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Women in Security: Isabella Cundari e la Corporate Security

Isabella Cundari Corporate Security

È Isabella Cundari l’ospite di Women in Security, la rubrica di S News in collaborazione con WIS-Women In Security ed ASIS Chapter Italy, ed il tema che viene approfondito è quello nell’ambito della Corporate Security.

Women in Security è la rubrica che nasce espressamente per esaminare le tematiche del Security Management con un’ottica anche al femminile, grazie ad una serie di interviste rivolte a varie professioniste che si occupano di settori specifici nell’ambito della sicurezza.

“Laureata in Politiche per la Sicurezza presso l’Università Cattolica di Milano, Isabella dal 2016 fa parte di Spike Reply, società del Gruppo Reply – sottolinea Anna Villani, Referente italiano WIS di Asis International e madrina del progetto. – Sin dall’inizio della sua carriera professionale ha supportato importanti aziende in ambito nazionale ed internazionale, con un focus sulle tematiche di Governance Risk & Compliance. A partire dal 2020, ha contribuito alla creazione e allo sviluppo di una Business Unit Startup, specializzata nell’ambito della Corporate Security, di cui oggi è responsabile”, conclude Villani.

Procediamo quindi approfondendo la figura del Responsabile BU Corporate Security con Isabella Cundari.

Come si è appassionata di Security e perché ha deciso di impegnarsi in questo ambito?

Ho iniziato a conoscere l’ambito della Security grazie al mio percorso di Laurea Magistrale presso l’Università Cattolica di Milano che, dal 2003, ha un curriculum dedicato alle Politiche per la Sicurezza nel settore pubblico e privato. Oltre alla forte interdisciplinarietà dei saperi che spaziano dalla criminologia, al diritto, alla statistica, alle tecnologie per la sicurezza, ciò che mi ha spinto ad entrare in questo settore è stata la testimonianza di professionisti del settore presenti nel corpo docente, che con grande passione e professionalità hanno messo a disposizione il loro vissuto, facendo crescere in me tanta curiosità e voglia di scoprire questo mondo.

Quali i temi caldi che si trova oggi ad affrontare all’interno della struttura security della sua realtà aziendale?

Sono tanti e in continua evoluzione i temi caldi che, in quanto Professionista della Security, oggi mi trovo ad affrontare.

Nello specifico, come responsabile della Business Unit dedicata alle tematiche di Corporate Security, gli argomenti principali di cui mi occupo giornalmente spaziano dalla definizione di strategie e misure per migliorare la capacità di un’organizzazione di intercettare, comprendere e gestire un potenziale evento anomalo, alla definizione di approcci olistici e metodologie integrate per le gestione dei rischi ibridi, piuttosto che al tema della travel security, assolutamente prioritario nell’agenda di ogni CSO per via del contesto attuale, caratterizzato da eventi economici, geopolitici, ambientali, sempre più imprevedibili e complessi.

Oltre alle conoscenze e competenze, quali le soft skills che maggiormente contribuiscono ai risultati nel suo ruolo?

Capacità di ascolto, empatia, valorizzazione delle diversità, trasparenza, lealtà, fiducia, collaborazione, affidabilità, condivisione sono le prime parole che mi vengono in mente quando penso alle soft skills che maggiormente contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi che giornalmente mi pongo e che ritengo fondamentali, affinché si possa lavorare in modo efficiente ed efficace, in un clima positivo e di collaborazione fattiva.

Quali a suo avviso i supporti che potrebbero contribuire a migliorare le performances del suolo anche in ottica di welfare aziendale?

Ritengo che da questo punto di vista la pandemia abbia contribuito ad accelerare notevolmente un percorso che mira a valorizzare un adeguato bilanciamento tra vita privata e vita professionale, aspetto fondamentale per ognuno di noi. Indubbiamente l’introduzione dello smart working ha permesso di facilitare la convivenza non sempre facile di queste due esigenze, ma sicuramente in ottica di welfare aziendale abbiamo ampi margini di miglioramento. Ad esempio, l’introduzione di un nido aziendale, di orari flessibili, di servizi residenziali e domiciliari, temi scontati in alcuni Paesi europei, sono ancora purtroppo distanti in molte delle realtà italiane e sono a mio avviso iniziative su cui invece le organizzazioni dovrebbero avviare dei percorsi di aggiornamento.

A suo parere, come vede il futuro di questa professione anche in ottica al femminile e quali i consigli che si sente di dare alle future security managers che desiderano intraprendere questa carriera?

Guardando il futuro di questa professione in ottica al femminile ritengo che sia un ambito in cui noi donne possiamo indubbiamente contribuire e lasciare il segno, proprio grazie ad alcune peculiarità che ci contraddistinguono.

È innegabile come il mondo della security sia spesso abituato a dialogare con un linguaggio a tratti “spigoloso”, ma è fondamentale che questo non ci porti a prendere le distanze da questo settore, tanto complesso, quanto affascinante e motivante.

Quindi l’unica cosa che mi sentirei di consigliare alle future security managers che desiderano intraprendere questa carriera è di dare priorità al miglioramento continuo delle proprie conoscenze e competenze, che rappresentano senza dubbio lo strumento più efficace per legittimare la nostra professionalità all’interno di ogni contesto.

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