Johnson Controls alla COP27 di Sharm El-Sheikh: come ridurre emissioni CO2 edifici

Johnson Controls (NYSE: JCI) ha partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, conosciuta come COP27, “in qualità di membro della task force SMI, Sustainable Markets Initiative, costituita dai leaders globali del settore edilizio su invito di Sua Maestà Re Carlo III”, come specificano dall’azienda.
Lo Statement alla COP27 enunciato da Johnson Controls
Lo Statement, pubblicato dal consorzio SMI ed enunciato da George Oliver, CEO e Presidente di Johnson Controls, alla Conferenza nella sessione delle 16 di martedì 8 novembre, delinea le migliori pratiche per il raggiungimento di un futuro più sostenibile attraverso l’adozione di tecnologie, politiche intelligenti e partnerships innovative. Nella stessa sede sono stati comunicati i nuovi impegni assunti dai membri della SMI che si adopereranno per ridurre a zero le emissioni di carbonio dei loro edifici entro il 2030, decarbonizzando il calore e utilizzando materiali da costruzione a bassissimo contenuto di carbonio.
“Dal momento che gli edifici sono responsabili di quasi il 40% delle emissioni mondiali di gas serra – precisa Oliver – la loro decarbonizzazione è la chiave del nostro futuro e siamo attualmente a un punto di inflessione critico. La buona notizia è che abbiamo la tecnologia per generare un impatto positivo, sfruttando l’efficienza energetica, l’elettrificazione e le energie rinnovabili. I miei ringraziamenti vanno ai membri della task force SMI che stanno lavorando per l’implementazione di politiche intelligenti e partnerships innovative volte a superare le attuali difficoltà”.
L’ambiente edificato contribuisce annualmente a quasi il 40% delle emissioni globali di carbonio, il 28% delle quali deriva dal consumo energetico giornaliero necessario per riscaldare, raffreddare e alimentare gli edifici. Come indicato dall’Accordo di Parigi, la realizzazione di edifici sostenibili è una componente vitale nella lotta al cambiamento climatico del pianeta. Secondo lo Statement presentato dalla Task Force, per evitare il disastro climatico sono necessarie tecnologie, strutture e politiche corrette e ottimizzate.
Le tecnologiche necessarie nel report
Il Report ha catalogato le tecnologie necessarie al raggiungimento del contenimento delle emissioni di carbonio entro il 2050 in tre gruppi chiave:
- Tecnologie per l’efficienza energetica: come le soluzioni digitali in grado di monitorare, analizzare, profilare e prevedere i consumi energetici, esse possono migliorare l’efficienza energetica e ridurre gli sprechi senza inficiare sulla qualità del servizio o risorse preziose.
- Elettrificazione: come le pompe di calore, può essere significativamente più efficiente delle alternative alimentate a combustibili fossili ed è considerata una tecnologia integrale per la decarbonizzazione del calore degli edifici.
- Rinnovabili: come l’energia eolica e solare, possono rappresentare delle forniture di elettricità sicure, affidabili e pulite e rendere allo stesso tempo gli ambienti più resistenti di fronte a pandemie globali, crisi umanitarie e fenomeni meteorologici naturali.
Collaborazioni globali coordinate
La Task Force raccomanda tre aree di intervento per ottenere maggiore collaborazione a livello globale:
- Promozione globale dei modelli di partnership e di incentivi che si sono già dimostrati efficaci per accelerare la decarbonizzazione degli edifici, in modo che le aziende possano conoscerli e adottarli.
- Campagne globali rivolte ai consumatori, affinché l’impatto delle emissioni di carbonio degli ambienti in cui si vive, si lavora o si visitano sia trasparente e facilmente comprensibile.
- Sviluppo e diffusione di uno strumento di mappatura della legislazione globale che fornisca i quadri normativi, gli standards e le relazioni di tutto il mondo, affinché il settore privato disponga delle informazioni necessarie per accelerare l’azione.