La Fondazione Enzo Hruby protegge la Basilica di Santa Maria dei Miracoli ad Andria

Nei suoi quasi cinque anni di vita, la Fondazione Enzo Hruby ha sostenuto la realizzazione di ben venti progetti per la protezione del nostro patrimonio storico artistico. In questo modo, ha contribuito alla valorizzazione di importanti siti, consentendo la diffusione della loro conoscenza e migliorandone l’accessibilità.
Oggi l’attenzione della Fondazione si rivolge al Sud del nostro Paese, dove interverrà sostenendo, insieme alla società Allarm Sud di Andria, gli oneri economici per la protezione della Basilica di Santa Maria dei Miracoli, importante complesso devozionale ad Andria (BT).
Luogo di culto e di devozione mariana fin dal ‘500, il santuario è composto dalla sovrapposizione di tre chiese. La prima racchiude l’originaria cripta in cui fu rinvenuta l’Immagine della Madonna e custodisce sull’altare l’affresco mariano che ispirò la fede popolare. Da qui si accede alla seconda chiesa, già esistente nel 1606, quando venne edificata la basilica a tre navate collegata da scale interne ai due edifici sottostanti.
L’opera più importante della Basilica è lo splendido soffitto a lacunari che si estende fino al presbiterio e si conserva pressoché inalterato da quando venne realizzato nel 1633. Intagliato e ornato con doratura e decorazioni policrome, è composto da 128 lacunari ottagonali e da tre dipinti seicenteschi.
Il grande valore storico artistico di questo manufatto e dell’intero complesso rendono evidente l’importanza della sua protezione. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Enzo Hruby, verrà realizzato dalla società Allarm Sud di Andria che offrirà anche un proprio contributo concreto, e prevede un sistema di videosorveglianza costituito da 11 telecamere di ultima generazione finalizzato alla tutela dei visitatori e delle opere presenti all’interno della Basilica e un impianto di rilevazione incendio, fondamentale in un edificio che presenta molte strutture in legno, tra cui il mirabile soffitto che verrà così preservato per i secoli a venire.
la Redazione