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Maria Cristina Urbano: passato, presente e futuro dell’Associazione più autorevole della Vigilanza Privata

Maria Cristina Urbano: passato

S News incontra Maria Cristina Urbano, Presidente ASSIV.

Dottoressa Urbano, da sempre impegnata nell’associazionismo di settore, ora lei è il nuovo Presidente dell’ASSIV. Qual è stata la sua prima riflessione, nell’accettare un tale incarico?

La mia prima riflessione è andata all’assemblea costituente, che portò alla fusione di due importanti e storiche associazioni di categoria: ANIVP e ASSICUREZZA. Molti dei nostri associati ricordano le varie sessioni di lavoro che condussero a questa fusione ed alla nascita di ASSIV, sessioni che chiamammo, un po’ pomposamente, “gli stati generali della vigilanza”, che si svolsero in larga parte a Firenze, durante tutto il 2005, e che rappresentarono una bella fucina di idee.

La mia riflessione è andata anche ai fondamentali del modello associativo, che enunciai proprio in un mio discorso, al congresso che tenemmo a Roma il 21 marzo del 2005.
L’associazione di successo, dissi allora, è quella che viene riconosciuta autorevole dalle istituzioni, dalle altre associazioni, sia datoriali che sindacali, ed internamente dagli associati. Per essere questo deve avere una forte linea politica condivisa dagli associati, ed una forte leadership, che sappia tenere con fermezza il focus sugli obiettivi dati.

Deve avere capacità di comunicazione, sia verso l’esterno che verso l’interno, ed essere al servizio degli associati, avendo però ben chiaro il principio fondamentale: che l’interesse comune, e qui intendo della categoria, non è fatto dalla somma degli interessi dei singoli.

A dieci anni di distanza, quale il suo bilancio?

Ritengo che tutti i punti che elaborammo in quel lontano 2005 siano stati raggiunti. Oggi l’Assiv è l’associazione più autorevole fra quelle che rappresentano la categoria della vigilanza privata: i nostri associati sono aumentati negli anni, e sono i più importanti operatori della sicurezza in Italia, fra quelli che si riconoscono in una associazione; abbiamo avuto sempre, ed abbiamo ora, un Consiglio direttivo numeroso, partecipato e partecipante, da cui sono sempre arrivati gli indirizzi di programma necessari per orientare l’attività dell’associazione. I nostri Direttivi sono sempre grande palestra di idee e di spunti per il Presidente e la sua Giunta.

Abbiamo avuto, e lo desidero sottolineare con forza e riconoscenza, per tutti questi dieci anni, una leadership forte e carismatica, che si è spesa tantissimo, sia sul fronte esterno che su quello interno: mi riferisco, con grande affetto e grandissima stima, al Presidente uscente Matteo Balestrero.
Con lui ho trascorso gli ultimi miei due anni alla direzione di ASSIV. Il confronto quotidiano con il Presidente Balestrero, sono stati un’esperienza umana e professionale profondissima, che mi conforta nell’affrontare questa mia nuova e più alta sfida. A lui un tributo di riconoscenza per il lavoro fatto, e per i risultati conseguiti, che l’Assemblea Assiv, il 12 dicembre in Roma, gli ha esternato con un lungo e caloroso applauso.

Ed al vostro applauso, Presidente Urbano, mi unisco anch’io, nella stima e nel riconoscimento al Presidente Balestrero, per aver sempre collaborato in modo squisito ed estremamente fattivo, in tutti questi anni. A tal proposito, come è cambiato, Presidente Urbano, il mondo della Vigilanza in questi ultimi dieci anni?

In questi dieci anni il mondo intero è cambiato, il nostro mondo della Vigilanza è cambiato, e per Assiv in modo particolare. Giusto il tempo di costituirci, l’11 aprile 2006, accusammo i colpi che venivano da sentenze del TAR e pronunce dell’Autorità Garante del mercato, ascoltando gli scricchiolii sempre più forti che arrivavano d’oltralpe, dalla procedura di infrazione che oramai si tramutava in giudizio di condanna per tutto il settore della Vigilanza Italiana, nel 2007.

