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Il futuro di IVRI

Il futuro di IVRI

A seguito della notizia relativa alla ricapitalizzazione di IVRI, S News ha incontrato Italo Soncini, Presidente e CEO dell’Istituto, che ha approfondito, nell’intervista che segue, quali siano le priorità di IVRI e quali i progetti futuri.

Signor Soncini, da qualche giorno è di dominio pubblico la ricapitalizzazione di IVRI che la porta così ad essere l’azienda più capitalizzata del settore della Vigilanza Privata italiana. Possiamo dire che i periodi difficili sono finiti?
Da un punto di vista societario, con questa ricapitalizzazione che porta il patrimonio netto di IVRI S.p.A. a oltre 30 milioni di euro, grazie ad un aumento di capitale sociale di 20 milioni, IVRI e le sue società “sorelle” che offrono servizi di sicurezza, hanno raggiunto un livello di solidità che fa guardare al futuro con assoluta serenità e anzi con la possibilità di mettere a punto i piani di crescita. Il mercato nel quale operiamo, però, sta tuttora particolarmente soffrendo, per cui, affinché si possa dire che tutto è alle spalle, ci deve essere, aldilà della capitalizzazione del nostro Gruppo, un cambiamento del trend di mercato, che tutt’oggi non è positivo.

Quali sono le priorità a breve termine di IVRI?
IVRI è strutturata ed impegnata nel raggiungimento del budget 2013, un budget che si trova a confrontarsi, come dicevo, con un mercato non positivo. Stiamo lavorando, quindi, per recuperare marginalità, in quanto la nostra quota di mercato è rimasta sostanzialmente invariata, a fronte di un mercato che vede delle tariffe in calo e una diminuzione di volumi complessivi.

Il DM 269 contribuisce, dal suo punto di vista, a privilegiare le aziende virtuose  o c’è da fare ancora dell’altro?
Il DM 269 è stata senz’altro un’innovazione regolamentare che ha aiutato le aziende virtuose, quelle serie e strutturate, a distinguersi da quelle aziende che, invece, avevano una conduzione un po’ più “garibaldina”. E questo, devo dire, è un aspetto molto importante.
Oltre all’aspetto relativo all’organizzazione tecnica delle aziende, è importante che ulteriori decreti siano rilasciati dal Ministero a breve: quelli relativi alle caratteristiche della Guardia Giurata, per definire come dovrà essere nel futuro questa figura, quali dovranno essere i costi per la sua formazione e le tariffe per i suoi servizi.
La cosa che sto notando, è che, nonostante il DM 269 abbia portato maggiore chiarezza, c’è ancora una certa confusione tra quello che può fare e non può fare l’armato, piuttosto che il disarmato, così come sulle modalità con le quali vengono remunerate le guardie.
Sarà molto importante che, accanto al Decreto 269 com’è oggi e a tutte le integrazioni che, si spera, saranno introdotte nel 2013, ci sarà una maggiore attenzione a comportamenti spregiudicati sotto il profilo giuslavoristico.

Guardando in prospettiva, quali sono i progetti che IVRI si prefigge a lungo termine?
Siamo proiettati nello sviluppo di nuove tecnologie per penetrare i segmenti che ad oggi sono poco presidiati dall’istituto di vigilanza tradizionale. Parliamo, quindi, di servizi tecnologici integrati con il pronto intervento. Per questo motivo, abbiamo posto una fortissima attenzione alle caratteristiche tecnologiche, organizzative e di risorse umane delle nostre centrali operative, che risultano essere sostanzialmente il fulcro per poter svolgere questo tipo di attività.
Inoltre, stiamo lavorando in modo molto intenso su alcuni progetti che hanno come obiettivo quello di rivedere le tradizionali tecnologie degli impianti d’allarme, passando ad impianti che siano più performanti e al tempo stesso più economici, in quanto una parte dell’attività è presa in carico direttamente dalla centrale operativa.
Diciamo che la sfida del futuro per IVRI, oltre che continuare a lavorare in modo serio sui business tradizionali, come la vigilanza fissa o il trasporto valori, sarà quella di rivolgere la sua attenzione ai servizi tecnologici da fornire a tutti i clienti e non solo, quindi, anche ai “grandi clienti”.

Qualche mira anche a livello estero?
Assolutamente no, al momento.
Non credo ci siamo i presupposti per nessuno degli operatori presenti oggi in Italia perché si possa ambire ad una internazionalizzazione di sostanza, ahinoi.
L’internazionalizzazione, rappresenterebbe una diversificazione che creerebbe molto valore non solo per la singola azienda, ma anche per l’intero settore.

Dal suo particolare e privilegiato punto di vista, come vede lo sviluppo futuro del settore?
Guardi, io ritengo che il DM 269 e questo stato di crisi profonda nella quale versa il settore della sicurezza, ma non solo, dato che tutto il “Sistema Italia” si trova al momento in difficoltà, possano rappresentare un momento di forte consolidamento per la Vigilanza Privata italiana. Per questo credo che entro 18 mesi ci saranno uno o due attori che grazie a questo processo di consolidamento compiranno un salto importante che li porterà ad essere “campioni della sicurezza”.
In questo contesto, ritengo che IVRI non potrà che avere un ruolo centrale, grazie alle sue dimensioni, alla sua disposizione logistica e alla qualità delle sue strutture che la renderanno  uno dei campioni italiani della sicurezza.

a cura di Monica Bertolo

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