Le certificazioni e le professioni non regolamentate

Ai microfoni di S News Tv, Giancarlo Coferai, Presidente del Cepas, illustra la proposta di legge n°1934 sulle “professioni non regolamentate” e sottolinea l'importanza della certificazione.
È stata recentemente approvata dalla Camera dei Deputati la proposta di legge n°1934 sulle “professioni non regolamentate”.
Sì, è stato un traguardo raggiunto dopo anni e anni di diffusione della cultura della certificazione delle professionalità e quindi della qualità professionale, che finalmente è stato compreso dalle forze politiche, dalle grosse organizzazioni imprenditoriali e anche dalle associazioni di professionisti. Questa proposta di legge, finalmente, farà emergere tutta una serie di professioni, che erroneamente vengono definite “professioni nuove”, ma che si sono venute a creare proprio per la trasformazione del mondo economico e delle industrie che si sono ristrutturate. Queste figure professionali sono di supporto alle aziende, come alle singole persone.
Finalmente, questa legge parla di qualcosa di concreto per le professioni. Stabilisce che un ente di normazione, quale è l’UNI, esistente in Italia da molti decenni, quasi da un secolo, possa emettere di concerto con le parti del mercato interessate le norme che definiscono le competenze che queste professioni devono avere.
Questa legge dice, inoltre, che per dare garanzie al mercato, le professionalità devono essere certificate dagli Organismi di Certificazione, accreditati dall’Ente Nazionale Unico Accredia, che assicurano una professionalità non solo al momento della certificazione, ma che si mantiene e cresce nel tempo.
Come Cepas sostiene, la cultura della certificazione rappresenta un messaggio di crescita. In che senso?
Noi pensiamo che con il processo, tramite il quale le persone si assoggettano autonomamente ad una certificazione, sia diventato più chiaro che non si tratta di una questione burocratica, ma che è un impegno reale, pratico, poiché allo scadere della certificazione, che ha la durata di tre anni, si deve dimostrare di possedere le competenze richieste dal mercato.
la Redazione