Furti nelle abitazioni +40% e di conseguenza aumenta la percezione di rischio criminalità
Roma. Aumenta di 3,4 punti percentuali, negli ultimi tre anni, la percezione del rischio criminalità delle famiglie italiane. Secondo i dati elaborati dall’Assiv-Confindustria (Associazione Italiana Vigilanza e Servizi Fiduciari) su rilevazioni Istat, il 30% delle famiglie italiane nel 2014 si è dichiarato molto preoccupato per la possibile presenza di criminalità nella zona in cui vive. Si tratta di un dato in crescita, rispetto al 26,6% rilevato nel 2011.
A livello territoriale la regione italiana che si sente meno sicura è la Lombardia, dove le famiglie che giudicano a rischio criminalità la propria zona sono 37 su 100, con una crescita di 5 punti rispetto al 2011, quando il primato era della Campania. Nella rilevazione più recente, al secondo posto c’è il Lazio che, con il 36%, sale di oltre un punto rispetto a tre anni prima e mantiene la seconda posizione. Il terzo posto è occupato dall’Umbria con il 34,3%, in rilevante crescita rispetto al 22% del 2011 quando era al 9° posto. Veneto e Campania sono rispettivamente al quarto e quinto posto con il 33,6% e il 33,3%, ma la prima regione registra un aumento di oltre 8 punti percentuali e peggiora di due posizioni, mentre la seconda scende di ben 12 punti rispetto al 2011, quando le famiglie campane preoccupate per il rischio criminalità erano il 45,4% e la regione occupava il primo posto.
All’opposto troviamo la provincia altoatesina di Bolzano che, con un indice del 9,1 per cento, è l’area dove le famiglie avvertono di meno il rischio di criminalità, anche se tre anni prima le famiglie che si sentivano poco sicure erano 5,6 su cento, inferiori di circa la metà rispetto a oggi. Segue la Basilicata, dove 10 famiglie su cento giudicano a rischio criminalità la zona dove vivono, in aumento rispetto a 8,2% del 2011. Le altre regioni che vantano un indice di rischio criminalità basso sono il Molise, che col 12,2% è in discesa rispetto al 13,8% di tre anni prima, e la Valle d’Aosta che è al 12,4% contro il 10,8% del 2011.
I dati sulla percezione della criminalità trovano conferma nelle rilevazioni del numero di reati sulla proprietà denunciati alle forze di polizia, che indicano un’impennata di furti nelle abitazioni, aumentati del 40% a livello nazionale in due anni (2010-2012), mentre rimangono stabili rapine e borseggi. La graduatoria dei furti nelle abitazioni vede ai primi posti l’Emilia Romagna con 27,1 furti per 1.000 famiglie, seguita dall’Umbria con 21,5 e dalla Lombardia con 20,3. La situazione però è peggiorata soprattutto nella provincia di Trento dove il tasso dei furti è cresciuto di oltre il 70%, ma anche in Sicilia (+30,5%), Valle d’Aosta (+25,1%), Liguria (+23,3%), Calabria (+21,5%).
la Redazione