
Giulia Cavalli ci propone un argomento quanto mai interessante e coinvolgente, relativo alla prosperità al lavoro.
Psicologa psicoterapeuta, psicoanalista e parte del Comitato Scientifico di S News, curatrice della Rubrica Ben-Essere al lavoro, con questo articolo l’esperta non solo propone davvero molti spunti di riflessione, ma offre anche saggi consigli ed utili indicazioni.
Buona lettura!
la Redazione
STO BENE AL LAVORO?
Trascorriamo al lavoro o in attività a esso collegate almeno un terzo delle ore giornaliere, probabilmente anche di più. Per questo è importante, anzi necessario, considerare il ruolo che svolge il lavoro quando parliamo del benessere delle persone. Certe condizioni di lavoro fisiche, organizzative e psicosociali possono infatti aumentare i disagi fisici e psicologici delle persone, così come al contrario possono favorirne il benessere generale, anche al di fuori nell’ambito lavorativo.
Per esempio, durante la pandemia di Covid-19 è aumentato notevolmente l’utilizzo dello Smart Working e per molte persone questo ha reso sempre più labili i confini tra impegni lavorativi e vita fuori dal lavoro, a causa di richieste emotive e cognitive eccessive e al sovraccarico lavorativo decisamente stressante, con impatto negativo sulla salute fisica e mentale generale, nonché sulla vita familiare e sociale. Per altre persone lo Smart Working ha presentato invece una fonte di benessere, permettendo di ridurre i tempi degli spostamenti e di dedicare maggior cura a se stessi e alla propria famiglia, influenzando positivamente il benessere personale e relazionale. La differenza nel modo di vivere qualsiasi tipo di lavoro è dovuta sia al modo in cui ciascuno affronta e percepisce il lavoro, sia al modo in cui i contesti lavorativi si pongono nei confronti del lavoratore.
Le ricerche hanno evidenziato alcuni aspetti che nei contesti lavorativi contribuiscono al benessere di chi lavora:
– il supporto da parte dei responsabili,
– il supporto reciproco tra colleghi,
– sentire di avere autonomia nel modo di lavorare,
– avere opportunità di carriera e una giusta retribuzione,
– sentire che l’organizzazione di cui si fa parte ha interesse e attenzione per le persone, non colpevolizza in caso di errore e mantiene fiducia in chi lavora.
Tutto questo aiuta a star bene non solo al lavoro, ma a prosperare nella vita in generale. Non a caso gli esperti parlano di vivere la prosperità al lavoro (“thriving at work”) per prosperare nella vita. È uno star bene, che significa sentirsi vitali mentalmente, fisicamente e socialmente, poter crescere personalmente e professionalmente, sentirsi soddisfatti nella vita. Tutto ciò permette di far fiorire le proprie potenzialità negli ambiti lavorativi, familiari e sociali.
Non si è ancora giunti a una misurazione completa e soddisfacente dello star bene al lavoro. Tra i tentativi che sono stati fatti, può essere utile far riferimento a un recente studio americano che ha individuato le dimensioni in gioco nella prosperità lavorativa. Accanto a ogni dimensione sono elencate alcune affermazioni: puoi provare a rispondere per verificare quanto la condizione lavorativa in cui ti trovi sostenga la prosperità e vitalità generale (risposte affermative) oppure la influenzi negativamente (risposte negative).
1. Benessere psicologico al lavoro (sentire che il proprio lavoro ha un senso per sé e/o per gli altri e che permette di crescere come persone e come professionisti)
– Il mio lavoro aggiunge significato alla mia vita.
– Il mio lavoro dà un contributo significativo alla società.
– Il mio lavoro mi permette di sviluppare nuove conoscenze e competenze.
– Le cose che mi viene chiesto di fare al lavoro sono coerenti con i miei valori personali.
2. Benessere emotivo al lavoro (sentirsi soddisfatti dal lavoro, provare entusiasmo)
– Mi sento coinvolto dal mio lavoro.
– Sono soddisfatto del tipo di lavoro che svolgo.
– Il tipo di lavoro che faccio mi rende felice.
– Il mio lavoro si aggiunge alla mia soddisfazione di vita complessiva.
3. Benessere sociale al lavoro (percepire il supporto nelle relazioni tra colleghi, sentirsi apprezzati, rispettati e appartenenti al gruppo, poter dire la propria e avere un trattamento equo)
– Ricevo riconoscimenti al lavoro per i miei risultati.
– Mi sento supportato dalle persone con cui lavoro.
– Mi sento apprezzato dalle persone con cui lavoro.
– Sono trattato con rispetto sul lavoro.
– Posso esprimere preoccupazioni o dare suggerimenti sul lavoro senza mettermi nei guai.
4. Integrazione vita-lavoro (equilibro tra lavoro e vita privata)
– Riesco a gestire facilmente il mio lavoro e a soddisfare le mie esigenze e quelle della mia famiglia.
– Non mi preoccupo per le questioni lavorative quando non lavoro.
– La mia famiglia e i miei amici apprezzano il lavoro che faccio.
– Viaggiare da e per lavoro non è stressante per me.
5. Bisogni di base che richiedono di essere soddisfatti per prosperare al lavoro (sentire di avere un posto di lavoro sicuro, avere la giusta paga/benefit e opportunità di carriera)
– Sento che il mio lavoro è sicuro.
– Sono grato per il mio lavoro.
– Sono pagato equamente per il lavoro che faccio.
– Sono soddisfatto della quantità di ferie che posso prendere per prendermi cura di me stesso o dei miei familiari.
– Ho buone opportunità di promozione.
6. Progettazione ed esperienza lavorativa (sentire di poter essere autonomi nel gestire il lavoro, sia nella risoluzione di problemi sia nella gestione del tempo dedicato al lavoro; avere un ambiente fisico di lavoro adeguato dal punto di vista dello spazio e del rumore; sentire di avere le competenze necessarie per svolgere bene il proprio lavoro)
– Ho abbastanza tempo, durante il mio normale orario di lavoro, per portare a termine il mio lavoro.
– Riesco a risolvere i problemi sul lavoro senza dover chiedere il permesso.
– Sono contento di quanto controllo ho sul mio programma di lavoro.
– Posso programmare un giorno libero o prendere un permesso se ne ho bisogno.
– Il mio ambiente di lavoro fisico (spazio di lavoro, luce, temperatura) è impostato in modo tale da aiutarmi a svolgere bene il mio lavoro.
– Ho le competenze e le conoscenze necessarie per svolgere bene il mio lavoro.
7. Salute e benessere fisico e mentale al lavoro (sentirsi al sicuro fisicamente e psicologicamente, non temere stress e infortuni, avere ancora energie anche al di fuori del lavoro)
– Dopo aver lasciato il lavoro, ho abbastanza energia per fare le cose che voglio o devo fare.
– Non ho paura di farmi male al lavoro.
– Non vivo il mio lavoro come emotivamente estenuante.
– Il mio lavoro contribuisce in modo positivo al mio benessere.
a cura di Giulia Cavalli