L’Associazione Italiana Vigilanza e Servizi Fiduciari ritiene “doveroso e opportuno chiarire alcune circostanze inerenti l’avvio dell’indagine conoscitiva promossa dall’AGCM nei confronti di alcuni istituti di Vigilanza.
Assiv, congiuntamente ad un’altra Associazione datoriale di settore (ANIVP), si è rivolta all’AGCM esclusivamente per segnalare la predisposizione da parte di una stazione appaltante pubblica di un bando di gara per l’affidamento di servizi di vigilanza caratterizzato dall’eccessiva dimensione dei lotti.
La segnalazione non ha mai perseguito lo scopo di sollecitare all’AGCM a valutare o censurare il comportamento degli Istituti di Vigilanza che hanno partecipato alla gara utilizzando lo strumento del RTI, atteso che, data la struttura del bando e della dimensioni dei lotti, la RTI si presentava come l’unico strumento giuridico – ammesso dalla lex specialis – che avrebbe consentito la partecipazione alla procedura di affidamento indetta dalla stazione appaltante. La stessa segnalazione era stata doverosamente inoltrata da Assiv, in ragione del fatto che l'Associazione ha il dovere istituzionale di operare a tutela indistinta di tutti gli associati e dell’intero settore della Vigilanza.
Tale attività va ricondotta al compito associativo di garantire agli Associati il rispetto da parte delle Pubbliche Amministrazioni della Direttiva UE e della normativa nazionale del Codice Appalti, finalizzate proprio ad agevolare la partecipazione delle PMI alle procedure ad evidenza pubblica. Le committenti pubbliche sono infatti tenute a predisporre bandi di gara nel rispetto del Codice degli Appalti: nello specifico della questione sottoposta all'AGCM, segnaliamo che già in passato le associate Assiv hanno vinto battaglie contro i macro bandi.
Siamo profondamente confidenti – concludono da Assiv – che la vicenda sarà correttamente valutata dalle autorità competenti; la nostra Associazione fornirà, il massimo supporto agli Istituti coinvolti loro malgrado nel procedimento avviato dall’AGCM” .
la Redazione