Operatore di Security: quale la nuova frontiera in ambito Siderurgico?
Operatore di Security in ambito Siderurgico. Questo il tema al centro dell’approfondimento odierno del Dazebao della Security di S News, a cura di Cristhian Re che, con la sua sapiente penna dai tratti chiari, immediati e lungimiranti, ne presenta la nuova frontiera, quale elemento integrato nel processo produttivo.
Buona lettura!
la Redazione
Il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (più noto semplicemente come TULPS) prevede che “gli enti pubblici, gli altri enti collettivi e i privati possano destinare guardie particolari alla vigilanza o custodia delle loro proprietà mobiliari o immobiliari”. L’art. 133 riguarda infatti l'ipotesi in cui la tutela della sicurezza della proprietà privata sia esercitata direttamente dal proprietario dei beni, con l'impiego di “guardie giurate” alle proprie dirette dipendenze. L’articolo successivo, il 134, si riferisce invece alla possibilità che l'attività di vigilanza e custodia venga affidata ad “istituti di vigilanza” che, in possesso di apposita licenza rilasciata dal Prefetto, la esercitano per conto di terzi in forma imprenditoriale.
Nel 2020, in Italia, le imprese di vigilanza e dei servizi connessi sono 1.745, per un totale di 76.203 lavoratori occupati e una media di 43,7 addetti per impresa. Di seguito numeri e geografia del fenomeno [fonte ed elaborazione Censis]:
Siamo sostanzialmente di fronte ad un vero e proprio esercito di professionisti di cui troppo spesso non si ha contezza (giusto per fornire un metro di confronto, i soldati contano 95.000 unità, i carabinieri 109.000, i finanzieri 63.000, i poliziotti 98.000, uomo più uomo meno), impiegato non solo nei servizi di cui al DM 269/2010 (tele-vigilanza e tele-sorveglianza, intervento su allarme, trasporto valori, custodia in caveau, trasporto e scorta valori, ecc.), ma anche in quelli di cui al DM 154/2009 (di sicurezza sussidiaria nell'ambito dei porti, terminal passeggeri, stazioni ferroviarie e quelle metropolitane nonché nell'ambito delle linee di trasporto urbano ed extraurbano).
Dal 2008, a seguito della modifica dell’art. 138 del TULPS, le guardie particolari giurate, le GPG, “rivestono la qualità di incaricati di un pubblico servizio”, laddove per pubblica funzione si intende qualsiasi funzione, stabile, che contribuisce a formare o a manifestare la volontà della PA. In base al nostro codice penale (art. 358) “sono incaricati di un pubblico servizio coloro che, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio”. Il Legislatore ama evidentemente le tautologie, lo scrivente meno. Sono tali, ad esempio, gli esattori di una società concessionaria dell'erogazione del gas, gli impiegati degli enti pubblici che prestano la loro collaborazione ai pubblici ufficiali nell’opera da questi espletata, i custodi dei cimiteri, i presentatori-conduttori delle trasmissioni televisive. Pertanto la nostra guardia giurata è decisamente in buona compagnia. Ma che comporta essere incaricato di pubblico servizio? Spieghiamolo chiaramente: le guardie giurate “che, nell'esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, D E V O N O farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito” (art. 331 del codice di procedura penale). Trattasi, dunque, di obbligo.
L’espressione reato perseguibile d’ufficio si riferisce a tutti quei reati (di maggiore gravità) per i quali in Italia lo Stato tutela la vittima a prescindere dalla sua volontà, procedendo in modo diretto contro il responsabile del reato stesso. A mero titolo esemplificativo, lo sono: i reati contro il patrimonio (furto, danneggiamento, appropriazione indebita, ecc., soprattutto se commessi in forma aggravata), l’omicidio, la lesione personale, la violenza privata, lo stalking, l’estorsione, ecc., ma anche i reati ambientali (l’inquinamento e il disastro ambientale, il traffico o abbandono di materiale ad alta radioattività, l’impedimento del controllo, l’omessa bonifica, ecc.), quelli che – per intenderci – non di rado si verificano (o, peggio ancora, si commettono) in azienda e dalle conseguenze incalcolabili, sia in termini economici e patrimoniali sia in quelli reputazionali e d’immagine.
In forza di quanto sommariamente premesso, si comprende quasi intuitivamente – osiamo affermare – la ragione dell’impiego in ambito siderurgico di guardie particolari giurate anche in veste di collaudatori di rottami, previa idonea formazione che preveda la conoscenza della composizione chimico-fisica e dimensionale del rottame ferritico e austenitico, dei materiali inquinanti, la normativa di riferimento sui rifiuti, il Regolamento UE n. 333/2011, le tecniche per l’individuazione dei mescolamenti e dei materiali utilizzati, il rapporto con fornitori/autotrasportatori, le possibili frodi, ecc. La guardia giurata-collaudatore diviene, quindi, elemento integrato del ciclo di produzione (“area a caldo”, quella dove avviene la fusione all’interno dei forni – oltre i 1.500 °C di temperatura), ma soprattutto essenziale anche in chiave antifrode (taluni autotrasportatori, dotati di una mente dalla fertile immaginazione, dimostrano di saperne una più del diavolo).
Generalmente il rottame viene approvvigionato da fornitori sia nazionali sia esteri, consegnato su gomma o su rotaia e stoccato in un’apposita area denominata “parco rottami”. Le operazioni di scarico avvengono per ribaltamento del cassone del camion o per scarico del rottame da vagoni ferroviari, attraverso macchine operatrici, carriponte e semoventi, attrezzate con ragni idraulici o con elettromagneti. La verifica del materiale avviene in diverse fasi che vanno da una attenta qualifica dei fornitori a specifiche attività di accettazione del materiale, passando per controlli radiometrici e visivi dettagliati, questi ultimi ad opera delle nostre guardie giurate-collaudatori. Con l’ausilio di mezzi semoventi, il rottame viene successivamente caricato nelle ceste, scaricato nel forno, avviando così il processo di fusione.
È in corso da mesi uno studio perché le attività svolte oggi sul campo direttamente dalla guardia giurata-collaudatore in tutte le condizioni metereologiche e ambientali, anche le più dure e avverse, un giorno possano essere facilitate grazie ad un’avanzatissima tecnologia attualmente applicata, però, in altri ambiti (anche istituzionali) o settori di business, su scala e con finalità ben differenti. Nel prossimo numero della rivista anticiperemo inedite soluzioni che, se opportunamente sviluppate, saranno capaci di trasformare la nostra guardia giurata-collaudatore in un analista tecnico (inaugurando così una nuova professione) e generare notevoli benefici per l’Azienda garantendo un ROI (return on investment) nel medio termine.
a cura di Cristhian Re
Il processo produttivo
CRISTHIAN RE
È attualmente Responsabile Sicurezza e Servizi Generali di Acciai Speciali Terni. Laurea in Scienze Politiche e Lettere Moderne, MA in Intelligence and Security, ufficiale in congedo dell’Arma dei Carabinieri, CBCI, PFSO, Lead Auditor ISO 37001, 9001, 27001, 22301, 20000, autore de “La misura della sicurezza” e “Propedeutica all’analisi del rischio”. Ha maturato la sua esperienza nell’Industria della Difesa (Alenia Aeronautica e Finmeccanica), nel settore di produzione dell’Energia (Edipower), delle Multiutilies (A2A). Membro del Comitato Scientifico di S News, è dal 2015 curatore della rubrica Il Dazebao della Security.