Forte Secur Group: analisi dei rischi, travel security, formazione
S News incontra Alessia Forte, Presidente di Forte Secur Group.
Forte Secur Group si pone come realtà innovativa sul mercato dei Servizi di Sicurezza.
In che cosa si contraddistingue il vostro Gruppo e perché la necessità di proporre servizi con le vostre specificità?
Abbiamo fondato le nostre società sui valori della nostra famiglia, questo le caratterizza e le rende uniche ed è, probabilmente, anche per questo che i nostri clienti ci scelgono.
Sicuramente non è facile mantenere inalterati quei valori di base man mano che l’azienda si struttura, cresce e diversifica le proprie attività, ma la nostra sfida quotidiana consiste proprio nell’offrire un modello di sicurezza di alto profilo in cui coesistono in perfetto equilibrio la professionalità, l’esperienza, la competenza, la passione e la voglia di sperimentare e di innovare spaziando nella tecnologia.
D’altronde un imprenditore vero non deve mai perdere di vista che le sue scelte strategiche devono avere a monte l’influenza di tre fattori imprescindibili: la mente, il cuore e il coraggio!
Il nostro management riunisce l’esperienza dettata dall’età non più verde di alcuni manager con l’energia vulcanica di quelli più giovani, e questa forchetta anagrafica non irrilevante ci permette di proporre i nostri servizi, avendo sempre ben chiaro il mutare delle richieste del mercato della sicurezza e riuscendo anche a prevenirle.
Naturalmente per ottenere risultati importanti ci deve essere molta armonia e sinergia nei processi aziendali, a tutti i livelli, nonché capacità di comunicare a livello interpersonale poiché, in mancanza di una comunicazione corretta, prende piede la confusione e gli steps aziendali subiscono un notevole rallentamento che si traduce in una sofferenza nel raggiungimento degli obiettivi.
Sicuramente la vostra esperienza nel campo del Security Management aziendale ad importanti livelli vi permette di cogliere e capire con immediatezza i bisogni delle aziende.
Quali i bisogni di sicurezza che le corporate avvertono e quali quelli che forse non ancora percepiscono ma che, sicuramente, possono rappresentare una minaccia?
Credo che non si possa prescindere dal fare una importante premessa a questa risposta. Tale premessa si identifica con un breve cenno alla cultura della sicurezza che, mentre in tempi passati veniva considerata un optional anche costoso, ai giorni nostri è diventata una necessità, il cui trend è in costante crescita. Questo fa sì che il mercato della sicurezza sia diventato molto vasto e popolato da un numero crescente di operatori, in alcuni casi anche improvvisati e senza alcun background, e comunque da players, anche quelli più grandi, che portano avanti una policy basata quasi esclusivamente sulla compressione delle tariffe con le quali si propongono sia nelle gare di appalto che nelle offerte ai privati, abbassando, in tal modo, il livello della qualità del servizio reso (non dimentichiamo che stiamo parlando di servizi che attengono alla security di persone fisiche e di beni di grande rilevanza)!
Pertanto la cultura della sicurezza deve ancora fare grandi passi in avanti radicandosi non solo nella mentalità dei clienti che devono orientarsi ormai ad evitare il “self made” ma anche a livello delle aziende fornitrici di questo importante bene immateriale. Bisogna, dunque, studiare, formarsi di continuo, informarsi e, soprattutto, non cullarsi sugli allori del passato, perché significa bloccare l’evoluzione propria e della sicurezza in generale.
Ma torniamo alla domanda: certamente le corporate avvertono maggiormente il bisogno di proteggere i propri beni materiali come uffici, sedi direzionali e magazzini addetti allo stoccaggio dei prodotti. In questo caso si procede ad un'analisi e valutazione dei rischi per neutralizzare le criticità presenti con opportuni interventi realizzati ad hoc.
Esistono invece dei bisogni che vengono ancora scarsamente recepiti, come la protezione delle risorse umane in trasferta all’estero, quella che viene comunemente definita “Travel Security”.
Le risorse umane rappresentano per una realtà aziendale la ricchezza più grande, per cui bisogna debitamente pensare alla loro integrità affidandosi a società esperte, credibili ed autorevoli, ed evitare le “agenzie” estemporanee non strutturate e prive di esperienza.
La nostra Travel Security si fonda su tre elementi essenziali: formazione, sia di chi parte, che di coloro che hanno poteri decisionali in azienda, affinché le persone formate acquisiscano una piena consapevolezza di ciò che faranno e di come lo faranno; procedure, la cui stesura deve essere realizzata ad opera di un security manager interno o affidate ad un professionista esterno alla corporate; tecnologia, la nostra centrale operativa, altamente tecnologica, costituisce h24 un punto di riferimento imprescindibile, affinché i dipendenti impegnati all’estero si muovano con la percezione costante di non essere abbandonati in territorio straniero e, spesso, a rischio terrorismo.
Queste tre attività di prevenzione devono sempre viaggiare in parallelo contemporaneamente e la nostra esperienza ci ha insegnato che costituiscono un’ottima forma di pro attività riuscendo a prevenire e, conseguentemente, a non esporre a rischio le vite umane.
General Security Italy, una delle aziende del vostro Gruppo, si occupa principalmente di formare gli operatori della sicurezza negli aeroporti, sicuramente tra le strutture maggiormente critiche in questo momento storico.
Quali, a suo avviso, gli aspetti imprescindibili di security ed anche di safety per garantire la sicurezza, considerate le continue minacce?
In questo momento storico le minacce sono rivolte principalmente agli aeroporti e la realtà ci impone di rispondere alle minacce con la messa in campo del fattore intelligenza unito alla capacità di cambiamenti rapidi. Cosa significa questa affermazione? Significa che, poiché la minaccia non è sempre uguale ma varia di continuo, deve variare la risposta della security, attraverso una valutazione dei rischi approfondita e ripetuta costantemente ad opera di persone qualificate.
Inoltre, non può mancare l’attitudine al cambiamento delle procedure, che non possono restare immutabili nel tempo di fronte ad una minaccia che, invece, si evolve progressivamente; questo argomento incontra le maggiori resistenze, perché è più comodo continuare a fare ciò che si è sempre fatto, piuttosto che impegnarsi, rimettendo in gioco le abitudini acquisite per cui, ragionando in senso lato, si può affermare che ciò che risulta più difficile non è il cambiamento in sé, ma la resistenza ad esso.
Sempre più il terrorismo sceglie come obiettivi non solo aeroporti, stazioni ferroviarie ecc., ma luoghi pubblici come ristoranti, centri commerciali, luoghi di svago e di cultura.
Quale, secondo lei, la risposta che a livello di servizi di sicurezza si potrebbe dare?
In questo caso le risposte sono due e ci riportano alla Travel Security; bisogna formare il personale e predisporre le procedure per l’attuazione delle cognizioni apprese durante la formazione.
Spesso le procedure vengono trascurate, in quanto ritenute superflue, mentre è assolutamente necessario che le procedure, poche ma efficaci, scandiscano le modalità di attuazione degli input ricevuti durante la formazione.
È peraltro assai importante, perché si chiuda il cerchio della sicurezza, che i managers preposti alle scelte strategiche per l’allocazione delle risorse da destinare alla security ricevano anch’essi la formazione prevista per i dipendenti, in quanto li aiuterà nella valutazione dell’impegno finanziario da mettere in campo per destinarlo alla sicurezza.
a cura di Monica Bertolo