Da lì ASSIV imboccò con forza la strada del rinnovamento, partecipando da protagonista alla ricostruzione della cornice normativa di settore, e, sempre denunciando la lentezza con cui questo processo ha preso forma, lentezza che ha prodotto quel vuoto normativo che, insieme alla crisi congiunturale concomitante, ha provocato il vero disastro che conosciamo: nuova concorrenza “spuria”, deregulation selvaggia senza argini sanzionatori, crollo delle tariffe, apertura a forme alternative di sicurezza senza controlli.

Quali, quindi, sono state le direttrici del vostro intervento, in questi 10 anni?

In questi dieci anni Assiv si è spesa nel suo ruolo naturale, quello della rappresentanza sindacale. Voglio ricordare solo l’ultimo contratto, quello scaduto a fi ne 2015, quello tutt’ora vigente. Travagliatissimo, ma alla fine vincente, che ha portato, a fronte di un incremento del costo del lavoro mai così basso, una nuova classificazione del personale, molto più aderente alle realtà aziendali, un rafforzamento della disciplina del cambio di appalto, e l’inserimento della parte normativa riguardante i servizi fiduciari di sicurezza.
La firma di quel contratto, con a fianco solo il mondo cooperativo e di fronte solo due sigle sindacali delle tre canoniche, oltre UGL su tavolo separato, ha rappresentato un grande atto di coraggio, e una grande assunzione di responsabilità, nei confronti non solo delle nostre aziende, che hanno bisogno di uno strumento contrattuale forte e credibile, ma anche nei confronti dei nostri lavoratori, che fanno impresa insieme a noi.

Quel contratto ha anche rappresentato il riconoscimento e l’inclusione di tutta quella parte di business che chiamavamo, genericamente, “portierato” e che abbiamo tratta-to in maniera schizofrenica per anni: da una parte facendolo, e dall’altra rinnegandolo e non volendolo affrontare, né nei suoi contorni giuridici, né nei suoi profili contrattali.

Pensando invece al futuro, quali saranno i suoi primi interventi?

Abbiamo abbracciato la filosofia della qualificazione delle imprese quale strumento indispensabile di crescita, e questo percorso non è stato e non è privo di grandi oneri per le nostre aziende. Ci è stato chiesto dalle istituzioni di divenire partner affidabili e sicuri, per poter svolgere il ruolo sussidiario che ci è stato attribuito. I livelli minimi di qualità, le prescrizioni e le cer tifi cazioni obbligatorie sono una garanzia che ci ha chiesto lo Stato a sua tutela.
Bene, le nostre aziende hanno risposto, con sacrificio, ma adesso i tempi della integrale applicazione del sistema regolamentare si stanno allungando in modo intollerabile. Sul mercato permangono Istituti non in regola. Ciò crea un ingiusto vantaggio per le aziende che si sottraggono alle prescrizioni. L’attività di ASSIV, spero di concerto con quella delle altre associazioni, sarà quella di reiterare con forza le richieste di intervento da parte del Ministero.
In ambito istituzionale contiamo di richiedere l’attivazione delle Conferenze Provinciali Permanenti su ciascuna Prefettura, per verificare lo stato di adeguamento delle aziende alla nuova normativa di settore.
In ambito appalti, certamente va pensata l’attivazione di una qualche forma di task force per monitorare e verificare che le gare vengano bandite, in conformità alla normativa di settore.
Richiederemo l’attivazione immediata di un tavolo interministeriale, per l’emergenza assalti a trasporti valori e caveau. Poi aggiungo che, se è vero, come è vero, che noi siamo le forze complementari e/o sussidiarie a quelle di pubblica sicurezza, allora i nostri sforzi saranno indirizzati, con ancor maggior vigore, a cercare ed a mantenere aperti i canali di contatto con le istituzioni ed il mondo politico, per perseguire almeno quattro obiettivi che sono:

– Proteggere il perimetro esclusivo di competenza riservato alla vigilanza privata, e questo a tutela e garanzia della finalità pubblica della sicurezza. C’è già una norma che lo definisce, il Regolamento di Esecuzione del TULPS, all’art. 256 bis, ma non è abbastanza, perché assistiamo a continue invasioni di campo: anche qui, vanno chiesti interventi a protezione;

– Individuare nuovi servizi di pubblica utilità, che le forze dell’ordine, chiamate a compiti di più delicato e alto profilo, non possono più coprire, anche in ragione delle limitate risorse finanziarie. Su questo punto abbiamo già sviluppato dei progetti di intervento, che speriamo di portare a breve all’attenzione dei Ministri competenti.

