Dispositivi smart: cresce utilizzo ma end users chiedono più sicurezza
In Italia, l’utilizzo di dispositivi smart personali e per la casa, appartenenti soprattutto alla categoria della sicurezza, è in aumento, e i consumatori sono sempre più attenti ai potenziali rischi per la privacy o per la salute correlati. Infatti, il 77% degli italiani è propenso all’acquisto di un dispositivo per la smart home entro i prossimi due anni, mentre il 67% è interessato a comprare almeno un oggetto smart personale nello stesso arco temporale. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca “Smart home e dispositivi personali smart: il punto di vista dei consumatori italiani” di UL Solutions, che opera nella scienza della sicurezza applicata, realizzata in collaborazione con BVA Doxa. Lo studio analizza i trends di consumo in riferimento a quattro categorie di prodotti per la smart home (gestione della casa ed entertainment, elettrodomestici, safety & security ed efficienza energetica) e quattro nell’ambito dei dispositivi personali smart (oggetti indossabili per il fitness, prodotti per il monitoraggio della salute in tempo reale, sistemi di monitoraggio dei bambini e devices per l’assistenza e il controllo delle persone fragili).
Criteri di scelta dei dispositivi smart
Tra i criteri di scelta dei prodotti smart, i più importanti sono risultati essere:
- una comunicazione chiara e trasparente sui possibili rischi per la privacy o la salute (48%);
- un’APP di gestione del dispositivo con ottime recensioni (45%);
- certificazione del prodotto da parte di un ente indipendente (43%).
In particolare, la certificazione qualificata convince di più rispetto alla fiducia nel brand (38%), al passaparola (36%) e al consiglio del venditore (20%).
Tuttavia, circa il 30% degli intervistati esprime almeno una paura legata alla sicurezza degli oggetti smart. I principali fattori che frenano l’adozione di questi devices tra coloro che si sono detti “molto preoccupati” sono:
- attacchi informatici e rischi per la privacy correlati (1 italiano su 3);
- potenziale hackering del dispositivo smart, che potrebbe essere controllato da terzi (1 su 4);
- possibili effetti nocivi per la salute, dovuti alle emissioni di onde radio derivanti dall’utilizzo quotidiano degli oggetti smart (1 su 5).
Smart working e smart devices
I lavoratori in smart working, in particolare quelli che hanno iniziato tra il 2020 e il 2021 sull’onda dell’emergenza pandemica, mostrano una propensione all’acquisto di prodotti smart maggiore rispetto al totale degli intervistati. Sono più frequentemente uomini (+8%), tendenzialmente più giovani, con una concentrazione nella fascia di età 35-54 anni (+7%).
Analizzando le tendenze d’acquisto, gli smart workers hanno comprato più dispositivi per la casa rispetto al totale del campione (+7%): in particolare, più sistemi smart per l’efficientamento energetico (+9%), devices per la domotica e l’entertainment (+8%), elettrodomestici (+8%).
La necessità principale è monitorare e gestire l’ambiente domestico da remoto, riducendo i consumi. L’acquisto di termostati e climatizzatori smart da parte di questa categoria di consumatori registra infatti un +11% rispetto al totale degli intervistati. Lo smart working, infatti, consente di non essere legati né all’ufficio né alla propria residenza, e gli strumenti di controllo e monitoraggio da remoto possono quindi facilitare un efficientamento.
La tendenza ad acquistare più prodotti smart da parte di chi lavora in remoto è ancora più evidente se si analizza il possesso di smart devices personali (+12% nel complesso), in particolare i prodotti per l’health monitor (+9% negli ultimi due anni) e gli oggetti smart indossabili (+7%). Positiva, ma meno evidente, la differenza rilevabile per i prodotti per il monitoraggio e l’assistenza alle persone fragili (+3%).
“È dunque evidente – evidenziano da UL Solutions – che lo smart working ha trasformato in abitudine quello che magari prima era solo un interesse o un uso sporadico. Per il prossimo futuro, i livelli di propensione all’acquisto di coloro che, pur essendo già avvezzi all’uso lavorando da casa, hanno ulteriormente consolidato l’adozione, appaiono quindi maggiori rispetto al totale campione”.
Dispositivi smart per la casa: efficientamento energetico e sicurezza
Secondo la ricerca, negli ultimi due anni gli acquisti di dispositivi per la smart home hanno riguardato principalmente:
- gestione della casa ed entertainment (60%);
- elettrodomestici (39%);
- dispositivi smart per la sicurezza (39%);
- dispositivi per l’efficientamento energetico (34%).
