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Retail : lo studio GRTB sulle differenze inventariali

Retail : lo studio GRTB sulle differenze inventariali

Tema dell'approfondimento de I VENERDI' DI S NEWS di questa settimana è uno studio molto strutturato ed approfondito sulle differenze inventariali nel settore del Retail. Si tratta del GRTB (Global Retail Theft Barometer), ovvero del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, edizione 2012-2013.
Lo studio, finanziato da un fondo indipendente di Checkpoint Systems, Inc. (NYSE:  CKP), è stato avviato nel 2013 da Euromonitor International e si basa su una serie di interviste scritte e telefoniche che hanno coinvolto i Retailer di 16 Paesi, che coprono 160.000 punti vendita, pari a 1.500 miliardi di dollari di vendite nel 2012.

Buona lettura!

la Redazione
 

IL BAROMETRO MONDIALE DEI FURTI NEL RETAIL (GRTB)

Il GRTB (Global Retail Theft Barometer) o Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, è uno studio sul costo dei furti e sulla disponibilità della merce nel settore retail globale. Il nuovo formato dello studio mira a concentrarsi maggiormente sulle tendenze relative alle differenze inventariali dei singoli Paesi, piuttosto che analizzare i trend globali.

DEFINIZIONE DI DIFFERENZE INVENTARIALI

Il termine “differenze inventariali” è un concetto di contabilità, che riflette la differenza tra le entrate finanziarie che si sarebbero dovute realizzare (sulla base dell’inventario e degli acquisti) e l’ammontare effettivamente ottenuto. La causa principale delle perdite dovute a differenze inventariali è il furto di merce o denaro della società da parte di individui, insieme ad una serie di piccoli o grandi errori nei processi, nella contabilità o nell’assegnazione dei prezzi, che generano perdite d’inventario. Oltre all’effettiva perdita d’inventario, le percentuali dichiarate di differenze inventariali dipendono anche dalla politica aziendale, dalle procedure contabili e dalle disposizioni fiscali, che influenzano le pratiche e sono responsabili di alcune differenze nei risultati. La definizione di differenze inventariali utilizzata in questo report non comprende le informazioni relative agli sprechi.

LO STUDIO

Obiettivo

Il presente report ha l'obiettivo di determinare il tasso di differenze inventariali in 16 Paesi, comprenderne le cause e i metodi di prevenzione.
Due sono i dati principali forniti dallo studio:

• Tasso medio di differenze inventariali (in valori percentuali) per l'intero settore retail di ognuno dei 16 Paesi analizzati.
• Cause delle differenze inventariali: % di taccheggio, furti dei dipendenti, frodi da parte dei produttori o fornitori e perdite per errori amministrativi, non derivanti da attività criminali, relativi alle differenze inventariali totali di ciascun Paese.
In aggiunta ai dati sopra citati, le analisi approfondite per ciascuna nazione, comprendono l'analisi qualitativa sui migliori metodi di prevenzione delle perdite, sugli articoli più rubati e sull'impatto delle differenze inventariali/perdite sui retailer di ciascun Paese.

Paesi oggetto della ricerca

Asia/Pacifico: Cina, Hong Kong Giappone
Australia/Asia: Australia
Europa: Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Regno Unito
America Latina: Argentina, Brasile, Messico
Nord America: USA

Metodologia

Euromonitor International ha condotto interviste approfondite con i responsabili della Prevenzione delle Perdite dei retailer, leader in ognuno dei 16 Paesi oggetto d'indagine, utilizzando un questionario mirato ad approfondire i dati qualitativi sopra citati (ad es. fornire una stima delle perdite nazionali totali, derivanti dalle differenze inventariali).
I retailer sono stati scelti sulla base del loro posizionamento, all'interno del database retail Passport (il database consortile di Euromonitor International), con l'obiettivo di includere, laddove possibile, le aziende appartenenti ai 15 top retailer, per parlare delle differenze inventariali a livello nazionale.
Inoltre, Euromonitor International ha condotto un sondaggio online, con i retailer dei Paesi oggetto d'indagine, e le risposte sono state utilizzate per ulteriori approfondimenti. Laddove disponibili, i questionari completati del sondaggio sono stati utilizzati per integrare le informazioni ottenute attraverso le interviste, con l'obiettivo di ricavare stime sulle differenze inventariali nazionali, per ciascun mercato.
Il presente studio ha preso in esame un totale di 157 aziende di 16 Paesi. Nel 2012, queste aziende hanno generato all'incirca il 18% (1.500 miliardi di dollari) delle vendite totali retail, nei 16 Paesi combinati.

