S News incontra Romolo Pacifico, Amministratore Delegato di Ifi Advisory, che nel sottolineare la complessità del quadro attuale in relazione alla problematica del Sequestro di Persona, tema focale di “Protocollo S” di Umberto Saccone, evidenzia: “Protocollo S rappresenta un primo tentativo di divulgare una maggiore conoscenza sul tema. Il quadro è variegato di attori e di esigenze e ricorda un po’ il quesito di Einstein con il quale lo scienziato cercava di misurare l'acume dei suoi interlocutori, proponendo un quadro con cinque attori diversi, cinque nazionalità diverse, cinque case diverse, ed il quesito era, in base ad alcuni indizi dati: ‘chi ha il pesce rosso a casa?’
Qui si tratta di misurare non l'acume dei nostri interlocutori, ma l'intenzione di voler mettere un ordine in quella che è una piaga per i lavoratori impegnati all'estero. Quindi sicuramente Protocollo S rappresenta il primo tentativo di dare una forma ad un percorso che deve essere ancora compiuto”.
Essenziale quindi mettere ordine, ma con quali strumenti?
A tale domanda Pacifico risponde precisando: “Un quadro normativo, innanzitutto, che deve fissare delle regole più stringenti, come peraltro già fatto in altri settori (tra tutti, ad esempio, nel caso della Salute e Sicurezza sul Lavoro), quindi con un Decreto Legislativo che funga da Testo Unico al quale magari riferirsi per specificare le esigenze di Security. Maggiori o migliori regole significa poi, per quello che riguarda il ruolo delle aziende del settore privato allargato, l'obbligo di rispettare tali regole e la necessità di intervenire con processi più strutturati, con procedure, stabilendo quali siano le misure minime necessarie, prima di inviare personale all'estero o di avviare una nuova iniziativa imprenditoriale in teatri operativi difficili.
Si tratta chiaramente di un percorso strutturato, che le aziende dovrebbero percorrere, ove possibile internamente o rivolgendosi a players di mercato, specializzati nel Security Risk Management”.
Servizio a cura di Monica Bertolo