Le principali ragioni d’acquisto citate da coloro che hanno comprato uno o più dispositivi per la smart home riguardano principalmente la comodità, la capacità di gestire apparecchi ed elettrodomestici a distanza tramite APP e, naturalmente, la possibilità di rendere più sicura la propria casa.
La propensione agli acquisti futuri, invece, vede in cima alla classifica dei devices per la casa intelligente i dispositivi per il controllo dei consumi e il risparmio energetico. L’aumento dei costi dell’energia, che nell’attuale contesto economico rappresenta un grave problema per famiglie e aziende, sta infatti diventando il principale driver di adozione. Secondo l’indagine, al primo posto tra i prodotti smart home da acquistare nei prossimi due anni figurano termostati, climatizzatori, sistemi di controllo della temperatura e dei consumi elettrici, prese e lampadine. Il trend, già in corso da qualche tempo, è destinato a crescere nel breve e medio termine.
A livello di categoria di prodotto, tra le quattro che sono state oggetto dell’indagine smart home l’interesse principale si concentra sui dispositivi di sicurezza, quali impianti di allarme e antifurto, videosorveglianza e antintrusione. Il 51% degli intervistati prevede di acquistare questa tipologia di smart devices nei prossimi due anni.
L’installazione dei dispositivi smart per la casa è stata gestita in autonomia da 2 intervistati su 3, ma il 40% di coloro che se ne sono occupati personalmente ha riscontrato notevoli complessità nella configurazione, soprattutto nel caso dei prodotti per l’efficientamento energetico.
Il 60% degli utenti si dichiara soddisfatto delle APPs che gestiscono gli smart devices, ma il restante 40% ritiene vi siano spazi di miglioramento in termini di qualità e funzionalità. “La diffusione degli smart devices – sottolinea Francesco Marenoni, Sales Director del gruppo Consumer, Medical and Information Technologies di UL Solutions – non può prescindere dalla progettazione di APPs ad alte prestazioni, intuitive e adatte alle esigenze di un pubblico molto ampio. I produttori dovrebbero quindi mettere in atto un ascolto approfondito e sistematico delle istanze dei consumatori per un miglioramento continuo della user experience”.
Dispositivi smart personali: fitness e salute
Tra le categorie di dispositivi smart personali, gli oggetti indossabili connessi per il fitness e il tempo libero (quali smartwatches, braccialetti, anelli, collane, borse, occhiali, cappelli e indumenti) risultano essere i più acquistati negli ultimi 2-3 anni (31%). Seguono i dispositivi di health monitoring, scelti nel 20% dei casi, probabilmente anche a seguito delle esigenze emerse durante la situazione sanitaria post Covid. Solo l’8% di coloro che hanno comprato oggetti smart personali ha acquistato sistemi di monitoraggio dei bambini (es. bracciali connessi, baby monitors WiFi) o per l’assistenza delle persone fragili.
Le preferenze d’acquisto rilevate dall’indagine si riflettono anche sulla propensione per il futuro. I devices per il benessere e quelli per il controllo della salute attraggono entrambi il 35% degli intervistati, mentre le intenzioni d’acquisto di sistemi per l’assistenza alle persone fragili (19%) e dispositivi per il monitoraggio dei bambini (11%) risultano più marginali.
Tra i motivi d’acquisto più citati spicca il tema trasversale del controllo in ogni sua declinazione: controllo della salute, del benessere, della sicurezza delle persone fragili e dei bambini. “Una necessità – evidenziano da UL Solutions – che può trovare risposta solo nell’impegno e nella capacità dei produttori di garantire l’affidabilità e la sicurezza di tutti questi oggetti, la protezione della privacy, la conformità agli standards e alle norme che ne regolano il corretto funzionamento. Per questo, in particolare nel caso degli apparecchi di monitoraggio dei bambini, la certificazione del prodotto da parte di un ente indipendente è considerata un fattore importante per la scelta”.
Per tutte e quattro le tipologie dei prodotti oggetto dell’indagine, si evidenzia una richiesta di miglioramento delle funzionalità e una maggiore chiarezza nel comunicare i vantaggi offerti dall’utilizzo di questi prodotti rispetto a sistemi più tradizionali. Colpisce la necessità di maggiore protezione della privacy espressa da coloro che hanno acquistato dispositivi per il fitness (35% del campione, la quota più elevata), indice di timori per la sicurezza e la riservatezza dei propri dati.
Il giudizio in merito alla facilità di installazione e configurazione varia a seconda della tipologia di prodotto. Circa 8 utenti su 10 si sono occupati personalmente dell’installazione dei dispositivi acquistati. Nel caso dei devices per il fitness, 7 utenti su 10 considerano facile la configurazione. Per le altre categorie, la procedura di installazione appare più complicata, forse perché meno intuitiva per prodotti entrati da poco nell’uso quotidiano.
