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Trasformazione digitale: cloud ibrido e cybersecurity

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Per guidare la trasformazione digitale delle loro aziende, più del 77% dei leaders adotta un approccio di cloud ibrido; nonostante questo, oltre il 50% nutre delle preoccupazioni per la cybersecurity, e il 53% ritiene che, attualmente, garantire la conformità al cloud è troppo difficile. Inoltre, il 69% ritiene che il proprio team non dispone delle competenze necessarie per gestire in modo sufficiente gli ambienti cloud. Lo evidenzia un nuovo studio di IBM (NYSE: IBM).

Lo studio

L’IBM Transformation Index: State of Cloud è il recente studio commissionato da IBM e condotto dalla società di ricerca indipendente The Harris Poll per aiutare le organizzazioni a mappare la propria trasformazione verso il cloud, classificando i propri progressi in modo autonomo.

L’Indice indica una forte correlazione tra l’adozione di cloud ibrido e il progresso nella trasformazione digitale. Infatti, il 71% degli intervistati ritiene che sia difficile comprendere il pieno potenziale di una trasformazione digitale senza una solida strategia di cloud ibrido in atto. Allo stesso tempo, solo il 27% possiede le caratteristiche necessarie per essere considerato in una “fase avanzata” della propria trasformazione.

Queste le tre cause principali di questo divario secondo lo studio:

  • Conformità: il 53% delle aziende oggetto dell’indagine crede che garantire la conformità nel cloud sia attualmente troppo difficile.
  • Sicurezza: sebbene adottino una varietà di tecniche di sicurezza per proteggere i carichi di lavoro nel cloud, per gli intervistati la sicurezza continua ad essere fonte di preoccupazione.
  • Competenze: la mancanza di talenti o di competenze specifiche impedisce l’adozione di una strategia olistica per il cloud ibrido, mettendo a rischio l’integrazione tra ambienti cloud per lacune rispetto a sicurezza e conformità.

“Il panorama delle minacce in forte crescita – evidenzia Howard Boville, Head of IBM Cloud Platform – rende complesse la gestione e la difesa di ambienti eterogenei rispetto ai rischi causati da terze parti. È dunque fondamentale una strategia di integrazione comune a tutte le parti in gioco per non dover pagare il prezzo causato dal Frankencloud“.

Rick Villars, Group Vice President of Worldwide Research at IDC, sottolinea che “Il valore chiave del cloud per le imprese è l’accesso rapido a tecnologie innovative, fonti di dati e applicazioni necessarie per far fronte alla necessità di trasformare il business. Nessun singolo cloud è in grado di affrontare tutti i requisiti di un’azienda, è quindi necessario essere in grado di utilizzare e controllare in modo efficace gli assets che caratterizzano il cloud ibrido“.

Progresso del cloud inibito dalla mancanza di competenze

Quando si tratta di gestire le proprie applicazioni cloud, il 69% degli intervistati afferma che i rispettivi team non dispongono delle competenze necessarie per essere profittevoli. Questo è un importante ostacolo all’innovazione, con più di un quarto degli intervistati che afferma che la mancanza di competenze e talenti sta ostacolando gli obiettivi cloud delle proprie aziende. Questi limiti, poi, impediscono alle organizzazioni di sfruttare il potenziale delle partnerships. Più di un terzo degli intervistati afferma che la mancanza di competenze tecniche li sta trattenendo dall’integrare i partners dell’ecosistema negli ambienti cloud. Questa sfida è ancora maggiore negli USA, dove circa il 40% ammette la mancanza di competenze e la necessità di talenti specifici; dato leggermente più basso in Europa, dove la mancanza di competenze viene segnalata nel 33% dei casi.

Cyberminacce: un rischio concreto nonostante l’implementazione di tecniche di sicurezza

Sebbene oltre il 90% delle organizzazioni di servizi finanziari, telecomunicazioni e governative che hanno risposto abbiano adottato nuovi approcci e strumenti di sicurezza (confidential computing, autenticazione a più fattori…), persistono ancora delle lacune che impediscono alle organizzazioni di promuovere l’innovazione. Infatti, il 32% degli intervistati indica la sicurezza come la principale barriera per integrare i carichi di lavoro tra tutti gli ambienti, e più di un quarto degli intervistati concorda sul fatto che i problemi di sicurezza rappresentano un ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi di business nel cloud.

I problemi relativi alla sicurezza possono persino impedire alle organizzazioni di trarre vantaggio dalle partnerships. Poiché le potenziali lacune nella sicurezza di terze parti possono riflettersi su tutta la filiera, secondo gli intervistati la governance dei dati (49%) e la sicurezza informatica (47%) rappresentano le maggiori sfide all’integrazione del proprio ecosistema aziendale nel cloud. In Europa, il 44% afferma che i rischi di cybersecurity rappresentano una sfida importante per le aziende che vogliono integrare i partners dell’ecosistema aziendale in ambienti cloud.

Metodologia

Questo sondaggio è stato condotto online in 12 Paesi (USA, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, India, Giappone, Cina, Brasile, Spagna, Singapore, Australia) da The Harris Poll per conto di IBM dall’8 giugno al 17 luglio 2022. Il sondaggio è stato condotto tra 3.014 professionisti di business e IT in aziende con un fatturato annuo superiore a 500 milioni di dollari, con una profonda conoscenza della strategia cloud in atto nelle rispettive organizzazioni. L’IBM Transformation Index: State of Cloud è stato sviluppato combinando i dati di oltre 25 serie di domande di vari formati su 9 dimensioni relative al cloud che sono state ispirate dall’input di esperti del settore.

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