– Apertura di nuove aree di intervento. Ci batteremo per l’approvazione di una norma di carattere primario che renda possibile per gli Istituti di Vigilanza Privata l’esercizio dei servizi di sicurezza alla persona (la close protection), in linea con quanto accade nel resto dei Paesi europei.

– Promuovere l’idea che l’incentivo fiscale in favore di privati, che decidono di sottoscrivere nuovi contratti di vigilanza per le proprie abitazioni private, rappresenta un ottimo affare per lo Stato.

E sotto l’aspetto sindacale?

Si è aperta la stagione del rinnovo. E’ evidente, credo che lo sia anche al sindacato, che il contratto non può essere un mero strumento di adeguamento dei salari. Il contratto deve essere uno strumento che aiuta l’azienda là dove oggi vi è maggiore esigenza: flessibilità e produttività. Il contratto vigente funziona, e la prova è che questo contratto è il contratto di riferimento non solo per la vigilanza privata, ma anche per i servizi fiduciari, segno che questo accordo ha esercitato una vis attractiva per tutto quel mondo su cui noi intendiamo porci, con autorevolezza.

Dobbiamo mantenere l’unicità del contratto. Non sarà facile, anche perché nell’ultimo anno abbiamo assistito a tentativi più o meno riusciti di fuga verso altri contratti firmati da sigle assolutamente non rappresentative, che contengono elementi di interesse e di vantaggio per le aziende, sia in termini di puro risparmio sui costi, sia in termini, molto più appetibili, di modelli di maggiore flessibilità. Se, come credo, la tenuta del tessuto delle relazioni sindacali “classiche” è un valore, sia per noi che per le OO.SS attualmente firmatarie e non, dovremo fare ogni sforzo per trovare una soluzione di equilibrio che soddisfi aziende e lavoratori. Siamo alle prime battute, ed è impossibile ora fare pronostici sulla trattativa, ma siamo ben attrezzati. La commissione sindacale è al lavoro, e saprà elaborare proposte da portare in trattativa.

E per quanto riguarda i tavoli tecnici UNI, CEI, ISO e gli organismi di rappresentanza come Anie Confindustria?

Il presidio dei tavoli tecnici negli Enti di normazione volontaria (UNI, CEI, ISO) ed il presidio negli organismi di rappresentanza ANIE/Confindustria, sono due capitoli importanti.
Il primo perché dai Gruppi di lavoro dei comitati UNI arrivano le norme di settore che, abbiamo visto, da volontarie diventano cogenti, o comunque, di riferimento tecnico per le norme di cornice. Non possiamo pensare che norme che ci riguardano così da vicino vengano scritte solo da altri stakeholders. Questo è un lavoro che richiede sia capacità di mediazione ed alleanza, che capacità tecniche.

Importante anche la presenza all’interno del sistema ANIE e Confindustria. La partecipazione è essenziale anche per creare all’interno degli organismi di rappresentanza quelle competenze che ci riguardano e che possono essere un valido supporto per il sostegno ai nostri progetti ed alle nostre istanze presso
le istituzioni ed i tavoli sindacali.

Concludendo, Presidente, decisamente un importante progetto…

Si tratta di un progetto ambizioso, che sicuramente andrà integrato e modifi cato, a seconda di quello che le condizioni del mercato, e la situazione politica richiederanno. L’instabilità politica e di governo è deleteria per l’economia, per la crescita, ed anche per l’interlocuzione istituzionale, che diviene difficilissima.

Vi sarà dunque bisogno dell’impegno di tutti gli associati, in uno scambio reciproco, continuo ed improntato alla progettualità ed alla visione per il futuro del nostro settore.

Ma non sembra preoccupata, nonostante si tratti di un incarico così significativo ed impegnativo…

Beh, un poco mi spaventa, ma porterò avanti l’incarico con spirito di servizio e con il massimo delle mie capacità, sapendo di avere, in ogni momento, il sostegno di tutti gli associati.

a cura di Monica Bertolo

Assiv

 

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