Visione e progettualità per la sicurezza = sviluppo e crescita per il nostro Paese

«Non siamo un Paese innovativo. Ma siamo un Paese di innovatori», ha recentemente sottolineato l’economista Marco Vitale. La conferma di tale affermazione arriva dai numeri commentati da Virginio Cantoni, professore di sistemi per l’elaborazione delle informazioni all’Università di Pavia: l’Italia è al 25° posto nella classifica UE della digitalizzazione, mancano 33mila specialisti in tecnologia e gli italiani sono solo quarantesimi al mondo per punteggio GTCI (Global Talent Competitive Index), ma è sorprendente notare che l’87% degli italiani si dichiara ottimista sugli effetti della digitalizzazione e l’85% dei lavoratori si dichiara disponibile a investire tempo libero per aggiornarsi.
Senza innovazione non esisterebbe il mercato della sicurezza, perché, come ben ci insegnano i massimi esperti di security italiani, è solo con la continua ricerca e con l’attenzione all’evoluzione delle sfide e dei contesti di rischio che si può costruire una reale sicurezza.
La digitalizzazione sta cambiando il mondo, diciamo noi “adulti”, ma per i giovani, per i Millennials, il mondo è da sempre e solo quello della digitalizzazione, perché è l’unico che conoscono. Per loro (come sottolineano anche esperti di security di Paesi come ad esempio la Repubblica Ceca, che ha uno dei tassi di disoccupazione più bassi d’Europa) non ha senso seguire rigide procedure, o essere presenti in ufficio se possono lavorare ed essere produttivi da qualsiasi luogo. Orari flessibili per una migliore conciliazione tra vita lavorativa e vita privata, tra famiglia e lavoro, lavorare in team, collaborare e condividere sono aspetti basilari, così come usare gli strumenti digitali e i socials.
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, cogliere l’opportunità di innovare è nel DNA del nostro settore. Ora il compito passa a chi ci governa, a chi dovrebbe riuscire a vedere ed imparare, semplicemente prendendo esempio dalle best practices, dai casi di successo dei nostri stessi colleghi europei. Industria 4.0 va nella giusta direzione, ma non basta per dare visione e progettualità a lungo termine e di alto respiro al nostro settore ed al nostro Paese.
di Monica Bertolo