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Quando al centro c’è il cavo

Quando al centro c’è il cavo

Con le ultime evoluzioni normative rilasciate ( ad esempio, UNI 9795:2013, CEI 20-105 V1, EN60332- 3-25, ed altre) l’elemento di interconnessione, fino ad oggi identificato come semplice “accessorio”, ha assunto un ruolo centrale, sin dalla fase progettuale.

Tale aspetto risulta ancora più evidente a seguito dei malfunzionamenti in impianti di rilevazione incendio indirizzati ed impianti EVAC, che i principali leaders di mercato hanno riscontrato con una frequenza significativa, ed a seguito della difficoltà nel dimostrare che i guasti non dipendevano dalle apparecchiature installate, ma semplicemente dal sistema di interconnessione utilizzato.
Ciò ha creato una vera e propria cordata, che ha richiesto e imposto l’indicazione all’interno delle normative progettuali, del rispetto di alcune caratteristiche e di alcuni parametri riguardanti le linee di interconnessione già in fase di progettazione. La motivazione è da ricercare nel fatto che la norma costruttiva dei cavi per sistemi rilevazione incendio CEI 20-105 (attualmente nella versione V1 rilasciata nel settembre 2013), garantisce esclusivamente l’integrità del circuito in condizione di emergenza, senza considerare le caratteristiche trasmissive delle linee.

Questa norma contempla l’impiego di due tipologie di linee:
• cavi con isolamento in silicone G4
• cavi con isolamento in E4 (cavi dati resistenti al fuoco).

Sempre all’interno del testo normativo (rif. Capitolo 3.3 pagina 6) viene indicato come nota che la scelta della tipologia della linea da impiegare, deve essere realizzata opportunamente, al fine di evitare malfunzionamenti al sistema. La ragione di tale indicazione risiede nel principio di funzionamento delle due tecnologie impiegate per i sistemi antincendio: sistemi convenzionali e sistemi indirizzati.
Se per i primi, cioè i sistemi convenzionali, le caratteristiche intrinseche delle linee non risultano fondamentali per il buon funzionamento del sistema, in quanto la linea deve solo rendere possibile l’identificazione di una variazione di assorbimento generato dall’attivazione del sensore convenzionale (passaggio da un assorbimento a riposo di alcuni μA ad un assorbimento in allarme di alcuni mA), per la seconda tipologia, cioè i sistemi indirizzati, i parametri trasmissivi delle linee risultano essenziali in quanto si ha un vero e proprio passaggio di dati (protocollo di comunicazione tra centrale e periferiche).

L’emissione della norma di sistema UNI 9795:2013 (entrata in vigore il 10 Ottobre del 2013), ha imposto al progettista la verifica dei parametri trasmissivi delle linee di interconnessione, con i parametri trasmissivi dell’architettura scelta per il progetto, al fine di evitare malfunzionamenti.

Questa ulteriore responsabilità delegata al professionista è stata imposta aI fine di scongiurare guasti casuali sull’impianto, o continue segnalazioni di anomalie, non dipese dalle apparecchiature, ma dalle caratteristiche inadatte delle linee di interconnessione, che comprometterebbero l’efficienza dell’impianto.
Troppo spesso, infatti, si esaminavano progetti nei quali veniva menzionata come unica caratteristica normativa, per le linee del sistema di rivelazione incendio, la conformità alla CEI EN 50200:2000-02 PH30 (normativa rivolta unicamente alla metodologia di prova), cosa ovviamente non sufficiente.

All’interno del sistema di rivelazione incendio è possibile discriminare 3 tipologie principali di linee:
• Per il collegamento di apparati aventi tensioni di esercizio uguali o inferiori a 100 V c.a. (per esempio sensori, pulsanti manuali, interfacce, sistemi di evacuazione vocale, avvisatori ottico-acustici, sistemi di evacuazione fumo calore, ecc.) è richiesto l’impiego di cavi resistenti al fuoco sottoposti a prova in conformità alla CEI EN 50200 (requisito minimo PH 30) aventi tensione nominale di 100 V (Uo/U = 100/100V) e costruiti secondo la CEI 20-105 V1.
Essi devono risultare idonei alla posa in coesistenza con cavi energia utilizzati per sistemi a tensione nominale verso terra fino a 400V.

Di questa prima tipologia ne esistono due versioni, quella per l’interconnessione di sistemi di rivelazione incendio e quella per sistemi EVAC:
1. Cavi per impianti di rivelazione fumi (tensione di esercizio ≤100V colorazione della guaina esterna rossa). Es: FRHRRw
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2.  Cavi per sistemi di evacuazione vocale, con linee a 70V c.a. o 100V c.a. (valore efficace RMS) nominali, (colorazione della guaina esterna viola). Es: EVAC:

testo alternativo all’immagine

Entrambe le tipologie devono essere LSZH con un requisito minimo PH 30 e comunque nell’ipotesi di esistenza di distinte zone o distinti compartimenti, non inferiore a garantire il mantenimento delle funzioni per un periodo non inferiore a quello prescritto da specifiche regole tecniche di prevenzione incendi

• Per il collegamento di apparati aventi tensioni di esercizio superiori a 100 V c.a. viene richiesto l’utilizzo di cavi elettrici resistenti al fuoco, sottoposti a prova in conformità alla CEI EN 50200, ma, a differenza di quelli sopra citati, le caratteristiche costruttive devono essere conformi alla CEI 20-45 – Uo/U=0,6/1 kV. Es: FRH
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di Andrea Francesco Moneta,
Responsabile Vendite e Marketing Italia, BETA CAVI

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