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Vigilanza Privata : le nuove regole

Vigilanza Privata : le nuove regole

S News incontra Matteo Balestrero, Presidente ASSIV, a seguito dei riusciti e partecipati Seminari Tecnici sulla Certificazione di Conformità, organizzati da ASSIV su Roma e Milano.

A seguito di un percorso normativo iniziato nel 2008, nelle scorse settimane è stato diramato il disciplinare del Capo della Polizia ex art. 6 del D.M. n. 115/2014 che dispone in materia di organismi di certificazione indipendenti e di certificazione di conformità degli istituti di vigilanza privata. Si completa così il sistema delle nuove regole della Vigilanza Privata.
Direi di sì. Dopo la riforma del Regolamento di esecuzione del T.u.l.p.s. nel 2008, noi abbiamo sposato in pieno l’impostazione data al settore con il decreto ministeriale n. 269 del 2010, convinti che fosse assolutamente necessaria una qualificazione degli istituti di vigilanza.  Il DM 115 colma in maniera significativa la carenza sull’applicazione delle norme del DM 269. Il decreto infatti individua soggetti terzi ai quali affidare la valutazione delle imprese di vigilanza, e quindi il rilascio della certificazione di conformità delle stesse imprese e dei loro servizi alle norme di legge. I certificatori dovranno operare secondo linee guida uguali su tutto il territorio nazionale imposte da Accredia, l’Ente nazionale che attesta le competenze degli organismi di certificazione.

Il Disciplinare del Capo della Polizia è un provvedimento da voi atteso che aggiunge un ulteriore passo in direzione della qualificazione del settore. Quali sono i dettagli di questo provvedimento?
Il Disciplinare detta le regole cui devono attenersi gli organismi di certificazione accreditati per procedere nelle verifiche ispettive presso gli IVP, e anche le modalità di certificazione degli Istituti stessi. A questo riguardo stabilisce che gli organismi di certificazione procedono secondo gli schemi allegati al disciplinare, utilizzando le check-list in cui sono indicate nel dettaglio le voci da esaminare nel corso dell’audit.
Il Disciplinare risponde ai dubbi che erano sorti in merito alle modalità di svolgimento degli audit. E’ stato chiarito che la frequenza delle verifiche, le materie sottoposte a verifica a seconda dei livelli dimensionali, delle classi funzionali, degli ambiti territoriali,  saranno omogenei su tutto il territorio nazionale e non potranno quindi andare ad alterare la giusta competizione fra i singoli istituti di vigilanza; istituti che devono poter operare in un quadro di regole certe, con controlli chiari, schedulati e uguali per tutti.

Sono previste delle sanzioni per chi non sarà trovato in regola con i requisiti di cui alle check list nel corso dell’audit. C’è dunque da essere preoccupati quando si riceverà la visita dei certificatori?
Ripeto quanto dissi nel corso dell’ultima assemblea nel novembre 2014: meglio avere paura che prenderle. Essere preoccupati è un buon deterrente contro le irregolarità, un incentivo a conformare la propria azienda, le strutture, i servizi, gli uomini, alle norme dettate dal Ministero. Noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio la necessità che il settore continuasse ad operare sotto il controllo della Pubblica Amministrazione. Siamo sempre convinti che i controlli sulla conformità delle aziende alle norme siano anche garanzia della qualità del lavoro e dei servizi forniti ai clienti.

Il mercato in cui operano gli istituti di vigilanza ha sofferto la crisi come altri settori dei servizi e del mondo produttivo?
La vigilanza privata non fa eccezione, quindi non sta meglio di altri comparti produttivi che in questi anni hanno subito la crisi, che nel nostro paese è stata anche più dura e più lunga rispetto agli altri grandi paesi europei. Ma nel nostro caso a mancare non è la domanda, che è rimasta sostanzialmente stabile e per alcuni servizi è addirittura cresciuta. 
Il problema della vigilanza privata è semmai l’incapacità, o l’impossibilità, di vendere i servizi a condizioni tariffarie giustamente remunerative. Non per motivi di politiche industriali sbagliate, ma semplicemente come risultato dei comportamenti illegali di diversi soggetti che sono stati tollerati e che hanno falsato il mercato.
Per questo l’Assiv si è battuta per avere norme certe e controlli uniformi da parte di organismi indipendenti, come previsto dai provvedimenti sulla certificazione emanati dal Capo della Polizia.

a cura di Monica Bertolo


pubblico ASSIV

Nella foto : parte del pubblico presente in sala all'assemblea annuale ASSIV, novembre 2014
 

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