Il team di ricercatori e consulenti di Euromonitor ha analizzato le informazioni quantitative e qualitative ottenute, grazie ad una metodologia di recente adozione, allo scopo di comprendere le tendenze 2012, per quanto concerne le differenze inventariali e la prevenzione delle perdite, nelle aree geografiche selezionate.


PANORAMICA SULLE DIFFERENZE INVENTARIALI

Le differenze inventariali e la prevenzione delle perdite continuano ad essere un problema rilevante per i retailer di tutto il mondo.

Le differenze inventariali rappresentano una notevole fonte di preoccupazioni tra i retailer intervistati nei 16 Paesi oggetto d'indagine. Dato l'impatto che queste hanno sui profitti, le aziende desiderano mantenere le differenze inventariali sotto controllo, grazie all’implementazione di metodi efficaci di prevenzione delle perdite.

I retailer presi in esame, che hanno scelto di effettuare importanti investimenti nella prevenzione delle perdite, credono di gestire bene le differenze inventariali e, in genere, hanno registrato percentuali di differenze inventariali ben al di sotto della rispettiva media nazionale, a chiara conferma dei risultati ottenuti nel tempo.

Le percentuali di differenze inventariali nei 16 Paesi oggetto della ricerca restano tra l'1% e l'1.6%.

Tra le regioni esaminate, l'America Latina fa registrare le percentuali più alte, con le differenze inventariali che ammontano all'1.6% rispettivamente in Brasile e Messico e all'1.5% in Argentina. I retailer intervistati in questi Paesi hanno affermato di soffrire particolarmente le attività della criminalità organizzata ma anche di un ambiente economico debole, con clienti finanziariamente provati e più inclini a commettere furti.
Tra i Paesi oggetto della ricerca, il Giappone (1%), l'Australia (1,1%), Hong Kong (1,1%) e la Germania (1,1%) registrano le percentuali più basse di differenze inventariali. Ad esempio, la maggior parte dei retailer tedeschi intervistati hanno confermato che le differenze inventariali sono complessivamente ben gestite nel loro Paese, con l'implementazione di sistemi di sicurezza e di prevenzione delle perdite, considerate di standard elevato.

Percentuali di DI (%) per Paese nel 2012

Messico: 1,6
Brasile: 1,6
Argentina: 1,5
Stati Uniti: 1,5
Cina: 1,5
Francia: 1,4
Spagna: 1,4
Paesi Bassi: 1,4
Italia: 1,3
Belgio: 1,3
Portogallo: 1,2
Regno Unito: 1,2
Germania: 1,1
Hong Kong: 1,1
Australia: 1,1
Giappone: 1,0

Le differenze inventariali sembrano essere in crescita nella maggior parte dei Paesi oggetto della ricerca.

A livello globale, le differenze inventariali stanno aumentando. Una delle cause principali è lo sviluppo della criminalità organizzata. In Giappone, ad esempio, le bande di criminali rubano articoli di alto valore come farmaci e prodotti elettronici costosi.

La crisi economica è stata indicata dai retailer come un'altra causa importante, responsabile dell'aumento nelle percentuali di differenze inventariali. Mentre una parte crescente della popolazione riesce a fatica a rispettare i propri obblighi finanziari, secondo quanto indicato dai retailer, i fenomeni di taccheggio e i furti da parte dei dipendenti sono aumentati. In Belgio, ad esempio, si è registrato in particolare un aumento nei furti di prodotti alimentari a causa dell'economia debole.

Ci sono state alcune eccezioni, tuttavia, nell'incremento delle differenze inventariali, che hanno evidenziato quanto sia fondamentale aumentare gli investimenti nella prevenzione delle perdite. Molti retailer tedeschi e del Regno Unito, infatti, hanno affermato che il miglioramento dei metodi per la prevenzione delle perdite ha contribuito a tenere sotto controllo le differenze inventariali.


I furti dei dipendenti e il taccheggio rimangono le due cause principali delle differenze inventariali.

Sebbene i fenomeni di taccheggio rappresentino, in media, la causa più importante alla base delle differenze inventariali in tutti i paesi esaminati, seguiti dai furti dei dipendenti, le percentuali registrate variano all'interno dell'ambiente retail e dipendono dal tipo di attività, dalle dimensioni e dal modo in cui viene gestita la prevenzione delle perdite.

