L’evoluzione e le nuove soluzioni di Urmet Ate
S News incontra Donatella Monegato, Amministratore Delegato, Urmet ATE.
Urmet Ate negli ultimi tempi ha intrapreso un percorso che la caratterizza in modo differente rispetto agli anni passati. Quali sono queste nuove peculiarità di Urmet Ate oggi, signora Monegato, e quali le ragioni di questa evoluzione?
Si tratta proprio di un’evoluzione, parlerei di un’inevitabile evoluzione, anche se non scontata.
Urmet ATE è certamente un’azienda con un importante carattere tecnologico che, ancora oggi, mi pare di poter dire, rappresenta un po’ l’apice nel nostro settore: siamo stati i primi a sviluppare una centrale su sistema Linux, ed ancora i primi ad impiegare il vettore GPRS nelle periferiche di teleallarme. Sono aspetti importanti, che i clienti ci riconoscono. Credo però che la caratteristica più importante di Urmet ATE sia quella di essere un’azienda molto focalizzata nell’ascoltare le esigenze dei suoi clienti.
Da questa posizione è impossibile non cogliere la veloce evoluzione nel mondo degli Istituti di Vigilanza, che è fatta, da un lato di conservazione strenua delle posizioni tradizionali, che assicurano la prosperità di aziende in cui sbagliare qualcosa significa spesso fallire, ma dall’altro dalla totale consapevolezza di essere vicini al cliente finale come nessun altro, poterlo affiancare nella tutela di ciò che ha di più caro.
Il mondo degli Istituti di Vigilanza è in celere sviluppo, e per rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni è necessario sapersi costantemente mettere in discussione e ribaltare quelle che fino al giorno prima erano certezze.
Oggi, le nuove tecnologie aprono a mondi mai esplorati da questo settore: le possibilità e quindi le opportunità sono infinite, ma richiedono nuove competenze e nuovi approcci di mercato.
Il nostro percorso prevede una definitiva trasformazione da semplice società di prodotto ad organizzazione sempre più dinamica, aperta e specializzata, in grado di proporre sistemi, soluzioni ed integrazioni.
Questa nuova dimensione di Urmet ATE, che deriva quindi da nuove esigenze del mercato, modifica il posizionamento dell’azienda in modo profondo. Quali sono i punti di forza attuali e quelli che la caratterizzeranno nel breve futuro?
Davanti a noi osserviamo un mercato caratterizzato sia da grandi opportunità che da grandi difficoltà. Il passato recentissimo ha visto entrare in crisi molte aziende. In questo mercato, però, Urmet ATE sta raccogliendo, grazie ad un grande impegno, molte soddisfazioni.
I nostri progetti più recenti, un po’ fuori dagli schemi comuni, hanno avuto particolare successo, grazie, credo, alla capacità di comprendere e soddisfare delle esigenze che in parte erano conclamate ed in parte, invece, non erano espresse dai nostri clienti.
Mi riferisco al sistema integrato di contact center, ai vari moduli software per la centrale, alla periferica wifi e, soprattutto, alla nuova App per la gestione di impianti antintrusione e domotica. Una soluzione innovativa e finora unica nel suo genere, che consente agli Istituti di presentarsi ai clienti, vecchi e nuovi, in una modalità diversa.
Un forte focus anche sui servizi, quindi. Perché?
I nostri clienti, le vigilanze, vivono di servizi. I recenti sviluppi tecnologici, fatti di APP, di domotica, di altro, stanno fornendo loro un’opportunità enorme di crescita.
La mitica signora Maria che in passato a malapena avrebbe pagato il canone per il sistema di antifurto radizionale, oggi impugna uno smartphone ed ha familiarità con l’utilizzo delle applicazioni.
Il problema è che investire in tutte queste tecnologie è spesso impossibile per una vigilanza che lotta tutti i giorni con le complessità di un’organizzazione, enormemente diffusa.
Urmet ATE vuole essere al fianco dei suoi clienti, fornendo delle soluzioni “facili” ed economiche, già integrate con le tecnologie esistenti, come le nostre centrali, che consentano loro di cogliere le opportunità che questo mercato oramai offre, senza impegnarli in sviluppi diretti che non potrebbero permettersi, perché li porterebbero troppo lontani dal loro focus principale.
Servizi, quindi, e non solo prodotti, ma servizi costruiti in modo che i nostri clienti possano facilmente acquistarli e proporli ai loro clienti finali, sviluppando nuovi business che diversamente non potrebbero espandere, senza importanti investimenti, insostenibili in assenza della necessaria massa critica.
a cura di Monica Bertolo
Nella foto da sinistra: Filippo Carraro, Nico Pertegato, Davide Xotta, Donatella Monegato