Per quanto riguarda le APPs di gestione degli smart devices personali, si osserva un buon livello di soddisfazione soprattutto per i dispositivi di fitness, ma emergono ampi spazi di miglioramento per le altre categorie di prodotto analizzate. Lo sviluppo di interfacce semplici e user friendly, un aggiornamento costante e funzionalità utili per il monitoraggio dell’attività sportiva, della salute personale e delle persone fragili sono molto apprezzate dai consumatori.
Come rassicurare il consumatore?
I risultati della ricerca mostrano i dubbi di utenti e potenziali clienti, sia in termini di qualità dei dispositivi che di rischi per la privacy e la salute. “Il sondaggio – continua Marenoni – mette in luce la necessità di rafforzare la percezione della sicurezza e dell’affidabilità degli oggetti smart per rassicurare il consumatore, aiutandolo così a superare la resistenza all’acquisto. Per contribuire alla crescita del mercato consumer dei dispositivi smart è inoltre importante comunicare più chiaramente i vantaggi che derivano dall’utilizzo degli smart devices poiché, come dimostra l’indagine, non sempre la portata e il possibile impatto positivo sul quotidiano risultano evidenti.
La comunicazione è una leva importante, ma deve essere supportata da azioni concrete che le aziende produttrici possono mettere in atto per essere credibili e aiutare i potenziali clienti a vincere le resistenze che ancora frenano l’adozione”.
In questo contesto, la ricerca identifica alcune possibili aree di intervento e offre alcuni suggerimenti volti soprattutto ad aumentare la percezione di sicurezza dei prodotti:
- includere tests di certificazione indipendente nel ciclo di progettazione dei prodotti (hardware e software), sia in relazione alla sicurezza informatica, sia per garantire la non nocività o pericolosità dei dispositivi;
- sottolineare il valore della certificazione qualificata in tutta la comunicazione attorno al prodotto e al brand, al fine di consentire al cliente di distinguere con facilità le marche che investono nella sicurezza e qualità del prodotto sulla base di un giudizio imparziale espresso da un ente terzo indipendente;
- garantire un aggiornamento continuo dell’APP di controllo e gestione, in termini di sicurezza ma anche di funzionalità e usabilità attraverso l’ascolto delle istanze provenienti dagli utenti;
- aggiornare frequentemente il software installato sul prodotto durante l’intero ciclo di vita;
- fornire un servizio di assistenza clienti “amichevole” che, oltre ad intervenire in caso di guasto, possa aiutare l’utente ad installare e configurare correttamente il dispositivo, a beneficio della funzionalità e della sicurezza;
- progettare prodotti ancora più efficienti rispetto ai termini di legge previsti per dare un valore aggiunto al consumatore;
- formare gli utenti all’uso dei dispositivi attraverso la pubblicazione di manuali, tutorials, best practices da seguire per ottenere il massimo della funzionalità e della sicurezza;
- sensibilizzare i consumatori in merito ai temi della privacy e della sicurezza informatica mediante la promozione di eventi fisici, online e social dedicati ai rischi e a come tutelarsi.
Metodologia
Lo studio di UL Solutions, realizzato da BVA Doxa a settembre 2022 su un campione di 1000 soggetti in Italia, esamina quattro categorie di prodotti per la smart home (gestione della casa ed entertainment, elettrodomestici, safety & security ed efficienza energetica) e quattro nell’ambito dei dispositivi personali smart (oggetti indossabili per il fitness, prodotti per il monitoraggio della salute in tempo reale, sistemi di monitoraggio dei bambini e devices per l’assistenza e il controllo delle persone fragili).
Per ciascuna tipologia di prodotto (con approfondimento sulle rispettive macro-categorie) sono stati indagati i seguenti:
- acquisto recente per categoria di prodotto;
- ragioni d’acquisto;
- facilità di installazione / configurazione;
- soddisfazione per le APPs con cui gestire i devices;
- intenzione d’acquisto (e motivazioni);
- aree di miglioramento.
La sezione finale del questionario è stata dedicata all’analisi dei timori relativi agli oggetti smart e al potenziale di rassicurazione derivante da una certificazione da parte di un ente terzo.
L’indagine è stata condotta nel secondo semestre del 2022 su un campione di soggetti composto da 1.000 persone (50% uomini e 50% donne) tra i 18-64 anni, rappresentativo dell’universo di riferimento per le principali variabili socio-demografiche.