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Non c’è Sicurezza, se non c’è sinergia tra Pubblico – Privato

Non c'è Sicurezza

S News incontra Vincenzo Acunzo, Coordinatore dell'Unità Organizzativa Vigilanza Privata del Ministero dell'Interno, relatore all’Assemblea Annuale ASSIV.

Quali sono le novità introdotte dal DM 115 nell’ottica dell’evoluzione della vigilanza privata?
“L’evoluzione portava a rendere gli istituti di vigilanza più consapevoli e soprattutto impegnati in prima persona nell’autocertificazione e nell’autocontrollo. Il meccanismo introdotto dal DM 115 è un meccanismo che vuol affidare al diretto interessato l’attività di controllo perché, di fatto, la paga rivolgendosi ad un organismo di certificazione.
Noi, come Ministero dell’Interno, riconosciamo l’organismo di certificazione, lo inseriamo in un elenco e solo da quell’elenco può essere tratto l’organismo che va a fare il controllo. Il certificato rilasciato dall’organismo, però, non è una patente assoluta: la potestà di controllo resta sempre in mano al Prefetto, che valuterà l’esistenza del certificato come un elemento positivo, la sua mancanza o la sospensione, invece, come un campanello d’allarme per poter attivare le iniziative necessarie per verificare la concreta operatività di un istituto di vigilanza”.

Dal suo punto di vista, l’iter per gli istituti di vigilanza in Italia a che punto è in questo?
“Oggi gli istituti di vigilanza dovrebbero essere pienamente adeguati al DM 269. Abbiamo fatto un monitoraggio, e dovremmo avere un sistema sano ed omogeneo. Su questo sistema si va ad inserire la certificazione operata dai privati, e questo dovrebbe semplicemente dare un vantaggio, perché rende più certo il controllo, più efficace, più immediato e quindi consente alle aziende sane, e a coloro che sono pronti a recepire le disposizioni di legge, ad emergere tra quelli che sono un po’ più lenti a non rispettare le norme”.

Proprio partendo da questo concetto, ci si può collegare all’affermazione del Vice Ministro Bubbico, che diceva “è imprescindibile la presenza della Vigilanza privata negli aeroporti, nei porti e nelle infrastrutture critiche”.
Oggi la Vigilanza privata è imprescindibile dappertutto: dalla storica scorta ai furgoni postali, al trasporto valori, agli aeroporti, ai porti, all’antipirateria, e quindi anche le possibilità future, quando parliamo di tutela alle persone, piuttosto che,  qualcuno ha cominciato a ventilare, la gestione delle carceri; insomma le prospettive sono tante.
Il dato di fatto è che oggi non c’è sicurezza, se non c’è una sinergia concreta tra pubblico e privato”.

Confrontandoci con il resto d’Europa, vediamo esperienze a volte più avanti rispetto all’Italia. Ci allineeremo velocemente anche noi?
“Noi partivamo da una legislazione del ’31: è difficile fare il paragone col Regno Unito dove c’è la gestione delle carceri. Ci stiamo adeguando al sistema europeo che, attenzione, non è conforme ed omogeneo dappertutto. Oggi l’Italia rappresenta un buon livello di sicurezza e un buon livello di partenariato pubblico-privato”.

a cura di Monica Bertolo

Nel video che segue l'intervista integrale a Vincenzo Acunzo

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