
Il sistema nervoso autonomo si modula sulla base degli stati emotivi che viviamo. È sempre attivo, e riceve continuamente segnali, che vengono colti come segnali di sicurezza o di pericolo.
Non tutti sanno che quello che la mente immagina influisce sul nostro corpo come se fosse un’esperienza reale, ovvero per il nostro sistema nervoso non sembra faccia differenza se una cosa la stiamo solamente pensando o se la stiamo vivendo realmente. Ci sono situazioni di insicurezza reali, come il vivere un attacco informatico in questo momento, ma ci sono anche pensieri che generano paura, come immaginare che arriverà un attacco informatico. Ecco, il sistema nervoso reagisce similmente in entrambi i casi. Ora vedremo cosa succede concretamente nel corpo, ma è proprio per questo fenomeno che è importante lavorare sui propri pensieri e sul proprio sentire, perché scatenare una paura a livello mentale equivale a far reagire tutto il sistema corporeo a segnali di pericolo, anche se questo pericolo non è imminente o certo.
Non è infrequente che, se si diffondono pensieri che spaventano all’interno di un’azienda o di un gruppo, si generino reazioni dannose per tutti, espandendosi a macchia d’olio. Tutti iniziano a percepire il pericolo e la reazione corporea è immediata. Purtroppo non sono ancora molto diffuse le conoscenze su come mantenere uno stato di tranquillità interiore, ma è possibile imparare a conoscere il proprio funzionamento e riuscire a regolarlo e co-regolarlo (cioè regolarlo grazie all’aiuto del gruppo). Con il lavoro che possiamo fare consapevolmente sul sistema nervoso si riescono ad avere una mente più lucida e azioni più efficaci anche in situazioni potenzialmente ansiogene.
Provate a pensare a una situazione confortevole, magari in mezzo alla natura, con gli uccellini che cinguettano, il rumore dell’acqua di un ruscello, il clima fresco e tutto quello che vi rilassa: immediatamente il sistema nervoso coglie questi stimoli e la mente si acquieta, le emozioni si modificano e il corpo si rilassa.
Provate ora a pensare a qualcosa di minaccioso, per esempio il pericolo di un licenziamento, di un incidente, di una malattia: ora il sistema nervoso si attiva per reagire a queste stimolazioni. A seconda della gravità del pericolo, possiamo reagire fuggendo o attaccando (se ho paura di essere vittima di un licenziamento ingiusto, posso iniziare a “far la guerra” per riavere il posto o posso andarmene di corsa, per non dover affrontare conflitte e altre umiliazioni) oppure, quando avvertiamo una minaccia per la vita, possiamo “spegnerci”, bloccarci, come gli animali che nei documentari sembrano morti per non essere attaccati da un predatore.
Il cervello, quindi, recepisce rapidamente e in ogni istante le informazioni relative alla sicurezza (fisica ed emotiva) per la nostra persona e attiva immediatamente il sistema nervoso. In seguito arriva il pensiero che dà una spiegazione a ciò che è avvenuto. Anche quando siamo in relazione con qualcuno, continuamente a livello inconscio accadono queste “valutazioni” di pericolo o sicurezza e ci muoviamo di conseguenza.
Vivere sempre in una situazione sentita come minacciosa crea problemi non sono a livello fisico (tensioni muscolari, rilascio di sostanze nel corpo per affrontare la situazione e così via) ma anche a livello mentale ed emotivo: siamo meno capaci di cogliere ciò che accade e reagirvi, perdiamo fiducia in noi stessi e nel mondo. Ci sono poi situazioni estreme in cui smettiamo persino di pensare, capire, agire.
Essere sicuri non significa essere senza problemi, ma piuttosto sapere che li si può attraversare, trovando le soluzioni un poco alla volta. E quando ci sentiamo sicuri accade una cosa meravigliosa: possiamo entrare in connessione con gli altri! Più siamo spaventati, più diventa difficile “far squadra”. Più sentiamo che possiamo affrontare ciò che accade, più si attivano risorse di comunicazione all’interno del gruppo, che aiutano a fronteggiare quello che si sta vivendo.
Cosa aiuta il nostro sistema nervoso a calmarsi?
Nell’esempio precedente, abbiamo già sperimentato come riattivare il ricordo di qualcosa che per noi è rilassante o confortevole ci riporta a una condizione di tranquillità e sicurezza. Può aiutare anche una respirazione profonda, così come stare in situazioni dove sentiamo possibile il controllo di alcune variabili. Ciascuno di noi è diverso, c’è chi all’inizio della giornata ha bisogno di sapere l’organizzazione delle ore successive per sentirsi sereno e c’è chi ha bisogno di ritrovare dei momenti con persone con cui si sta bene, al sicuro.
Impariamo a cogliere le reazioni del corpo, che sono l’esito dell’attività del sistema nervoso autonomo, perché ci indicano quando abbiamo sentito, anche solo a livello inconscio, una paura. Pur rimanendo seduti su una sedia mentre riceviamo una comunicazione spiacevole o piacevole, si attivano immediatamente movimenti a livello del sistema muscolo-scheletrico e degli organi interni (come l’intestino o lo stomaco), per cui possiamo fare micromovimenti in avanti o indietro con le spalle, irrigidiamo o rilassiamo la mascella, il collo, modifichiamo il tono di voce, modifichiamo la direzione dello sguardo e così via. Possiamo osservarlo anche negli altri e diventare sempre più esperti di cosa accade e, da questa esperienza, incuriosirci di cosa possiamo fare, per esempio modificando un pensiero oppure anche un movimento corporeo. Provate a fare quest’esperimento: vi accorgete che di fronte a qualcosa che il vostro sistema sente come pericoloso (può essere una telefonata con un’ennesima richiesta quando siete già sovraccarichi, oppure un conflitto o altro) i vostri piedi per esempio si ritraggono leggermente sotto la sedia, può darsi che sentiate anche perdere un po’ di tono muscolare nelle gambe o al contrario le sentite scalpitare. Rendendovi conto di ciò che sta accadendo, modificate consapevolmente l’assetto degli arti inferiori: piantate i piedi ben a terra e sentite il contatto pieno col terreno. Ora come vi sentite?
Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta, psicoanalista, è curatrice della rubrica Ben-Essere al lavoro, ed è parte del Comitato Scientifico di S News.