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PSIM, Internet of Things, Big Data: tre elementi che rivoluzionano il concetto di sicurezza integrata

PSIM

Immaginiamo una gran quantità di Dispositivi Intelligenti nati per rilevare e comunicare dati che comprendono tutto l’universo degli eventi e dei processi che riguardano la popolazione e l’ambiente di una azienda. Dati di ogni tipo che vengono prodotti in quantità enorme e continua e che vengono accumulati e analizzati ininterrottamente per essere trasformati in situazioni riconoscibili, azioni, previsioni, ed altro, per far sì che le cose che capitano e minacciano la sicurezza di un’ impresa, possano essere anticipate, arginate, eliminate, riducendo ogni forma di possibile danno alle persone, agli asset, alla continuità del business.

I sistemi PSIM (Phisycal Security Information management) per loro natura devono essere in grado di ricevere velocemente grandi quantità di dati in ingresso, di elaborarli ancor più velocemente per poter segnalare tempestivamente situazioni critiche e di conservarli nel tempo per poter affinare gli algoritmi di analisi delle situazioni. Da qualche tempo sta prendendo piede il concetto di Internet of Things o, meglio, di Industrial Internet of Things, che sfrutta la continua riduzione di costi della capacità computazionale per dotare di intelligenza analitica singoli dispositivi e sensori di varia natura, in grado di produrre una grande quantità di dati per le più svariate applicazioni. Siamo tutti quotidianamente testimoni di quanto l’avvento dei Big Data ci ha insegnato che una gran mole di dati, anche i più eterogenei, può essere utilizzata per profilare i comportamenti delle persone e classificare delle situazioni. I più grandi player mondiali nel mondo delle tecnologie informatiche, da Google a Samsung da Microsoft a IBM stanno mettendo a punto piattaforme composte da micro-hardware da inserire in qualsiasi oggetto di uso comune e da infrastrutture Cloud per ospitare i Big Data da questi generati. Il fine? I più disparati, per alcuni prevalentemente in ambito consumer, per altri in ambito industriale. Anche Il futuro dei sistemi di sicurezza, in particolare quelli a protezione delle infrastrutture critiche, si evolveranno per diventare dei Sistemi Informativi per la Sicurezza in grado di raccogliere i Big Data generati dalla IIoT e analizzare in tempo reale eventi apparentemente non correlati per consentire di anticipare il più possibile eventuali situazioni critiche per poter agire con la massima tempestività ed efficacia.

Per questo scopo gli strumenti di sviluppo usati tradizionalmente dai sistemi di sicurezza non sono più sufficienti. Possono essere realizzate estensioni o moduli che fanno fare ai vecchi applicativi qualche cosa di nuovo, ma rimangano vecchi nel loro nucleo centrale.
Openware, il PSIM di Cogen Openvision, utilizza esclusivamente strumenti tecnologici di nuova generazione che possono sembrare sovradimensionati per la gestione di un “semplice” sistema di sicurezza. Strumenti nati per gestire big data, I/O asincrono per essere pronti per la nuova era del web 3.0.
Grazie alla sua scalabilità OpenWare può essere utilizzato in realtà di medie e piccole dimensioni, ma nasce per soddisfare i requisiti di settori di importanza e rilevanza strategica quali telecomunicazioni, trasporti, sanità, banche, istituzioni, sedi pubbliche e governative, difesa, energia.
Per ragioni di natura economica, sociale e politica queste infrastrutture sono diventate sempre più complesse e interdipendenti e si sta sviluppando una crescente possibilità di interconnessione fra i diversi sistemi in funzione del crescente ricorso a tecnologie informatiche, di comunicazione, di gestione e controllo sempre più evolute e standardizzate.

di Dario Romagnoli, Marketing Manager Cogen

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