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Fashion Week di Milano: le fashioniste già pronte a cercare occasioni online

Fashion Week di Milano: le fashioniste già pronte a cercare occasioni online

Torna la settimana della moda a Milano, dal 23 al 29 settembre 2015, la più prestigiosa manifestazione al mondo dedicata alle collezioni prêt-à-porter della primavera/estate 2016.

A breve gli amanti della moda si metteranno alla ricerca delle nuove collezioni che verranno presentate alla Milano Fashion Week e sicuramente i canali online saranno percorsi privilegiati, per coloro che desiderano godere di sconti o semplicemente sono alla ricerca di pezzi “introvabili”.

Uno studio dell’Euromonitor International Institute punta i riflettori sulle potenzialità crescenti delle donne come target di riferimento.

Secondo la ricerca infatti, le “shopper” rappresentano un target sempre più interessante, non solo sono di più (31,2 milioni contro i 29,4 milioni di uomini) ma cresce anche la percentuale di occupazione e il livello     di istruzione, che significano maggior potere di acquisto e indipendenza economica, così come è cresciuto il numero di donne che gestiscono il budget familiare o che vivono sole e sono economicamente indipendenti.

D’altra parte, sempre più persone si affidano a internet sia per i pagamenti che per lo shopping, come emerge dallo studio Paysafecard pubblicato recentemente: Il 96,4% degli intervistati prevede di fare acquisti e pagamenti su Internet nei prossimi 12 mesi (ad es: shopping on line, prenotazione viaggi).

Markmonitor, azienda specializzata nella protezione del brand online, allerta i consumatori e rivenditori circa i possibili rischi di incorrere in merci contraffatte durante lo shopping online.. Il pericolo principale è quello di trovarsi tra le mani una borsa, un abito o delle scarpe che non corrispondono al brand originale, ma ne sono una semplice riproduzione, con la conseguente amara delusione per un acquisto sbagliato e la perdita di denaro.

Nel mondo digitale di oggi, i siti che vendono merci contraffatte possono ingannare anche gli acquirenti più esperti, sia che siano consumatori occasionali che compratori fedeli al marchio. Secondo l’ultimo Shopping Report di MarkMonitor, uno studio sull’e-commerce e sulla contraffazione online, un cacciatore di occasioni su sei viene ingannato da siti che vendono prodotti contraffatti.

Molte merci contraffatte hanno un prezzo simile ai beni originali in promozione, spesso scontati del 25-50% sui prezzi di listino, sconto che è paragonabile ai prezzi dei saldi di fine stagione o di liquidazione. Questi prezzi così vicini a quelli reali fanno percepire ai consumatori che stanno facendo un buon affare, soprattutto se i siti non autorizzati dove stanno navigando seguono la tendenza del momento utilizzando le recenti campagne di marketing e fotografie dei brand originali.

L’altra faccia della medaglia di questo problema, per quanto riguarda i brand, è la perdita di business e credibilità. I professionisti del crimine online agiscono infatti facendo uso fraudolento dell’immagine e della popolarità dei brand su Internet.
L’elenco degli abusi è vasto: dallo scamming alle vendite contraffatte in canali non autorizzati fino al mercato grigio, la falsa associazione, il cybersquatting e molte altri ancora.
Il risultato sarà il ROI del marketing negativo per queste aziende, con miliardi di fatturato che andranno persi. I legittimi titolari dei marchi vedranno quindi aumentare i costi digaranzia, assistenza e altro ancora.
Uno studio dell’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI), l’agenzia Europea per la proprietà intellettuale, ha rilevato che oltre 26 miliardi di euro e circa 363000 posti di lavoro siano stati persi ogni anno nei settori dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori. Inoltre, poiché i produttori e i rivenditori di prodotti contraffatti non pagano le tasse sulle entrate, i contributi previdenziali e nemmeno l’IVA, la presenza della contraffazione causa un’ulteriore perdita di oltre 8 miliardi di euro in termini di entrate statali non riscosse.

Proprio per questo alcuni fra i brand di moda e del lusso più noti sia italiani che internazionali si sono rivolti a MarkMonitor, impostando una strategia che protegga il marchio online e il consumatore.

di Jerome Sicard, Regional Manager Sud Europa di MarkMonitor

 

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