Tutelare il Patrimonio Culturale Italiano: strumenti investigativi, presidi penalistici e buone pratiche
Il business criminale sui beni culturali in Italia è il terzo per importanza, dopo droga e traffico d’armi, con un giro d’affari stimato di 150 milioni di euro all’anno, come evidenzia la Fondazione Enzo Hruby.
La lotta contro questa piaga, che impoverisce il patrimonio storico e artistico del nostro Paese, viene combattuta ogni giorno nei tribunali italiani ed internazionali, nonché sul campo, dove le Forze dell’Ordine sono impegnate nel recupero dei beni sottratti.
A questi temi è dedicato il convegno “Tutelare il patrimonio culturale italiano. Strumenti investigativi, presidi penalistici e buone pratiche”, organizzato dalla Fondazione Enzo Hruby, da anni impegnata per sostenere la protezione del patrimonio culturale italiano contro furti, sottrazioni e vandalismi attraverso l’utilizzo delle moderne tecnologie di sicurezza, e dall’Università degli Studi di Milano.
Il Convegno si terrà martedì 12 Aprile 2016, ore 14.30, presso l’Università degli Studi di Milano, Sala Napoleonica, Palazzo Greppi, Via Sant’Antonio 12, Milano.
Intervengono come relatori Luca Lupária, docente presso l’Università degli Studi di Milano, Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby, Antonio Natali, già Direttore della Galleria degli Uffizi, Maurizio Fiorilli, Vice Avvocato dello Stato emerito, Luigi Luzi, Sostituto procuratore presso il Tribunale di Milano, il Cap. Francesco Provenza, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, Fabio Perrone, Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona, e Guido Aguila Grados, Docente presso Università di Lima (Perù). Modera l’incontro Armando Torno, editorialista del “Sole 24 Ore”.
Il convegno approfondirà i molti temi correlati.
Sicuramente, come sottolinea la Fondazione Hruby, un contributo determinante può essere offerto dagli strumenti tipici del diritto e della procedura penale, ai quali Procura e Polizia Giudiziaria possono ricorrere per dare effettività alla repressione e all'accertamento della criminalità. È attraverso la cooperazione tra i protagonisti del settore penale e gli esperti del mondo dei beni culturali che è possibile vincere questa battaglia e ricucire una ferita grave, inferta non solo al patrimonio ma all’identità stessa della Nazione.
Prevenire il compimento di atti criminali e attuare efficaci rimedi una volta che essi sono stati commessi: queste sono le sfide di chi si adopera per preservare i beni culturali. In quest’ottica risulta oggi imprescindibile far ricorso alle moderne tecnologie di sicurezza, le quali consentono di proteggere i beni nei luoghi in cui sono conservati, di offrire un valido supporto alle indagini degli inquirenti, e addirittura di prevenire gli eventuali atti criminosi. La protezione rappresenta dunque la prima forma di tutela e il presupposto indispensabile per ogni altra attività legata al patrimonio storico e artistico, dalla conservazione al restauro, fino alla valorizzazione.
All’evento sono stati riconosciuti n. 3 crediti formativi dall’Ordine degli Avvocati di Milano. L’ingresso è libero, sino ad esaurimento dei posti disponibili.
la Redazione