Ad esempio, i fenomeni di taccheggio tendono a verificarsi meno nei retailer di generi alimentari, a causa del valore generalmente basso degli articoli in vendita, che non attirano l'interesse dei ladri e sono considerati difficili da rivendere. D'altra parte, questi retailer sono considerati più inclini a subire furti da parte dei fornitori o perdite dovute ad errori amministrativi, dato che risulta apparentemente difficile gestire volumi elevati di prodotti alimentari freschi.

La criminalità organizzata può rappresentare un problema sia per quanto riguarda i furti dei dipendenti sia per i fenomeni di taccheggio. In Messico, ad esempio, le attività della criminalità organizzata includono i furti in autostrada ai camion per le consegne, i furti di grosse quantità di prodotti specifici effettuati nei negozi ad opera di bande criminali, come nel caso dei prodotti elettronici e anche la collaborazione tra gli autotrasportatori delle società di spedizioni e i dipendenti addetti al ricevimento merci, che fatturano più prodotti rispetto a quelli effettivamente consegnati, per poi rivenderli sul mercato nero.

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Gli articoli di piccole dimensioni e facili da nascondere sono tuttora i più rubati

I prodotti più rubati sono piccoli, facili da sottrarre e da nascondere, hanno un valore relativamente alto e possono essere rivenduti, ad esempio tramite siti internet di compravendita online come eBay. Questi prodotti includono ad esempio l'abbigliamento firmato e gli articoli di elettronica.
I retailer continuano a distinguere tra due tipologie principali di furti: quelli spinti dall'opportunità e quelli spinti da motivazioni commerciali. I furti spinti dall'opportunità riguardano solitamente articoli di basso-medio valore come i prodotti per la salute e la cura della persona, gli accessori elettronici e qualsiasi oggetto di desiderio identificato come opportunità immediata di furto. I furti spinti da motivazioni commerciali sono in genere perpetrati con l'obiettivo di rivendere la merce rubata e pertanto tendono a prendere di mira prodotti di alto valore che assicurano un buon ricavo.

PANORAMICA SULLA PREVENZIONE DELLE PERDITE

Una combinazione di diversi metodi per la prevenzione delle perdite è generalmente considerata più efficace.

I retailer intervistati nei 16 paesi oggetto della ricerca si sono mostrati d'accordo sul fatto che nessun metodo di prevenzione sia efficace al 100% e che non esista la soluzione “che va bene per tutti”. Di conseguenza, la combinazione tra diversi metodi di prevenzione delle perdite è considerata la pratica migliore per controllarle.
Le soluzioni più efficaci dipendono dal tipo di negozio e dalla dimensione dei prodotti, con metodi e sistemi diversi che danno risultati migliori con prodotti diversi (ad es. le soluzioni EAS come i cartellini rigidi per i capi d'abbigliamento, le soluzioni espositive come i keepers per i piccoli oggetti di valore come i rasoi). La collaborazione con uno specialista della prevenzione delle perdite permette di essere più fiduciosi nella possibilità di limitare la crescita futura delle differenze inventariali.

Il monitoraggio delle persone è fondamentale anche con l'implementazione della sofisticata tecnologia di prevenzione delle perdite

I retailer si sono detti d'accordo sulla necessità di istituire una politica aziendale generale che promuova una “solida cultura di prevenzione delle differenze inventariali” e preveda l'implementazione di diverse misure combinate e di un team per la prevenzione delle perdite.
Gli intervistati dei 16 paesi presi in esame si sono anche mostrati d'accordo sull'importanza della formazione del personale per prevenire i furti. Dipendenti motivati e qualificati sono in grado di individuare e scoraggiare i furti, conducono controlli rigorosi al momento della consegna da parte dei fornitori, seguono le procedure d'inventario e di prezzo e non sono inclini a commettere furti.

Un equilibrio costante tra protezione della merce e garanzia per i clienti di una piacevole esperienza d'acquisto in negozio

La sfida principale per i retailer intervistati a livello globale è quella di non compromettere l'esperienza d'acquisto dei propri clienti, permettendo loro di accedere facilmente ai prodotti e, allo stesso tempo, prevenire i furti. Pertanto, sebbene i retailer stiano lavorando duramente per ridurre l'incidenza dei furti, le perdite ad essi collegate sono, in un certo senso, considerate una conseguenza sfortunata ma tollerata del desiderio di fornire un'esperienza d'acquisto piacevole ai clienti.


Ad esempio, nonostante le vetrinette chiuse siano considerate molto efficienti per la prevenzione delle perdite, i retailer intervistati hanno evidenziato che i clienti tendono ad effettuare maggiormente acquisti d'impulso di articoli che possono toccare con mano piuttosto che di prodotti per cui devono rivolgersi al personale.

