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Il monito di Balestrero e l’evoluzione necessaria della Vigilanza Privata

Il monito di Balestrero e l’evoluzione necessaria della Vigilanza Privata

Si è tenuta giovedì 13 Novembre l’Assemblea Annuale di Assiv, quest’anno eccezionalmente a Fiera Sicurezza a Milano. Gremita la sala che con attenzione ha seguito i lavori sino alla fine. Proponiamo oggi la relazione completa ed integrale del presidente Matteo Balestrero, come consuetudine di S News, media partner dell’evento.

Molti i temi approfonditi con forza e determinazione, relativi al DM269 ed al DM115, ma il messaggio finale, il monito di Balestrero sta nella chiusa della sua relazione: “non pensare ad una contemporanea razionalizzazione della rappresentanza datoriale pare non solo incoerente, ma poco lungimirante, ai limiti dell’autolesionistico”. E subito dopo l’invito: “si dia vita a rinnovati Stati Generali, faccio un invito ai tanti di buona volontà, ma un settore come il nostro che ha questi numeri e che voglia essere preso sul serio, non può continuare ad avere otto sigle di rappresentanza datoriale”.

Ecco di seguito la relazione integrale del presidente Balestrero.
“Autorità, gentili, ospiti, colleghe colleghi, buon giorno a tutti e grazie per la Vostra partecipazione  numerosa, così nuovamente straordinaria, a questo evento che ASSIV ha fortemente voluto organizzare. Un ringraziamento particolare ai relatori che, sono certo, sapranno fornire straordinari contributi per il dibattito che seguirà.

A partire dal Sostituto Commissario Vincenzo Acunzo, noto a noi tutti che, senza timori di smentita, ritengo essere non solo profondo conoscitore del settore ma massimo esperto in ambito Ministeriale. Per proseguire con il dottor Alberto Musa in rappresentanza di ACCREDIA, cui spetterà un compito non banale, quello di individuare le linee guida per gli Enti di Certificazione e non meno importante effettuare i controlli, affinché siano osservate. Per concludere con l’ingegner Luciano Riveccio di CERSA, cui devo un ringraziamento particolare, non solo per la presenza odierna , ma anche per averci supportato e sopportato in questi mesi con una consulenza di altissima professionalità.

Il titolo, “L’evoluzione necessaria della Vigilanza Privata”, credo ben rappresenti lo stato d’animo di chi ha condiviso la riforma in essere, nella speranza che finalmente trovi piena applicazione, anche nei fatti.
Non  possiamo fallire, perché a perdere sarebbero le Istituzioni, il mercato, i nostri lavoratori e le molte imprese serie che, nonostante tutto, operano nel settore.

Per comprendere la portata di quanto ci apprestiamo ad ascoltare ritengo utile un brevissimo riepilogo di quanto occorso in materia di revisione del TULPS, negli ultimi anni. Ottobre 2008 riforma del Regolamento con il DPR n. 153:continuiamo ad operare sotto lo stretto controllo della Pubblica Amministrazione.
Dicembre 2010 l’ormai famoso DM n.269: vengono individuati una serie di requisiti minimi di qualità per gli IDV. Fermi sostenitori del DM abbiamo condiviso e applaudito alle novità introdotte, convinti che fosse necessaria una decisa qualificazione del settore. Le finalità sono più che mai attuali, se si vogliono intravedere , anche nella difficile congiuntura economica in cui operiamo, delle seppur labili opportunità . Purtroppo, lo dico con rammarico, quanto individuato dal DM 269, in molti casi non ha trovato applicazione, esclusivamente , per l’inefficacia dei controlli.

Il DM n. 115 può colmare in maniera significativa questa criticità ,visto che si individuano soggetti terzi demandati a tale compito con competenze adeguate, secondo linee guida omogenee imposte da ACCREDIA e sotto lo stretto controllo del Ministero Dell’Interno e del Comitato Tecnico previsto dal 260 TER.
Riteniamo con ragionevole certezza che tale provvedimento, contribuirà ad una sensibile accelerazione del processo in atto. Gli audit avranno il compito di valutare i sistemi organizzativi, ma anche e soprattutto il possesso, o il mancato possesso, di precisi requisiti di qualità minimi. Lo sottolineo perché la differenza è eccezionale. 

