
La necessità di mettere a fattor comune le competenze di tutti gli attori della sicurezza, con convergenza tra security e safety, tra tecnologie, sistemi e soluzioni e tra pubblico e privato, è sicuramente uno dei temi del momento.
Molte le voci che con impegno, determinazione, studio ed analisi, entusiasmo e profonda convinzione cercano di diffondere il verbo.
Solo per ripercorrere eventi e notizie recenti, pensiamo ai contenuti sviluppati ed ai messaggi lanciati all’HUB delle Tecnologie di Catania, così ben amplificati con forza dai media generalisti siciliani, pensiamo ad Arena 2016, con le testimonianze del Questore di Verona, delle Forze dell’Ordine tutte e dei security managers, e pensiamo ai messaggi delle aziende, che proprio in quella convergenza tecnologica, vedono presente e futuro non solo del mercato, ma della capacità stessa di saper fornire risposte vere, tangibili, utili e necessarie alle esigenze di sicurezza, individuale e sociale.
Il tutto quasi a sancire una maturazione del settore, non solo sotto il profilo tecnico e tecnologico, ma anche in riferimento ad una maggiore e più attenta presa di consapevolezza etica del ruolo che in realtà ha, ed avrà sempre più, considerati gli scenari attuali e futuri.
In quanto esperti, operatori e parte attiva nel fare ricerca&sviluppo, studio-analisi-previsione-prevenzione, informazione e diffusione, tutti, noi tutti, produttori, distributori, installatori, system integrators, progettisti, studiosi, managers, professionisti, responsabili della vigilanza, sia del pubblico che del privato: tutti siamo chiamati a condividere, a mettere a fattor comune a far convergere conoscenze, competenze, abilità, risultati, per poter migliorare, qualificare, rendere più efficienti e più efficaci soluzioni, servizi e sistemi, in nome di quella sicurezza che deve essere di tutti e che abbiamo il dovere di garantire e tutelare per le attuali e future generazioni.
In tal senso anche la circolare del Capo della Polizia del 7 luglio dà un messaggio chiaro.
Come qualcuno scrisse e cantò, “L’Italia che resiste è quella che si sforza di non perdere il senso di appartenenza e l’orgoglio per questa Nazione di grande e sterminata bellezza”; è proprio in quel senso di appartenenza e di orgoglio, forse affievolito ma che può ben risorgere, che troveremo tutti la forza, la volontà, la determinazione ed il cuore per contribuire a dare maggiore sicurezza e quindi maggiore libertà.
Questo il nostro auspicio e la nostra riflessione, nell’augurare a tutti, da parte del comitato scientifico, della direzione e dello staff di S News, una serena e gioiosa pausa estiva.
di Monica Bertolo