Nella maggior parte dei paesi oggetto della ricerca, si prevede che gli investimenti dei retailer nella prevenzione delle perdite rimangano stabili

Molti tra gli intervistati nella maggior parte dei Paesi esaminati, ha affermato di avere in programma di mantenere stabili gli investimenti nella prevenzione delle perdite per il prossimo futuro, conservando inalterata la propria strategia di sicurezza. 
Molti tra gli intervistati credevano di aver già implementato metodi sufficienti di prevenzione delle perdite. Inoltre, si prevede che la rigida pianificazione finanziaria in un ambiente economico difficile impedisca l'aumento della spesa in prevenzione delle perdite.
Al contrario, la maggior parte dei retailer intervistati nei Paesi Bassi, in Belgio, nel Regno Unito, in Australia, Cina e Messico ha affermato di aver aumentato la propria spesa per la prevenzione delle perdite, pianificando miglioramenti costanti dei metodi di prevenzione adottati per avere un vantaggio sui taccheggiatori e per prevenire adeguatamente le perdite. Gli esempi evidenziati includono la pianificazione di investimenti per l'implementazione dell'etichettatura alla fonte, della tecnologia RFID, per una maggiore formazione del personale, con l'obiettivo di identificare e scoraggiare i furti, come anche per l'estrazione e l'analisi dei dati.

CONCLUSIONI

Le differenze inventariali rappresentano una minaccia multidimensionale per i retailer di tutto il mondo, con i fenomeni di taccheggio e i furti dei dipendenti, incluse le attività della criminalità organizzata, in continuo aumento. Le crescenti problematiche legate alle differenze inventariali hanno fatto della prevenzione delle perdite una priorità all'interno dei programmi dei retailer: le aziende sono disposte ad investire in metodi efficaci, collaborando con specialisti di soluzioni per la gestione delle perdite, al fine di risolvere i problemi legati alle differenze inventariali.

 

ITALIA
AMBIENTE RETAIL

360,6 miliardi di dollari USA                                   885.738 totale punti vendita retail, 2012
285,2 miliardi di euro

PANORAMICA DI SETTORE

La dimensione delle vendite nel retail, per quanto concerne i negozi italiani, ha raggiunto 361 miliardi di dollari USA nel 2012. Le vendite retail erano prossime alla stagnazione durante il periodo di osservazione con un CAGR per il 2007-2012 pari a – 0,1%.

Le vendite dei retailer di alimentari sono aumentate di quasi l'1% di CAGR nel periodo 2007-2012. La crescita è stata spinta dai formati moderni come i discount, che soddisfano le esigenze dei consumatori italiani alla costante ricerca di prezzi più competitivi.
I retailer di prodotti non alimentari hanno fatto registrare nel frattempo un calo delle vendite, con un CAGR per il periodo 2007-2012 pari allo -0,1%. I retailer misti hanno sofferto principalmente lo scarso rendimento del settore abbigliamento e si sono rivelati, insieme agli specialisti del settore dell’abbigliamento, particolarmente deboli. Questi cambiamenti sono stati causati dal calo nel potere d'acquisto dei consumatori italiani per via della crisi economica.

Il numero di punti vendita retail ha raggiunto 885.738 nel 2012, in leggero calo, con un CAGR pari allo -0,4% nel periodo 2007-2012. I retailer di prodotti alimentari e i retailer di prodotti non alimentari hanno fatto registrare un calo all'incirca della stessa percentuale, abbattuti da negozi indipendenti non collegati a nessuna principale catena di retail.
 

PANORAMICA SULLE DIFFERENZE INVENTARIALI

1,3% 
Percentuale media di differenze inventariali 2012

I retailer ritengono che la percentuale di differenze inventariali sia cresciuta nel periodo di osservazione a causa della crisi economica

La maggior parte dei retailer intervistati ha definito le differenze inventariali come un problema di rilevante interesse in Italia. Molti hanno fatto registrare un aumento della percentuale di differenze inventariali durante il periodo di osservazione, come conseguenza della crisi economica e dei bilanci familiari ristretti.

Tuttavia, alcuni dei retailer intervistati considerano minimo l'impatto delle differenze inventariali sul settore retail italiano, grazie all'utilizzo di sistemi avanzati per la prevenzione delle perdite, che si rivelano efficaci nella prevenzione dei furti. I sistemi EAS sono stati messi in risalto come particolarmente funzionali ed efficienti. Alcuni di questi retailer hanno fatto registrare percentuali di differenze inventariali pari allo 0,3%.
Risulta fondamentale osservare che in Italia la percentuale di differenze inventariali tende ad essere superiore al Sud rispetto al Nord, soprattutto perché al Sud ci sono meno persone benestanti.

