Ester Rotoli : la prevenzione si attua solo attraverso un modello partecipato
S News incontra Ester Rotoli, Direttore Centrale Prevenzione Inail nel contesto del Workers’ Memorial Day a Milano.
I dati INAIL molto puntuali dimostrano che l’Italia non sta andando così male …
“Esattamente io ho parlato di dati Eurostat, tassi standardizzati, quindi di un numero di infortuni per medesima base occupazionale e cioè 100.000 occupati.
In Italia, nel 2012, registriamo 1717 infortuni per 100.000 occupati, quindi abbiamo un decremento di infortuni, rispetto al 2007, del 36% a fronte di una media dei Paesi a livello Europa del 26,4%.
Questa è una dimostrazione, numeri alla mano, di quelli che sono gli effetti delle politiche di prevenzione attuate dall’Italia, a sostegno di quello che poi era l’obiettivo della campagna europea che, nell’arco 2007-2012, aveva indicato come obiettivo di riferimento -25%. Noi quindi, siamo assolutamente oltre l’obiettivo che ci eravamo proposti di fare. Sono comunque numeri che danno evidenza di un fenomeno che ancora abbiamo necessità di affrontare, per sostenere queste politiche e lavorare verso una tendenza a infortuni zero che poi è un qualcosa al quale, utopicamente, aspiriamo tutti”.
Quale quindi il modello per la prevenzione e le necessarie azioni successive?
“La prevenzione è un qualcosa che può essere attuato solo e soltanto attraverso un modello partecipato. Da un lato, quindi, il modello partecipato deve essere quello tripartitico, rappresentato dalle istituzioni e quindi Ministeri, Regioni, Inail; quello delle stesse parti sociali e quindi le espressioni datoriali e le espressione sindacali. Questo deve essere un modello attraverso il quale si realizzano azioni comuni o per obiettivi comuni, perché non esiste un obiettivo di salute e sicurezza che possa vedere una contrapposizione sul tavolo fra il lavoratore e il datore di lavoro e quindi in questo senso noi, come organo tecnico del Ministero, supportiamo più tavoli che vanno in questa direzione. Abbiamo citato i piani nazionali edilizia, agricoltura e malattie professionali, che sono azioni di sistema sviluppati con questa condivisione per azioni concrete quali vigilanza congiunta, linee guida, strumenti operativi da restituire alle imprese per poter approcciare il concetto del rischio con documenti condivisi, quindi azione di sistema nell’ottica, sempre, della cooperazione”.
Il suo messaggio finale è stato: L’Albero della Vita.
“L’Albero della Vita con un messaggio: la prevenzione è vita. Perché ovviamente attraverso la prevenzione noi possiamo garantire la salute e la sicurezza e quindi evitare morti sul lavoro, evitare fenomeni di malattie professionali, che notiamo in aumento. Ho messo poi, come immagine, una serie di parole chiave: cooperazione, collaborazione, formazione e cultura, in una logica di condivisione per la vita”.
a cura di Monica Bertolo
Nel video che segue l'intervista integrale a Ester Rotoli