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Un sistema molto… “simpatico”!

Sistema simpatico

Nell’approfondimento precedente Sicurezza o pericolo? abbiamo iniziato a osservare cosa succede nel nostro corpo quando avvertiamo, anche in maniera inconsapevole, una sensazione di insicurezza e pericolo (reale o anche solo immaginato): tutto il corpo, a partire dal sistema nervoso autonomo, si attiva per affrontare o fuggire da ciò che sta accadendo oppure si blocca completamente.

Pensate ora a un rumore improvviso inaspettato oppure a una comunicazione lavorativa ansiogena o a un attacco verbale o una svalutazione da parte di un cliente. Come vi sentite? Solitamente di fronte a questi eventi sentiamo che tutto dentro di noi accelera: il cuore batte forte, il respiro si accorcia, i muscoli si contraggono come per muoversi… Siamo pronti a far qualcosa! La minaccia fisica o emotiva che abbiamo percepito o anche solo immaginato richiede di essere fronteggiata e così il sistema nervoso simpatico prepara il corpo a reagire attraverso l’attacco (gridare, alzare le mani, stringere le mascelle, muoversi verso…) o la fuga (arretrare, chiudersi fisicamente, distogliere lo sguardo…).

La maggior parte della nostra vita quotidiana viene vissuta in questo stato di re-azione (cioè compiamo azioni in risposta a qualcosa che a qualche livello ci fa sentire attaccati e spaventati). Quando si tratta di pericoli reali per la nostra incolumità, il sistema nervoso simpatico – che si occupa proprio di stimolare il corpo per affrontare gli stress dannosi – permette di salvarci. Nella nostra società le fonti di stress sono molteplici e riguardano specialmente l’incolumità del cosiddetto “io”. Aver paura di essere giudicati male, di non essere riconosciuti e rispettati, di non essere amati, di non essere abbastanza e così via, sono tutte sensazioni di pericolo che ci fanno stare sul “chi va là”, specialmente all’interno delle relazioni.

Incontriamo una persona e in ogni istante, in maniera inconscia, cogliamo dei segnali che ci fanno dire se possiamo rilassarci in quella relazione oppure se dobbiamo stare in guardia perché potremmo essere delusi, presi in giro, umiliati, non considerati. Richiede una grande consapevolezza rendersi conto che sono davvero tanti i momenti in cui viviamo in questo stato. Il più delle volte non ci accorgiamo di essere così reattivi e, anzi, tendiamo a vedere più negli altri che in noi stessi i comportamenti di attacco o fuga. Ma nessuno di noi ne è esente!

Quali sono i segnali più evidenti di questo stato di attivazione del sistema nervoso simpatico?

Il corpo è teso, in movimento, tutti i sensi sono attivati (lo sguardo e l’udito sono alla ricerca di segnali di potenziale pericolo), ansia, rabbia, voglia di aggredire o andarsene, pensieri confusi o vorticosi o inconcludenti. Possiamo notare influenze anche sulla qualità del sonno, sul rapporto con il cibo, sul funzionamento intestinale, sul sistema immunitario, ecc.

Quando siamo in questo stato di attivazione simpatica, dovendo attivare tutte le risorse interne (corporee e mentali) per fronteggiare il pericolo, perdiamo il reale contatto con gli altri – che cessano così di essere una possibile risorsa – diventiamo meno lucidi nelle decisioni, tendiamo a leggere ciò che accade come più minaccioso di quanto lo sia realmente. Possiamo dire che quando siamo troppo attivati nel sistema simpatico… la situazione non è posi così simpatica! Ed è meglio evitare di prendere decisioni. Si può cercare allora di ritrovare uno stato di calma (attivazione del sistema nevoso vago-ventrale), per poi essere più ricettivi verso le persone e ciò che sta accadendo.

Riconoscerci in questo stato e sapere che il corpo si sta agitando, può aiutare a ritrovare la tranquillità, a sentire che non per forza dobbiamo reagire immediatamente. Possiamo anche imparare a non reagire alle nostre reazioni, cioè a non arrabbiarci con noi stessi se ci siamo arrabbiati o a non giudicarci se siamo andati in ansia. Recuperiamo così un senso di sicurezza e la capacità ragionare.

Possiamo muoverci, cambiare argomento, spostarci di luogo, ricordare qualcosa di piacevole e diminuire così l’intensità di attivazione simpatica. Possiamo attivare consapevolmente una respirazione profonda, accarezzare un gatto, parlare con una persona che ci piace: anche questo aiuta a “lasciar andare” ciò che stiamo provando. Ciascuno di noi automaticamente già compie delle azioni per riportare il corpo alla calma; anche di questo possiamo diventare consapevoli e sfruttare le strategie che il nostro corpo ha già trovato per ritrovare lucidità e calma e recuperare la connessione con gli altri nei momenti più “bollenti” e “simpatici”.

Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta, psicoanalista, è curatrice della rubrica Ben-Essere al lavoro, ed è parte del Comitato Scientifico di S News.

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