Come saranno fatti gli audit sul territorio Nazionale? Quali i provvedimenti in funzione delle eventuali mancanze? L’importanza di queste due domande è vitale perché, frequenza dei controlli, materie di verifica in funzione di ambiti territoriali, classi funzionali e servizi erogati non devono in nessun modo alterare la competizione tra i vari Istituti che vogliono operare in un quadro di norme certe, con controlli chiari, schedulati e omogenei sull’intero territorio Nazionale.  Stesso dicasi per le sanzioni conseguenti alle eventuali mancanze riscontrate.

Diario di visita, documenti da esibire per dimostrare il possesso dei requisiti, individuazione delle cause ostative, NcGravi, semplici osservazioni, tempi ed evidenze da produrre per mettersi in regola: questi gli argomenti di cui parleremo che saranno oggetto di specifico decreto da parte del Capo della Polizia. Speriamo di non essere eccessivamente ottimisti, confidando di vedere tale decreto impacchettato sotto l’albero di Natale, del 2014.

Nei 10 mesi che seguiranno tutti dovremo sottoporci ad Audit che tracceranno una linea di confine, tra chi continuerà ad operare seriamente sul mercato e chi dovrà invece dedicarsi ad altro.
L’innovazione e la portata di quanto in essere è senza precedenti. Le conseguenze in alcuni casi, non isolati, potrebbero essere violente. Pur essendo convinto che i presenti rappresentino, come sempre accade ai convegni, la parte sana del mercato, spero che qualcuno di Voi, questa sera abbia delle preoccupazioni per quanto ascoltato perché, come si suol dire, “è meglio aver paura che prenderle”.
Il mercato Nazionale soffre di una crisi eccezionale. Interi settori merceologici sono in stato pre-fallimentare.

La Vigilanza Privata non sta meglio, sebbene le ragioni siano profondamente differenti. Nel nostro caso a mancare non è la domanda, sostanzialmente stabile o addirittura in crescita per alcuni servizi particolari. Il problema della VP è che siamo incapaci di vendere i nostri servizi a condizioni tariffarie minimamente decorose. E si badi bene, questo non è il frutto di politiche industriali di chi, volendo acquisire quote di mercato, è disponibile a ripianare le perdite, ma solo di insipienza o peggio illegalità.

Anche per questo, per invertire un trend insopportabile, di deprezzamento dei nostri servizi, la qualificazione del sistema è indispensabile. A maggior ragione se vogliamo ambire a nuove aree di intervento. Il settore deve diventare affidabile e quindi credibile più di quanto non sia oggi.

Un’evoluzione necessaria.

Consentitemi per finire alcune considerazioni circa Il Dm 269: chi lo critica, è sicuramente in buona fede, spinto da ideali altissimi, tanto elevati da essere incomprensibili a noi comuni mortali, ma è solo una coincidenza che nell’ 80% dei casi chi ha fatto ricorsi amministrativi al DM nel frattempo abbia  subito provvedimenti di revoca della licenza o sia fallito, e quindi uscito dal mercato? E quali sarebbero le gravi colpe del Dm? Le Fideiussioni? 1% del valore nominale…, le dotazioni tecnologiche previste dall’allegato E ? Banalità per un azienda che voglia stare sul mercato. Ed è mai possibile che si omettano, sistematicamente i risparmi introdotti dal Dm che derivano dall’applicazione delle disposizioni generali di servizio? Chi sostiene le tesi dei ricorrenti comprende che una vigilanza così poco qualificata è non solo inutile ma dannosa e che a pagare il prezzo, oltre alle aziende serie e ai clienti spesso inconsapevoli, sono i lavoratori che devono accettare soprusi di ogni genere??

Concludo con una considerazione, che credo coerente con il momento attuale. Così come chiediamo agli Istituti di qualificarsi, verso una selezione che è inevitabile, non pensare ad una contemporanea razionalizzazione della rappresentanza datoriale pare non solo incoerente, ma poco lungimirante, ai limiti dell’autolesionistico. Lo dice chi rappresenta il primo sindacato datoriale. Se necessario che si dia vita a rinnovati Stati Generali, faccio un invito ai tanti di buona volontà, ma un settore come il nostro che ha questi numeri e che voglia essere preso sul serio, non può continuare ad avere otto sigle di rappresentanza datoriale. Questo è un settore che, anche grazie alla riforma in atto, deve diventare “normale”, che ha voglia di diventare normale, che ben comprende che se non si conclude il processo in atto non è possibile alcun futuro o meglio alcun futuro che valga la pena percorrere con spirito imprenditoriale.
Grazie a tutti”

a cura di Monica Bertolo

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