratori Delegati e per la restante parte da C-Level (CIO, CTO e CFO), IT ed HR Managers. I settori coinvolti sono stati Servizi e Terziario, Commercio, Esercizi Pubblici, Sanità e Istruzione, Produzione e Vendita, Trasporto e Costruzioni. Sono state rappresentate in maniera omogenea due tipologie di imprese (Piccole Imprese, fino a 25 dipendenti, e Medie Imprese, da 26 dipendenti in su) nelle 4 macroregioni italiane (Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud). 

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