Come sappiamo l’Industry 4.0 prende il nome dal piano industriale del governo tedesco, presentato nel 2011, e concretizzato alla fine del 2013. La chiave di volta dell’Industry 4.0 sono i sistemi ciberfisici (CPS), ovvero sistemi fisici che sono strettamente connessi con i sistemi informatici, e che possono interagire e collaborare con altri sistemi CPS.
Dalla ricerca “The Future of the Jobs”, presentata al World Economic Forum, è emerso che, nei prossimi anni, fattori tecnologici e demografici influenzeranno profondamente l’evoluzione del lavoro. L’effetto sarà la creazione di 2 nuovi milioni di posti di lavoro, ma contemporaneamente ne spariranno 7. Le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione: rispettivamente 4,8 e 1,6 milioni di posti distrutti. Compenseranno parzialmente queste perdite l’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria. Cambiano di conseguenza le competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, e parallelamente, diventeranno più importanti il pensiero critico e la creatività. “Il mondo cambia”, come titolavamo nel numero 36 di S News.
Ma perché siamo partiti dall’Industry 4.0, per passare ai sistemi ciberfisici, ed arrivare al problem solving ed alla creatività? Perché, per vincere la sfida dell’IoT, serve tutto questo come punto di partenza, e perché il nostro settore, il settore della sicurezza, è sicuramente tra quelli più avocati nel cogliere i vantaggi che il nuovo scenario ci prospetta.
Come sottolinea, ad esempio, Paolo Prinetto, Presidente del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, “l’Industria 4.0 e la Cybesecurity sono legate indissolubilmente. Non c’è la prima senza la seconda e sottovalutare la sicurezza rischia di compromettere qualsiasi progetto”.
Bene, se imprese, politica ed istituzioni si giocano la sfida nel saper far partire velocemente e bene l’Industry 4.0, per allinearsi a quei Paesi che già su di essa corrono, per il settore specifico della sicurezza sarà importante tener presente come con l’Internet of Things, con la connected factory, e con quanto di ulteriormente connected ci sarà, si aprono nuove tematiche legate alla sicurezza, e non solo cyber.
Ecco perché diciamo, noi di S News assieme al Comune di Verona ed alla Regione Veneto, di “aver gettato un sasso nello stagno”. Lo abbiamo fatto a Transpotec in Febbraio, lo avevamo anticipato all’Hub delle Tecnologie di Catania già nel Giugno 2016, e lo approfondiremo in Fiera Sicurezza a Novembre. Alcune aziende hanno capito l’importanza di saper applicare al meglio il “problem solving con creatività” anche sul fronte dell'IoT.
“Alea iacta est”, il dado è tratto, sembra aver detto Giulio Cesare nel passare il Rubicone. Ora ce lo dice l’IoT, e le imprese che, come Cesare, non si tireranno indietro, diventeranno sicuramente vincitrici sul mercato, come il buon Giulio su Pompeo.
di Monica Bertolo