Fondazione Enzo Hruby: protegge ad Expo 2015 il Padiglione della Santa Sede
Un punto fermo attorno a cui ruotano le aree espositive di tutte le altre Nazioni: così è stato immaginato il Padiglione della Santa Sede a Expo 2015, un padiglione a metà del Decumano, al centro dell’area espositiva, e che con i suoi 360 metri quadrati si contraddistingue per essere il più piccolo di tutti, ma quello chiamato a comunicare, in maniera più profonda, la valenza spirituale del nutrimento.
In questo padiglione così denso di significato, nato per un evento globale che in questi mesi è stato visitato ogni giorno da migliaia di persone, la sicurezza assume un valore fondamentale, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo, che come sappiamo impone una grande attenzione, non solo verso il rischio di furti, sottrazioni e atti di vandalismo, ma anche nei confronti di eventuali attacchi terroristici che vogliano colpire la valenza simbolica di determinati luoghi e monumenti del nostro Paese.
LA REALIZZAZIONE
Nell’ambito delle proprie attività, la Fondazione Enzo Hruby ha sostenuto gli oneri per la realizzazione di un importante progetto di protezione del Padiglione della Santa Sede, nel quale sono state impiegate avanzate tecnologie antintrusione e di videosorveglianza.
Per una corretta protezione antintrusione, sono stati installati contatti magnetici e rivelatori volumetrici a doppia tecnologia – microonde e a raggi infrarossi – collegati ad una centrale di ultima generazione gestita da tastiere touchscreen.
Il sistema antintrusione è stato integrato con un avanzato sistema di videosorveglianza che permette di controllare i flussi di visitatori, composto da telecamere bullet ad alta definizione Full HD e con visione notturna grazie ad illuminatori infrarosso integrati.
Le telecamere, predisposte per eseguire algoritmi di analisi video utili all’individuazione di eventuali intrusioni o di oggetti abbandonati all’interno delle aree di interesse, sono collocate in punti strategici in modo da garantire una copertura completa senza zone d’ombra. In particolare, alcune delle telecamere installate sono preposte al controllo del capolavori esposti all’interno del Padiglione, l’Ultima Cena di Tintoretto e L’Istituzione dell’Eucaristia di Rubens. Le immagini riprese dalle telecamere sono registrate 24 ore su 24 e inviate in tempo reale al personale preposto alla sicurezza, dotato di dispositivi mobili collegati in modalità wireless.
I BENEFICI
“Il nostro augurio – dichiara Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby – è che un progetto così importante, per il quale sono state impiegate le più moderne e avanzate tecnologie di sicurezza e di videosorveglianza, possa rappresentare anche uno stimolo per diffondere la cultura della sicurezza e la conoscenza delle innumerevoli possibilità che oggi la tecnologia offre, con costi accessibili, per la protezione dei beni storici e artistici del nostro Paese e in particolare di quelli ecclesiastici.
Non solo quelli più noti, ma anche quelli custoditi nella miriade di chiese e oratori disseminati da Nord a Sud in tutta la Penisola, che nel loro insieme costituiscono oltre il 70% dell’intero patrimonio culturale italiano.
Questi beni sono particolarmente esposti ai rischi di sottrazione e di atti di vandalismo tanto è vero che nel 2014, come già negli anni precedenti, le chiese sono i luoghi dove è avvenuto il maggior numero di furti di beni culturali”.
la Redazione