“Non ho tempo da perdere” di Roberta Bortolucci. Recensione di Cristhian Re, S News
L’evocativo sottotitolo del libro è: “Dedicato alle donne che decidono di volersi bene”. Sarà per il fatto che leggendolo ho riscoperto quel gentile lato femminile che, sebbene assopito e nascosto, è presente anche in noi uomini, sarà per la manifesta provocazione che spinge ad una sana curiosità, sarà che ciascuno di noi è attratto dal mistero, ma questo manuale non è esclusivo appannaggio delle donne anzi… un piccolo gioiello per l’intero genere umano.
Se potessi rivolgermi all’autrice le chiederei: “Perché dimidiare il potenziale numero dei lettori, perché rinunciare volontariamente a una fetta importante di estimatori, perché impedire che anche gli uomini possano volersi bene?”
Temi quali l’autostima, l’introspezione, l’autocritica, il senso di colpa, i conti col passato, il cambiamento, il dominio della rabbia, il raggiungimento dell’equilibrio, il recupero del tempo, il pensare strategicamente, la promozione dei talenti, sono ecumenici e di interesse generale cui nessuno può sottrarsi.
La lettura di questo libro permette, all’uomo, di beneficiare di un punto di osservazione privilegiato: quello interno, appunto, al mondo femminile; alle donne, invece, di prendere piena coscienza e consapevolezza della loro grandezza e superiorità.
Il richiamo alla potente immagine dell’acqua rappresenta una felice costante in particolare – siamo a metà del libro – quando la Bortolucci esorta al cambiamento invitando ad abbandonare tossici e retrospettivi schemi mentali: “La vita è una corrente, rimanere attaccati al passato è mettere una diga e far ristagnare l’acqua. La vita, come l’acqua deve scorrere, incontrare rocce e sbattere, incontrare avvallamenti e diventare gorgo, incontrare spazi aperti e rallentare, incontrare altri fiumi e mescolarsi rimanendo acqua ma non la stessa di due metri a valle”.
Dinanzi alla radicazione di talune posizioni o atteggiamenti e alla manifesta impossibilità di raggiungere un obiettivo, l’autrice, armata di solo candore, suggerisce paratatticamente di:
1. cambiare obiettivo;
2. cambiare contesto;
3. cambiare se stessi.
Ben 32 gli esercizi pratici che corrono in soccorso della lettrice/lettore lungo il tortuoso e stretto sentiero del cambiamento.
“La realizzazione personale – sottolinea la Bortolucci – va perseguita con calma. Quello che non bisogna fare è cambiare rotta sotto la tempesta. Sotto la tempesta bisogna studiare i venti, l’altezza delle onde, le proprie forze… e appena il mare si calma aggiustare, se necessario, la rotta”.
La chiusa, infine, è lasciata all’allegorico apologo dell’indiano Cherokee e della battaglia (interna) dei due lupi… una bellissima storia da tramandare!
di Cristhian Re, Responsabile Security Cross Processes and Projects A2A e Comitato Scientifico S News
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Ndr: A farci conoscere libro ed autrice, è stata Hikvision, con quel suo singolare e bel meeting “in Rosa”, che ha visto protagoniste circa 50 donne della security, e che portava il titolo del libro.
Partecipanti all'evento Hikvision “Non ho tempo da perdere”