Nell'ambiente retail, le percentuali di differenze inventariali, per i retailer di prodotti alimentari, sono in media superiori rispetto a quelle di altri retailer, con percentuali di differenze inventariali pari all'1,8% registrate dai singoli supermercati. Si ritiene che le motivazioni di questo fenomeno siano:

• L'alto indice di rotazione delle scorte per i prodotti sugli scaffali, che rende difficile l'individuazione dei prodotti mancanti;
• La difficoltà di monitorare grandi negozi (ad es. ipermercati), frequentati da un numero elevato di clienti;
• Le dimensioni ridotte dei prodotti, che permettono di nasconderli facilmente;
• L'ampia gamma di clienti che acquistano presso i retailer di prodotti alimentari, compresi i clienti più ricchi e quelli dal reddito basso. A confronto, alcuni altri canali, come i retailer specializzati in prodotti di elettronica, attirano generalmente clienti più facoltosi.

Cause principali delle differenze inventariali

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Il taccheggio è la causa principale delle differenze inventariali, responsabile di quasi la metà del valore totale delle differenze inventariali registrate in Italia nel 2012. Sullo sfondo della crisi economica, che costringe i consumatori a stringere la cinghia, è stato osservato un aumento nei fenomeni di taccheggio dal 2008. Sebbene la quota generale nazionale dei fenomeni di taccheggio sia del 49%, per alcuni retailer può apparentemente raggiungere il 90% del valore totale delle loro differenze inventariali.

Con una quota di valore del 27%, i furti dei dipendenti rappresentano la seconda causa più importante delle differenze inventariali. Le perdite dovute ad errori amministrativi/cause non legate ad attività criminali hanno intanto raggiunto una quota di valore del 15% nel 2012, mentre le frodi dei fornitori hanno generato il 9% del valore totale di differenze inventariali.

Secondo i risultati, l'importanza dei furti da parte dei dipendenti e delle frodi dei fornitori è calata durante il periodo di osservazione. Ciò è accaduto perché i dipendenti non vogliono perdere il proprio posto di lavoro e i fornitori desiderano conservare il portafoglio clienti, specialmente in un periodo economico difficile.

 

METODI PRINCIPALI DI PREVENZIONE

Metodi principali di prevenzione delle perdite

– Antenne EAS
– Etichettatura EAS (compresi i cartellini rigidi e le etichette)
– Vetrinette chiuse
– Addetti alla sicurezza
– Videosorveglianza a circuito chiuso
– Catene, cavi e allarmi a circuito chiuso
– Custodie di protezione keepers/safers, scatole dotate di chiusura di sicurezza e allarmi Spider Wraps
– Formazione del personale per individuare e scoraggiare i forti


La maggior parte dei retailer italiani intervistati ha dichiarato che sta implementando una serie di sistemi per la prevenzione delle perdite. Ad esempio, i retailer utilizzano in genere soluzioni EAS come le etichette per i generi alimentari, le soluzioni espositive come confezioni vuote/sistemi di acquisto con ticket per i profumi e gli scaffali chiusi per i dispositivi elettronici, oltre alla videosorveglianza a circuito chiuso e agli addetti alla sicurezza presenti in negozio.

Le soluzioni EAS sono state più volte indicate come la soluzione di prevenzione delle perdite, in grado di offrire il migliore ritorno sull'investimento, specialmente per la prevenzione dei taccheggi, poiché i ladri non sono in grado di rimuovere questo tipo di etichette.

Per quanto concerne la prevenzione delle attività della criminalità organizzata, la videosorveglianza a circuito chiuso è considerata il metodo più efficace e a costo minore.
Attualmente, l'utilizzo della tecnologia RFID in Italia è limitato. Solo un piccolo numero di retailer di generi alimentari ha indicato di aver implementato questa tecnologia.

La quota media del fatturato totale, spesa per la prevenzione delle perdite dai retailer italiani, è stata di circa lo 0,1% nel 2012. I negozi a prezzo unico intervistati hanno indicato una spesa superiore alla norma, in media pari allo 0,9%. Nel frattempo, nonostante i retailer di prodotti alimentari siano considerati i più colpiti dalle differenze inventariali, la maggior parte ha indicato una spesa inferiore alla norma, pari allo 0,05% del fatturato medio.

 


 

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