Parte da Vicenza il viaggio di “Un capolavoro chiamato Italia”
E’ partito da Vicenza, venerdì 30 gennaio, il tour che raggiungerà in primis Urbino, il 18 Febbraio, per poi proseguire verso Firenze, Torino, Milano, Genova e Varallo Sesia, alla scoperta delle tante realtà che compongono il patrimonio culturale del nostro Paese, raccontate dalle voci dei loro protagonisti nel volume Un capolavoro chiamato Italia, l’iniziativa editoriale della Fondazione Enzo Hruby, presentata il 28 novembre a Roma presso la sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e destinata a rappresentare un vero punto di incontro tra gli operatori della sicurezza e dei beni culturali.
Perché Vicenza come prima tappa?
Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby, è stato molto chiaro ed incisivo: “Vicenza è un esempio di come si possa valorizzare un patrimonio artistico, una città. A Vicenza abbiamo trovato, come Fondazione Hruby, una splendida collaborazione con l’Amministrazione cittadina, un’apertura alla partnership pubblico/privato che altrove non è stato possibile trovare.
Come Fondazione abbiamo realizzato 32 progetti dalla nostra costituzione, ma altrettanti avremmo potuto realizzarne se avessimo trovato collaborazione da parte delle Amministrazioni Pubbliche. Il problema sta nella mancanza di sensibilità.
La sicurezza – sottolinea Hruby – è la Cenerentola dei Beni Culturali. E’ spesso un problema di formazione, poiché chi si occupa di beni culturali, per la maggior parte dei casi, ha una preparazione di taglio umanistico e non tecnico.
A Vicenza abbiamo trovato una grande sensibilità per la valorizzazione e la tutela del patrimonio artistico. Valorizzare un bene significa renderlo fruibile e sicuro, facendolo anche diventare così risorsa per la rinascita economica, oltre che culturale, della città”.
A Vicenza il volume è stato presentato a Palazzo Trissino da Carlo Hruby, da Armando Torno, editorialista del “Sole24Ore”, e dal Sindaco di Vicenza, Achille Variati, che è tra gli oltre trenta autori della pubblicazione stessa.
Il Sindaco Variati ha sottolineato il valore dell’eccellente intervento della videosorveglianza della Basilica Palladiana, frutto “di una collaborazione proficua tra pubblico e privato che, se può essere considerata normale al di fuori dell’Italia, nel nostro Paese è da ritenersi eccezionale. Con questo progetto la Basilica Palladiana, e con lei il sistema delle piazze e dei palazzi monumentali che gravitano attorno al complesso rinascimentale, risulta oggi sorvegliata al pari dei più importanti monumenti d’Italia: tutti i lati sono coperti dagli occhi delle telecamere.
La sicurezza – prosegue il Sindaco Variati – diventa quindi un tema centrale e l’intervento di videosorveglianza che si è realizzato a protezione della Basilica Palladiana ha garantito condizioni di vivibilità al grande monumento civico, senza snaturarne l’originaria funzione, e restituendolo ai cittadini nella sua bellezza, con il duplice merito di mettere in risalto da un lato l’importanza della prevenzione e di proporre, dall’altro, il tema della sicurezza da una prospettiva diversa, come vero e proprio volano per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico”.
A tal riguardo, ha evidenziato Hruby: “La tecnologia oggi permette di far convivere le necessità di tutela e quelle di valorizzazione del patrimonio culturale. In Italia esistono realtà che hanno saputo trovare un giusto equilibrio tra queste due esigenze, avvalendosi al meglio delle risorse messe a disposizione dalla tecnologia e delle possibilità offerte dalla collaborazione efficiente tra pubblico e privato. Oggi che il patrimonio culturale del nostro Paese è al centro di una profonda riflessione sul ruolo che la sua valorizzazione può svolgere per la ripresa economica nazionale, realtà come quella vicentina rappresentano dei veri e propri modelli di eccellenza da cui prendere esempio nell’ottica di una adeguata protezione e valorizzazione dei nostri inestimabili beni”.
Il prossimo appuntamento, quindi, il 18 febbraio, quando Un capolavoro chiamato Italia verrà presentato ad Urbino con la partecipazione del Sindaco Maurizio Gambini, di Vittorio Sgarbi, Assessore alla Cultura del Comune di Urbino, di Maria Rosaria Valazzi, Soprintendente ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche, di Armando Torno e di Carlo Hruby.
la Redazione