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Emozioni & Co.

Emozioni e Co

In genere ciò che proviamo viene classificato sotto il nome di “emozione”: sentiamo qualcosa a livello mentale e fisico che ci fa dire che siamo contenti, preoccupati, arrabbiati e così via. In realtà, quando parliamo di “sentire” o “emozionarsi” ci stiamo riferendo a una più ampia gamma di vissuti, che non sono strettamente emotivi.

Vediamo allora cosa sono le emozioni e con quali altri aspetti si intersecano, collaborano, si spalleggiano, proprio come una vera società di lavoro (“& Co.”!) che ha sede nel nostro corpo.

Le emozioni sono delle reazioni fisiologiche dell’organismo, finalizzate all’adattamento. Parlare di reazioni fisiologiche significa che l’emozione nasce e si sviluppa a livello del fisico.

Poi abbiamo le sensazioni, che – come dice la parola stessa – riguardano i vissuti che riceviamo attraverso i nostri sensi, non solo i 5 che conosciamo comunemente (vista, udito, gusto, olfatto e tatto) ma anche i cosiddetti sensi “interni”, cioè quelle sensazioni viscerali e cinestesiche che provengono dagli organi interni e dal nostro muoverci nel mondo. E poi c’è il famoso “sesto senso” che probabilmente è l’intuizione che scatta quando interpretiamo le sensazioni multiple che proviamo. Le sensazioni generano emozioni e nello stesso tempo sono generate da esse.

Anche l’umore ha a che fare con il mondo emotivo: è lo stato d’animo piacevole o spiacevole che abbiamo in un determinato momento. Si tratta di un vissuto passeggero e, con le sue sfumature, regola l’intensità dell’energia che abbiamo in quel momento. Per esempio un umore un po’ depresso ci fa sentire fiacchi, chiusi, poco motivati, ripiegati su noi stessi; al contrario un umore euforico ci fa sprizzare energia e vitalità da tutti i pori. L’umore dipende dalle emozioni che proviamo, da aspetti più propriamente corporei (per esempio, i livelli ormonali), dalla luce (luoghi più luminosi migliorano l’umore), dall’alimentazione, dalla qualità dell’aria che respiriamo, dai colori che ci circondano e così via.

Esiste poi un altro aspetto, questo più costante nel tempo e che ci appartiene fin dalla nascita, che viene chiamato temperamento. Il temperamento è quello che comunemente viene definito come “il carattere” di una persona ed è intrecciato al tipo e al modo in cui si provano emozioni, al come viviamo le sensazioni, all’energia che abbiamo nell’affrontare le giornate, a come reagiamo a ciò che accade. Il temperamento è una combinazione, differente per ciascuno di noi, di diversi aspetti:

  • livello di attività (energia fisica);
  • ritmicità (orari dettati da aspetti fisiologici, come per esempio sonno, fame, quando essere attivi, etc…);
  • propensione all’approccio o al ritiro sociale;
  • adattabilità (facilità/difficoltà ad accettare i cambiamenti);
  • livello di sensibilità agli stimoli fisici (tutto ciò che arriva ai 5 sensi, per esempio: rumori, luci, odori, etc…);
  • intensità emotiva (quanto mi arrabbio, ho paura, etc…);
  • stato d’animo (tendenza a reagire in maniera tranquilla/agitata-preoccupata);
  • livello di distraibilità;
  • capacità di persistenza (nel completare un’azione).

È chiaro che se ho un temperamento caratterizzato, per esempio, da difficoltà ad accettare i cambiamenti, alta intensità emotiva, stato d’animo agitato, alta distraibilità, proverò di fronte a un certo evento emozioni ben diverse da una persona che ha un temperamento tranquillo, che si fa scombussolare poco dagli stimoli circostanti, in grado di avere una persistenza di obiettivo di fronte alle difficoltà. Non esiste un temperamento migliore di un altro: ciascuno è quello che è, e conoscerlo ci aiuta a comprendere meglio gli aspetti di umore, sensazione ed emotivi.

Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta, psicoanalista,
curatrice della rubrica Ben-Essere al lavoro,
è parte del Comitato Scientifico di S News
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