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Oltre la norma: dai profili alle specializzazioni della Security?

Specializzazioni Security

La Norma UNI 10459:2017 prevede tre livelli di profilo di “professionista della Security”, non ancora delle specializzazioni.

Se accusiamo un dolore a una mano certamente non siamo soliti rivolgerci al veterinario o al dentista, benché entrambi medici. E, probabilmente, se il dolore dovesse persistere o fosse insopportabile ci faremmo visitare da un ortopedico e non da un oculista. Infine, se corressimo il rischio di doverci sottoporre a un intervento chirurgico andremmo alla ricerca di un bravo chirurgo della mano, magari un luminare.

Così dovrebbe valere anche nell’ambito della sicurezza. Un Security Manager con una lunga e solida esperienza nel settore dei trasporti avrà maturato delle conoscenze e competenze specifiche, caratterizzate solo da un certo numero di punti in comune con il settore bancario, siderurgico, logistica, telecomunicazioni, automotive, oil & gas, aero-portuale, chimico farmaceutico, retail, ecc. I restanti punti ricadono in un campo che è di sua esclusiva pertinenza. Il concetto di fungibilità, nella fattispecie, non si applica così facilmente come si è portati a credere. Le ragioni rasentano l’ovvietà, esattamente come il discorso della mano. Il Transportation Security Manager, ad esempio, farà riferimento a una precisa normativa di area, a un particolare contesto organizzativo, a determinati assets (materiali e immateriali) che connotano il business. Il Bank Security Manager, lo Steel Security Manager, il Logistics Security Manager e così via faranno riferimento, evidentemente, a tutt’altri elementi.

Le società di headhunting si orientano, non a caso, verso profili identici o affini, non solo nel rispetto delle differenti professionalità, ma anche per garantire la giusta collocazione, l’omogeneità e la finalità di impiego del candidato prescelto. In tal modo, i risultati attesi non tarderanno ad arrivare. In caso contrario, i tempi si dilateranno a causa della carenza o, addirittura, assenza dello specifico know how dell’attore principale. Questi, infatti, sarà costretto ad acquisirlo e a sperimentarne l’applicazione con gli ovvi rischi che ne conseguono. Un allergologo può certamente diventare un bravo chirurgo della mano, ma prima dovrà frequentare la scuola di specializzazione e, solo successivamente, cimentarsi in interventi chirurgici; gradualmente, da quelli più semplici a quelli più complicati. Saremmo disposti ad affidargli la nostra mano?

Chi non ricorda il film “Il generale dorme in piedi”? L’ufficiale medico veterinario Umberto Leone (Ugo Tognazzi), guadagnatosi i gradi durante la Seconda Guerra Mondiale sul campo per aver salvato la vita a un suo superiore, per decenni con il tacito assenso delle alte sfere dell’Esercito opera e cura, brillantemente, migliaia di soldati senza avere titolo. Il mondo non è un film, e quello del business lo è meno ancora. Essere volenterosi o creativi non basta.

Ad una tavola rotonda di qualche tempo fa assistetti al confronto tra tre colleghi appartenenti a mondi diversi: vigilanza privata, banca e musei. Ciascuno dei tre ossessionato da un pensiero: il primo dagli assalti ai furgoni portavalori, il secondo dalle rapine, il terzo dai furti delle opere d’arte. Sembrò una “Sfida all’O.K. Corrala suon di dollari, più che di piombo. In un crescendo rossiniano, i colpi che funestarono le strade da Catanzaro a Lodi per malloppi che andavano dai 2 agli 8 milioni di euro, quelli a banche blasonate come Dar es Salaam Bank, Banco Central, Bank of England, British Bank of the Middle East, United California Bank con bottini più sostanziosi dai 70 ai 300 milioni di dollari, fino a quelli più rocamboleschi presso i Musei di Vienna, Giza, Oslo, Boston e Parigi di fronte ai quali non ce n’è per nessuno. Il valore delle opere rubate si stima tra i 50 milioni di euro per un solo pezzo (ad esempio, la Saliera di Francesco I) e i 500 milioni di euro (per le tredici sottratte all’Isabella Stewart Gardner) o direttamente infinito, come nel caso del furto della Gioconda al Louvre.

Vince per knockout tecnico l’Art Security Manager! Una specializzazione professionale su cui puntare, soprattutto in Italia. Un business tutto da sviluppare. Il futuro che continuerà a vivere del passato.

Al Normatore italiano impegnato proprio in questi mesi nella revisione della UNI 10459, audace fin dal 2015 con le sue 120 obbligazioni potremmo quasi suggerire di precorre nuovamente i tempi, prevedendo specializzazioni all’interno della famiglia professionale dei Security Managers per assicurarci, come accade in medicina, che i veterinari continuino a curare i quadrupedi e i chirurghi i bipedi.

Il Normatore dovrà affrontare il tema in maniera decisa, fermo restando che ogni altra posizione è legittima e ha la sua ragion d’essere. Sono in molti a ritenere che la specializzazione molto marcata tenda ad abbassare il profilo dello specialista fino a ridurne quella fungibilità che è una delle armi del manager che, di massima, è interessato al processo e non al prodotto. Conosco managers che sono passati dalla produzione di scatolame a quello dei sistemi d’arma. In quest’ottica è necessario che si apra un dibattito che, comunque, porterà vantaggi indiscussi: non ultimo quello della consapevolezza. In ultimo, molto ci si attende dall’Università che per vie imperscrutabili riesce sempre a percepire il futuro. Sarà interessante esperire una ricerca negli ambiti accademici per verificare lo stato dell’arte.

Cristhian Re

Security Manager con oltre venti anni di esperienza maturata nell’industria della difesa, dell’energia, delle multiutilities, della siderurgia e dei semi conduttori. Laureato in Scienze Politiche e in Lettere, Master of Arts in Intelligence and Security. In ambito professionale è certificato CBCI, PFSO, Lead Auditor ISO 9001, 37001, 22301, 27001, 20000-1. Articolista e membro del Business Continuity Institute Italy Chapter, del Comitato Scientifico della rivista S News e del Centro Interistituzionale di Studi e Alta Formazione in materia di Ambiente (CISAFA). Autore de “La misurazione della sicurezza” – (Ed. Bit.Book) e di “Introduzione all’analisi dei rischi” (Ed. Edisef). Ufficiale in congedo dell’Arma dei Carabinieri.

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